Login

Registrazione

Registrazione utente
o Annulla
Login Chiudi
---

Il Volo delle Aquile

---

Il Regno Di Dio

Regno di Dio

Alla base di ogni campo delle nostre conoscenze ci sono sempre dei concetti cosiddetti fondamentali sui quali poggia tutto ciò che le riguarda. Anche la Bibbia non fa eccezione a questa regola e per poter essere compresa, necessita anch'essa di alcuni concetti fondamentali che devono essere ben conosciuti per poter capire esattamente ciò che vuole rivelarci.

UN REGNO ED UN RE 
Alla base di ogni campo delle nostre conoscenze ci sono sempre dei concetti cosiddetti fondamentali sui quali poggia tutto ciò che le riguarda. Anche la Bibbia non fa eccezione a questa regola e per poter essere compresa, necessita anch'essa di alcuni concetti fondamentali che devono essere ben conosciuti per poter capire esattamente ciò che vuole rivelarci. 

Ebbene uno di questi importanti concetti è proprio il concetto di "Regno", e più esattamente di "Regno di Dio." Sono felice di potervi parlare del Regno di Dio, perché è senz'altro l'argomento che preferisco; ed è anche quello che preferiva Gesù, infatti il cuore di tutto il Vangelo è proprio l'annuncio del Regno di Dio. Gesù predicò il Vangelo del Regno durante tutto il suo ministero terreno, continuò a farlo nel tempo tra la sua resurrezione e la sua ascensione, ed è stato l'argomento per eccellenza della chiesa del primo secolo. Possiamo renderci facilmente conto di questo leggendo il libro degli Atti degli Apostoli e le lettere, per capire quanto questa predicazione sia stata importante. Eppure conosco molte chiese in cui la parola "Regno" non viene mai usata dal pulpito; in esse questo importantissimo concetto è dato per scontato; ma lo è poi veramente? Se coloro che ascoltano il Vangelo non hanno ben chiaro il concetto di Regno di Dio, riusciranno ugualmente a comprenderne in pieno il senso? 

Personalmente trovo veramente difficile predicare il Vangelo senza parlare del Regno che è il cuore del Vangelo. Portare il Regno dei Cieli sulla terra è il motivo principale per cui Gesù è venuto tra noi; perciò, mi chiedo, come molti predicatori riescano a parlare del Vangelo senza menzionare il Regno di Dio. Sono certo che una delle ragioni principali di questa "stranezza" sta nel fatto che noi predichiamo a persone che non sanno assolutamente cosa sia un regno. Molte persone qui in Italia non hanno mai vissuto in un regno. In Europa, dal 1900 ai nostri giorni, sono cadute 24 corone, lasciandoci, qua e là, solo alcune sparute monarchie. Invece, quando la Bibbia fu scritta, tutto il mondo allora conosciuto era formato da regni. Sappiamo che Satana mostrò a Gesù tutti i regni del mondo, ed oggi non potrebbe più farlo perché dovrebbe mostrare a Gesù tutte le repubbliche del mondo, ed una repubblica non è un regno. 

Il mio passaporto dice che sono un cittadino del Regno Unito, che non è unito, e non è un regno, comunque ha lo stesso un bel nome. E' da circa un millennio che non siamo più un regno in Inghilterra; anche noi siamo ormai una repubblica pur avendo una famiglia reale, così come avviene anche da altre parti in Europa, perché queste famiglie ormai non governano affatto. Quindi neanche queste nazioni sono dei regni! Noi abbiamo un primo ministro che viene eletto ed un presidente ereditario che è la regina; in altre nazioni, invece, eleggono sia l'uno che l'altro. Il mondo di oggi sembra che stia dicendo: "A noi non piacciono i regni, vogliamo essere democratici!" Perciò è difficile predicare il Regno di Dio ed essere compresi. 

Ma in che cosa consiste un vero regno? Come è governato? Ebbene, un vero regno è quello composto da sudditi che vengono governati da un solo uomo, in esso non ci sono elezioni, non c'è nessun parlamento, nessun voto, nessun partito politico, nessun dibattito; ma un solo uomo che fa tutte le leggi. Non devi votare per metterlo in quella posizione, e nemmeno puoi toglierlo da lì; Egli è sul trono perché lo ha ereditato da suo padre. Quello è un regno! 

Vi piacerebbe che l'Italia tornasse ad essere un regno? Senza elezioni, senza parlamento, senza votare, niente partiti, con un solo uomo che fa tutte le leggi che servono, e del quale non vi potreste più disfare. A queste condizioni vi piacerebbe che l'Italia tornasse ad essere un regno? Le passate esperienze certo inducono ad essere molto prudenti, ma sono sicuro che con le giuste condizioni tutti direste di sì e ve lo dimostrerò. Se io potessi trovare il Re giusto, se potessi trovare un uomo completamente giusto che provvedesse affinché nessuno fosse povero, nessuno fosse ammalato, che amasse ognuno dei suoi sudditi tanto da dare la propria vita per proteggerlo. Se io trovassi un uomo come questo vi piacerebbe che l'Italia tornasse ad essere un regno? Certamente sì! L'unica ragione per cui noi preferiamo la democrazia è perché non possiamo trovare questo Re. La storia ci mostra che molti re sono stati malvagi, perché quando un uomo ha tutto il potere nelle proprie mani questo lo corrompe, perciò noi, giustamente, preferiamo avere una opportunità per cambiare tutto, e questa è una cosa che voi fate regolarmente qui in Italia. 

Ora l'essenza del Vangelo è che noi abbiamo trovato questo Re! Questa è la buona notizia che abbiamo da predicare! Abbiamo trovato il Re perfetto. L'Uomo che deve governare, l'unico a cui possiamo affidare tutta la forza e la potenza, ed il suo nome è Gesù. Questo è il nostro Vangelo, ed è molto più di un Vangelo personale, è il Vangelo per il mondo intero. Gesù è già il Re d'Italia, l'Italia non è una repubblica e non lo sarà mai, così come non lo sono nessuna delle altre nazioni del mondo, perché hanno tutte un Re. E' nostro privilegio dire a tutta l'Italia che ha un Re, un Re perfetto, anche se questo, spesso, è un Vangelo che crea dei guai. Sono stato in paesi in cui dopo aver detto ciò mi hanno ammonito di non ripeterlo più. Questo è anche uno dei motivi per cui i primi cristiani furono perseguitati. E' scritto nel libro degli Atti che venivano perseguitati perché dicevano che c'era un altro Re oltre Cesare, e questo anche se costituisce una minaccia, è il nostro unico Vangelo. 

Se io predicassi in ebraico potrei dire di aver trovato il Messia; in greco potrei dire di aver trovato il Cristo; ma quando predico in inglese devo dire di aver trovato il Re. Nel libro degli Atti è scritto che le due cose principali, che venivano allora predicate, erano: il Regno di Dio ed il nome di Gesù. Queste sono le due cose più importanti da annunciare. Il Regno di Dio è venuto qui adesso e il nome del suo Re è Gesù, questo è il cuore del Vangelo, che perciò non è un Vangelo individuale, ma una buona notizia per il mondo intero. Noi annunciamo di aver trovato il Re, ma il Re è solo una parte del regno, perché un regno è composto sia da un sovrano che dai suoi sudditi, perciò solo quando in esso vi siano entrambi possiamo dire di essere di fronte ad un vero regno. 

Certamente tutti sanno come riconoscere un Re buono da uno cattivo; un buon Re è quello che mette i suoi sudditi prima della sua stessa persona; li serve e si sacrifica per loro, li ama, li protegge e provvede per essi, perché vive per i suoi sudditi. Un cattivo Re, invece, è esattamente l'opposto; egli vive solamente per sé stesso, non dà ai suoi sudditi ma preleva da essi; prende i loro soldi, i loro beni ed anche le persone per i propri scopi, quindi è crudele ed egoista. Ciò di cui si preoccupa principalmente è l'avere fama e potenza; questo è un Re cattivo, e tutti sanno che la maggior parte dei Re di cui la storia ci parla era proprio di questo tipo. C'è un libro nella Bibbia chiamato il libro dei Re, e quattro su cinque Re di cui ci parla sono stati dei Re cattivi; ma noi abbiamo trovato quello buono. 


I SUDDITI 

Adesso proviamo a considerare anche l'altra parte del regno; i sudditi. Così come si può avere un buon Re o un cattivo Re: ugualmente si possono avere buoni sudditi o cattivi sudditi. Se c'è un motivo per cui il Regno dei Cieli non è ancora stato stabilito sulla terra, la colpa non è del sovrano, ma il problema sta nel trovare buoni sudditi. Il compito di ogni buon pastore è quello di formare dei buoni sudditi per il suo sovrano; e questo è anche lo scopo dei ministeri della chiesa, cioè ammaestrare e fare discepoli degli uomini di tutte le nazioni, per fare di loro dei buoni sudditi del Regno di Dio. 

Ma, qual è un cattivo suddito? Analogamente a quanto detto per il Re, sarà uno che vive per sé stesso. Egli è quello che parlando al Re dice: "Ecco; questo è ciò che desidero che Tu faccia per me." Lui si presenterà sempre al Re con un elenco di richieste che vuole vedere esaudite; ciò di cui si preoccupa è solo la sua persona, egli agisce proprio come un Re cattivo. Ma un buon suddito, invece, dice al suo sovrano: "Cosa vuoi che io faccia per Te?" Se ascoltaste ciò che le persone chiedono in preghiera al Re del cielo, potreste subito riconoscere quali siano i sudditi che appartengono alle due categorie; poiché i cattivi sudditi si presenteranno sempre a Lui con la lista dei desideri e chiederanno al Re di esaudirli: "Signore, vogliamo che Tu guarisca i malati; vogliamo che Tu benedica la conferenza del nostro pastore; vogliamo che Tu faccia questo, questo e quest'altro." Pensate che sia facile trovare chi si rivolge a Dio dicendo: "Signore cosa vuoi che faccia per essere un Tuo buon suddito?" Farò un esempio pratico: in Inghilterra si può facilmente riempire di persone una grande sala; basterà solo dire che vi sarà una riunione con preghiere per la guarigione e far credere a tutti che qualche miracolo stia per compiersi. Potete essere certi che verranno in molti, perché molti vogliono Gesù Signore sopra le loro malattie, ma quando vengono guariti, poi, sono disposti ad averLo come Signore anche sulla loro vita? Comprendete quello che sto dicendo? Essi vogliono che Egli sia Re sopra i loro problemi, ma sono poi disposti a vivere come vorrebbe Lui? Questo fu il principale problema che Gesù dovette affrontare, e mostrerò più avanti come per tre anni cercò invano di trovare buoni sudditi e non ne trovò, perché il Regno non era ancora venuto, era venuto il Re, ma non il Regno, per questo non poteva trovare sudditi. 

Farò un altro esempio: recentemente stavo parlando ad un uomo ammalato di AIDS, contaminato dalle trasfusioni perché emofiliaco e quindi; a lui non è più permesso neppure di baciare sua moglie o di avere rapporti con lei, la malattia lo ha tagliato totalmente fuori dalla sua famiglia; e così era anche con la lebbra ai tempi di Gesù. Noi sappiamo però che Gesù ha guarito la lebbra, ed ho sentito che anche persone ammalate di AIDS sono state guarite. Gesù guarì degli uomini da quella terribile malattia e dalle sue conseguenze semplicemente toccandoli, e noi ovviamente pensiamo che chi riceve un tale favore, per gratitudine, farà senz'altro tutto quello che Gesù gli chiederà in cambio; ma il Vangelo non dice ciò. Quello che il Vangelo ci riporta invece, è che Gesù disse a colui che guarì dalla lebbra: "Ti ho guarito, ma voglio che non lo sappia nessuno, perché ciò creerebbe dei problemi alla mia missione." (Marco 7:36) Nel versetto seguente è però scritto che egli andò e lo raccontò a tutti quanti. Il risultato fu che Gesù dovette abbandonare la zona, perché non voleva semplicemente guarire le persone, ma il Suo scopo era predicare. Perciò per la disubbidienza di quell' uomo Gesù dovette abbandonare la zona. Questa è la storia di un uomo che voleva che Gesù lo guarisse, ma poi non era disposto ad essere un suo suddito; perciò anche lui dimostrò di non essere ancora entrato nel Regno. Comprendete adesso qual è il problema? 

Abbiamo trovato il Re perfetto per l'Italia ed il mondo intero, il reggente perfetto per tutti i paesi, ma dove sono i sudditi? Dove sono coloro che vivranno sotto il suo dominio? Ecco perché dobbiamo predicare il Vangelo del Regno, per preparare chi lo desidera ad essere un buon suddito. Tutta la nostra predicazione, il nostro lavoro, la nostra opera pastorale ha questo fine, e quando sarà il momento giusto, allora il Regno dei Cieli sarà materialmente manifestato sulla terra, e le persone non solo ne sentiranno parlare ma lo vedranno e ci vivranno. 

Riassumendo; un regno è composto di due parti: il sovrano ed i suoi sudditi. Noi tutti abbiamo bisogno di un buon Re, ma anche il Re ha bisogno di buoni sudditi. La buona notizia è che noi abbiamo trovato questo Re, abbiamo trovato il Cristo, abbiamo trovato il Messia, ed un giorno tornerà su questo pianeta terra per prendere il governo dell'Italia e del resto del mondo. L'urgenza di oggi è preparare dei sudditi per quel Sovrano, sudditi che già da ora vivano sotto il suo governo, sotto il suo dominio. L'importante non è semplicemente portare delle persone alla conversione, al battesimo in acqua e nello Spirito Santo. Tutto questo è necessario, ma è solo per aiutarli a diventare buoni sudditi di questo Re. Il problema è trovare chi voglia vivere in questo Regno adesso, cioè prima che esso sia materialmente stabilito, perché ci sono due regni in questo mondo, e la maggioranza delle persone sta vivendo nel regno sbagliato, quindi deve essere trasferita da quel regno a quello del figliolo di Dio. 

Tratteremo in seguito anche di Israele, di come Dio ha preparato il Suo popolo, nel Vecchio Testamento, per il Regno che viene. Poi guarderemo al Regno di Cristo, a come è stato introdotto attraverso la sua morte e la sua resurrezione, poiché Gesù morì per stabilire questo Regno sulla terra. Poi alla chiesa, perché ogni chiesa è una colonia di questo Regno. 

Vedremo come nella vita della Chiesa questo funzioni praticamente, come una chiesa debba essere organizzata secondo il Regno di Dio. Poi finiremo con uno sguardo al futuro guardando al Regno finale. Sapete come la Bibbia chiama l'ultimo Regno che verrà? Avrà un nuovo nome, sarà chiamato il Regno del Padre e lì inizierà l'eternità, perché Gesù dopo aver preso il regno del mondo lo darà in mano al Padre affinché Dio sia ogni cosa in tutti. 


IL REGNO DI DIO 

Il Regno è il soggetto più grande di tutti e riempie le pagine di tutta la nostra Bibbia, perché va da eternità ad eternità. E' però difficile parlare del Regno di Dio se non comprendiamo esattamente che cosa significa la parola regno. La maggior parte di noi non ha mai vissuto in un regno. Io sono stato per tre anni nel regno di Arabia Saudita. Quello è un regno! Israele dei tempi nostri è esattamente il contrario, in esso c'è un parlamento con 160 seggi; 64 partiti politici che si combattono per averli e solo 16 vi possono riuscire; perciò nessun partito ottiene mai la maggioranza, e la scena politica in Israele è un caos. Essi stanno bramando un Re; ogni anno quando celebrano la festa dei tabernacoli aspettano che venga, ed è proprio nel periodo di quella festa che il Re verrà. 

La Bibbia ci dice che il Regno di Dio domina sopra ogni cosa, perciò non possiamo estenderlo, non possiamo ingrandirlo più di quanto lo sia già, perché già ha autorità sopra ogni cosa e sopra tutti. Il Regno non può essere rafforzato, possiamo dimostrarlo, introdurlo, possiamo vivere in esso, ma non lo possiamo allargare, e neanche possiamo costruirlo, perché è già in esistenza: è sempre stato e sempre sarà. 

E' molto importante sapere che il punto basilare di tutta la Scrittura è che Dio è Re. Se voi foste in una casa giudaica all'ora di pranzo vedreste che dopo aver fatto il ringraziamento per il pane si dà gloria al Re dell'Universo, perché questo è il titolo che spetta a Dio. Dovete leggere per un bel pezzo la vostra Bibbia prima di scoprire Dio come Padre; e dovete arrivare quasi alla fine prima di trovare la dichiarazione che Dio è amore. Ma per tutta quanta la Scrittura Dio è il Re e l'Universo intero è il Suo regno. I Salmi sono pieni di questo concetto, che ritorna nel 95, 96, 97, 103, 145, ecc. Ognuno di essi dice che Dio è Re e che il suo Regno va da eternità ad eternità. La parola Re non la troviamo al primo capitolo di Genesi, ma il concetto sì; infatti Egli comandò quando disse: "Sia la luce!" Ciò che Dio comandava, in questi passi della Scrittura, veniva eseguito alla lettera, e la storia della creazione ci dà l'immagine di un Dio su un trono in cielo, che dà degli ordini che vengono eseguiti sulla terra. Perciò il pianeta terra era parte del Regno di Dio e la Sua volontà era fatta sulla terra come era fatta nel cielo. Questo è il Re. 

Quando noi preghiamo "Venga il Tuo Regno, e la Tua volontà sia fatta in terra come nel cielo", distinguiamo le due parti di questo Regno: la parte del sovrano e quella dei sudditi. Il Tuo Regno venga, si riferisce al sovrano, la Tua volontà sia fatta è pertinente ai sudditi. E' questo il Regno del cielo sulla terra, dove un buon sovrano si dedica ai suoi sudditi, ed i buoni sudditi si dedicano al proprio sovrano, facendo di tutto l'insieme un buon Regno, con Dio che governa la terra e la terra che ubbidisce al Re del cielo. Ecco perché la terra all'inizio era un posto così magnifico, perché il Re del cielo veniva ubbidito sulla terra. 

Quando Dio disse: "Sia la luce" a chi stava parlando? Stava semplicemente pensando ad alta voce o stava parlando a sé stesso? Niente di tutto ciò, stava parlando a qualcuno sulla terra! Dio non iniziò a parlare se non prima che la terra fosse in esistenza e che qualcuno lì sulla terra potesse ascoltare. Non c'è alcun senso nel dare un ordine quando non c'è nessuno che ti possa ascoltare. Dio non comincia a parlare se prima non c'è qualcuno pronto ad ascoltare per obbedire alla Sua volontà. La terra era una massa omogenea di fluido ed acqua, non si poteva stare sulla terra, però c'era qualcuno proprio sopra alla superficie delle acque, chi era? 

Quando Dio dette questo ordine dal cielo, stava parlando allo Spirito Santo sulla superficie delle acque; ed era lo Spirito Santo sulla terra che ubbidiva al Re del cielo. Questa è una verità molto importante; è lo Spirito Santo, che porta il Regno del cielo qui sulla terra; dovunque c'è lo Spirito Santo, lì c'è il Regno di Dio. Tutta la Bibbia mostra la stretta connessione fra Regno e Spirito e anche questa è una chiave molto importante per poter comprendere la scrittura: dovunque c'è lo Spirito Santo, c'è il Regno dei Cieli. Gesù disse: "Se io per mezzo dello Spirito Santo caccio via i demoni, allora significa che il Regno di Dio è giunto fino a voi!" (Matteo 12:28) Perciò dovunque c'è la potenza dello Spirito Santo, lì c'è il Regno del cielo. E' per la potenza dello Spirito Santo che la volontà del Dio del cielo è fatta sulla terra. Paolo disse che il Regno di Dio non è fatto di vivande e bevande ma di giustizia, pace, gioia e allegrezza nello Spirito Santo. Perciò il Regno è lo Spirito, la giustizia, la pace e l'allegria. Notate l'ordine di queste tre cose, perché questa è la loro successione: prima la giustizia, poi la pace, perché oramai la coscienza non ti condanna più e così sei finalmente libero di rallegrarti in Dio. Molte persone però le vorrebbero nella maniera opposta: prima la gioia, poi pace e giustizia, e spesso è anche ciò che viene loro offerto, cercando di farli entrare prima nella gioia, ma voi non lo fate: prima cercate la giustizia e poi potrete avere pace e gioia, ma tutto questo per lo Spirito Santo. Quando una persona sta godendo di queste realtà, in lei è manifestato il Regno. 

Lo Spirito Santo che si muove cambia le cose, e questo è ciò che è sempre avvenuto attraverso i secoli; quando lo Spirito Santo agisce e si muove in mezzo alle persone esse cantano nuovi canti. Avete notato che nella Scrittura Dio non chiede mai di cantare uno dei suoi vecchi canti preferiti? Egli dice sempre di cantarGli un cantico nuovo; infatti quando lo Spirito Santo è in azione c'è sempre un' esplosione di nuovi canti, perché la musica è una delle prime cose che Egli rinnova negli uomini quando è all'opera. Ma non solo la musica cambia, cambiano anche le parole. Quando lo Spirito Santo è all'opera, le parole nuove della nuova musica indicano che è in corso una restaurazione del Regno; le persone cantano sempre più che Gesù è il Re. Con parole nuove ricordano che è ancora il Salvatore ed il Signore con la sua maestà e la sua gloria. 

Abbiamo visto fin dalla prima pagina della Bibbia la connessione tra Regno e Spirito; senza lo Spirito Santo non si può manifestare il Regno, e Dio dà del suo Spirito in modo che si manifesti. Il giorno della Pentecoste non è stato semplicemente il giorno in cui lo Spirito Santo è sceso ma è stato anche il giorno in cui il Re e il Regno sono venuti. Prima della sua morte Gesù disse, rivolgendosi agli apostoli: "Alcuni di voi non gusteranno affatto la morte prima di aver visto il Regno di Dio venire con potenza." (Marco 9:1) Tutto questo si è adempiuto il giorno della Pentecoste, quando il Regno è sceso con potenza, perciò la Pentecoste significa anche potenza, perché porta il Regno sulla terra. Per questo riveste una grande importanza l'essere battezzati nello Spirito Santo, senza quel battesimo non si può vivere nel Regno adesso. Quando Dio creò la nostra terra essa era parte del regno del cielo, lo Spirito Santo portò luce dalle tenebre, ordine dal caos e vita dalla morte, ed è la stessa cosa che sta ancora facendo: porta le persone dal regno delle tenebre al regno della luce, mette ordine in chi vive nel caos e porta vita lì dove c'è morte. 


IL RE DOMINA ANCORA 

Questo è il Regno di Dio ed all'inizio questo regno del cielo era perfettamente manifestato sul pianeta terra. Voglio puntualizzare una cosa molto importante: il Regno di Dio non si è ristretto, Egli non ha dato ad altri alcuna parte del Suo dominio; ha ancora il pieno controllo di tutto quanto ha fatto, uomini compresi. Questa è una verità molto importante della Scrittura; in parole diverse: Dio ha ancora il pieno controllo di tutte le forze della natura poiché le leggi che governano la natura sono emanate da Lui, ed a Lui ancora completamente sottoposte. Non è così per gli uomini, i quali non hanno nessuna autorità su tali leggi, infatti è impensabile per un uomo violare la legge di gravità, perché se lo facesse sarebbe la stessa legge ad avere autorità su di lui potendo provocarne anche la morte. Nessuno ha mai avuto autorità su una di queste leggi, queste leggi, invece, hanno avuto autorità su molte persone, ma Dio è al di sopra delle Sue leggi, cioè può agire in modo contrario ad esse ogni qualvolta lo desidera. Purtroppo molte persone oggi non credono più a questo. Credete che Dio possa cambiare il tempo in risposta ad una nostra preghiera? La maggior parte delle persone del mondo dirà di no, per loro la natura è come un orologio costruito da Dio, il quale una volta che gli ha dato la carica non può più intervenire su di esso; perciò l'orologio continuerà a girare a seconda delle proprie leggi, non lo si può più fermare o farlo girare in senso contrario, ed è per questo motivo che le persone dicono che i miracoli sono impossibili. Secondo loro Dio ha dato a questo mondo una natura ben precisa, ma adesso l'ha lasciato a sé stesso ed egli cammina seguendo il suo proprio ordine e le sue proprie leggi. 

Per tre volte Dio ha cambiato le condizioni atmosferiche in risposta ad una mia preghiera, e gliel'ho chiesto solo tre volte nel corso della mia vita, ma ogni volta che gliel'ho chiesto, Lui lo ha fatto. Non chiedo che splenda sempre il sole ogni qualvolta vado in vacanza o quando porto i ragazzi della chiesa a fare un picnic, prego per il cambiamento del tempo quando credo che ci sia un motivo valido per il suo Regno, ma non prego per il cambiamento del tempo se riguarda semplicemente me, la mia famiglia o la chiesa. L'ultima volta che l'ho fatto è stato tre settimane fa, perciò vi racconto qualcosa di recente. Vengo da una parte dell'Inghilterra che si trova al Nord, è una zona spiritualmente morta, non c'è niente che si muove là, 1300 anni fa erano tutti credenti, un uomo predicò il Vangelo e ci fu un gran risveglio, poi, piano piano, sono tornati tutti al paganesimo. In seguito venne un altro uomo, Giovanni Wesley e li riportò nuovamente ad essere cristiani, ma negli ultimi 200 anni tutto è ritornato come prima e questo per me è un gran dolore perché è il mio paese natale. 

Ma circa 4 mesi fa ricevetti una telefonata; 12 persone, dei contadini con le loro mogli, hanno cominciato a pregare per questa zona dell'Inghilterra e mi hanno detto: "Il Signore ci ha dato una visione: abbiamo visto un campo sopra una delle più alte montagne, era pieno di gente che ascoltava un uomo che stava predicando il Vangelo e quell'uomo eri tu. Noi abbiamo trovato il campo della visione proprio lì sulla cima della montagna, da lì non si vedono case a perdita d'occhio, ma noi crediamo che ci saranno lo stesso un migliaio di persone che ti ascolteranno. Abbiamo prenotato il giorno, e sappiamo che è un giorno in cui tu sei libero perché Dio ce lo ha detto." Quel giorno era davvero libero sulla mia agenda ed è una cosa che non capita spesso. Così andai. Mi avevano comprato un impermeabili, lì piove spesso e molto, ma io non li volevo, perché se era Dio che aveva preparato la riunione, non sarebbe certo piovuto. Arrivai lì il giorno precedente la riunione, stava piovendo, ma il giorno seguente sembrava che il tempo fosse migliorato, anche se le previsioni erano pessime. Quando iniziammo la riunione c'erano migliaia di persone che da dove fossero venute nessuno lo sa, certo da molto lontano. Dissi loro: siete stati molto saggi, perché siete venuti nell'unico posto del paese in cui non pioverà! 

Mezz'ora più tardi però la mia fede cominciò a vacillare, vidi che il cielo si faceva minaccioso e proprio quando mi alzai per dire le prime parole alcune gocce di pioggia iniziarono a cadere facendo aprire i primi ombrelli. Io ero arrabbiato con il Signore e dicevo: "Tu non puoi fare questo, hai organizzato questa riunione e può essere l'inizio di qualcosa di molto importante per il paese." Perciò guardando il cielo pregai: "Signore dividi il cielo in questo luogo." Le nuvole si aprirono, e proprio nel momento in cui cominciai a parlare il sole prese a splendere. Ho parlato per tre ore esposto al sole, la pioggia cadeva abbondantemente da ambo le parti del campo e potevamo vederla cadere a destra ed a sinistra. Ci vollero due ore prima che la tempesta smettesse, ma il nostro campo fu esposto al sole. La cosa interessante è che tutti i giornali di agricoltura parlarono di questo miracolo, ma nessuna delle riviste cristiane lo riportò. Spesso c'è più fede fuori dalla chiesa che dentro. 

E' una situazione stupenda quella in cui possiamo vedere Dio al controllo del tempo, quindi, se è necessario per il Regno, io credo che Dio agirà. E' ancora Dio che controlla la natura, non solo la parte inanimata ma anche gli animali. La Bibbia ci parla molte volte di Dio che controlla anche gli animali. Vi ricordate la storia dei due buoi che trascinavano l'Arca? Dio disse loro dove andare; ancora Dio può controllare anche rane e mosche. Io non so perché molte persone hanno dei problemi con la storia della balena nel libro di Giona, è vero che la balena era molto grande, ma il miracolo fu molto piccolo. Io ho un amico che addestra le balene in California, lui fa fare alle sue balene tutto quello che vuole, per lui non c'è nessun problema a dire ad una balena ciò che deve fare. Nel libro di Giona abbiamo otto miracoli sopra la natura e quello della balena è il più semplice di tutti, mentre il più difficile è quando Dio ordina ad un verme quello che deve fare. Ora gli uomini possono addestrare una balena e dirle cosa deve fare, ma non conosco nessun uomo che abbia addestrato un verme ad ubbidirgli, perciò, perché la nostra incredulità non si riflette piuttosto sull'episodio del verme? E' quello è il problema più grosso nel libro di Giona. Sapete perché le persone non hanno questo problema? Perché hanno sempre ascoltato la storia della balena, ma non conoscono la storia del verme. Eppure è qui che Dio mostra in pieno il controllo del mondo animale. 

Egli può parlare ad un uomo attraverso un'asina; credete che questo sia accaduto? Spesso incontro donne che hanno il marito inconvertito e vengono da me a portare i loro problemi; io dico loro di andare a cercare consiglio dal proprio marito, ma rispondono che non è credente e non comprende le cose spirituali. Spiego allora che Dio può dare risposta anche attraverso i non credenti, queste non mi credono, allora aggiungo che Dio ha parlato ad un uomo attraverso un' asina e dunque sarà in grado di parlare loro anche attraverso il proprio marito. Così ho scoperto che cosa pensavano dei loro mariti! Abbiamo un Dio all'altezza della situazione in tutto ciò che ha creato, perciò i miracoli possono accadere nel mondo naturale, e quindi è possibile anche calmare la tempesta nel nome di Gesù. Ho conosciuto missionari che hanno comandato a leoni e perfino a coccodrilli, che come noto non possono essere addomesticati. Gesù disse che i suoi seguaci, anche se fossero stati morsi da serpenti, non ne avrebbero avuto alcun male. Credete voi questo? Questo è l'insegnamento della Bibbia, è accaduto a Paolo nell'isola di Malta. E' questo tipo di fede che il mondo di oggi non ha, gli uomini di oggi pensano che la natura sia un sistema chiuso che si controlla da solo e sul quale non si possa interferire, ma la Bibbia ci insegna in maniera completamente diversa. 

IL RE DELLA STORIA 

Dio non solo creò l'Universo, ma ancora oggi governa sopra ad esso, Egli è ancora nel suo Regno ed è in questo che dobbiamo avere una fede vitale. La Bibbia non ci presenta solamente un Dio che controlla la natura, ma anche un Dio che controlla la storia. Il suo Regno ha autorità anche sugli affari degli uomini, non solamente di quelli che lo conoscono ma anche di quelli che non lo conoscono. Anche gli increduli sono governati da Dio, forse loro stessi non se ne rendono minimamente conto, ma sono sotto il suo Regno. Ed è Dio che ha deciso i confini di ogni nazione, quanto spazio vitale esse possono avere e quanto è loro concesso nel tempo e nello spazio. Ad esempio, l'unificazione delle due Germanie è stata una cosa così inaspettata e così veloce che i tedeschi stessi riconoscono che è stato Dio a fare ciò, ed è Dio che sta provocando i cambiamenti in atto nell'Europa dell'Est. Anche per tutto questo la risposta ci viene da Paolo, il quale ci dice che è Dio a stabilire i confini per ogni nazione. Avete mai sentito predicare questo? Questo è il Dio della storia, questo è il Regno di Dio. 

La mia storia preferita nel Vecchio Testamento è quella di Nabucodonosor, riportata al cap. 4 del libro del profeta Daniele. Egli regnava sopra Babilonia, una terra piatta dove scorrono i due fiumi Tigri ed Eufrate, qui non ci sono pietre ma solo argilla, perciò ogni cosa era costruita con mattoni. Nabucodonosor si innamorò di una bellissima principessa che abitava a Teheran, in Iran. Quella città era circondata da montagne e foreste piene di animali selvatici. Quando la principessa andò a Babilonia, ne restò delusa tanto che si ammalò di nostalgia, non le piaceva questa terra tutta piatta dove non c'era nessun albero, nessuna montagna e nessun animale selvatico, durante le sue notti essa non faceva che piangere. Allora Nabucodonosor decise di fare qualcosa a questo riguardo, disse: "Io ti costruirò una montagna!" 

Cosi costruì una montagna di mattoni e poi vi fece piantare una foresta, piantò alberi sopra tutta la montagna artificiale, che nel mondo antico divenne una delle attrazioni più grandi, difatti una delle sette meraviglie del mondo sono i giardini pensili di Babilonia, poi fece arrivare degli animali e li mise nella foresta, come uno zoo personale. Quindi disse alla principessa che adesso, avendo una montagna, una foresta e degli animali, avrebbe potuto essere felice, inoltre le aveva costruito anche un bellissimo palazzo. Una notte egli stava camminando sulla sua montagna artificiale ed incominciò a pensare quanto fosse grande quella Babilonia che lui aveva costruito, per il suo regno, per la sua forza e per la sua gloria. Egli pensava: "Mio è il Regno, la potenza e la gloria!" C'era solo una parola sbagliata nei suoi pensieri, invece di dire "mio" avrebbe dovuto dire "tuo". E una notte ebbe un sogno, vide un albero gigantesco la cui cima raggiungeva i cieli e sentiva la voce di un angelo che diceva: "Tagliate quell'albero, ma lasciate le radici, ed il ceppo legatelo con catene di ferro e di bronzo." (Dan. 4:23) Nessuno riuscì a comprendere il significato di quel sogno, eccetto Daniele, che lo spiegò dicendo: "Tu sei quell'albero, ma sarai tagliato, e ti sarà data la mente di un animale per sette anni, finché tu riconoscerai che l'Altissimo è colui che regna e domina sopra gli uomini, ed Egli dà questo Regno a chi vuole." (Dan. 4:25) Tutto questo accadde a Nabudcodonosor che diventò pazzo. La Bibbia ci dice che i suoi capelli crebbero così come le sue unghie, che dovettero legarlo nel suo zoo privato in mezzo agli animali selvatici, e che per sette anni si nutrì dell'erba dei campi. Questa è una storia vera. 

Alla fine dei sette anni egli alzò gli occhi al cielo e disse: "Dio il Tuo Regno domina, e adesso io Ti onoro come Re, il Tuo Regno è un Regno ad eterno e qualunque cosa tu faccia è la cosa giusta". (Dan 4:34) Nabucodonosor non era un Giudeo, ma riconobbe che Dio regna ed Egli decide ogni cosa, così riebbe indietro il suo regno e dopo di ciò egli diede testimonianza intorno al Regno di Dio. Credete voi tutto questo? Credete voi che è Dio che decide ad ogni elezione che viene fatta in Italia come in qualunque altra nazione? Lo avete mai sentito predicare? E' Dio che decide quale tipo di governo dovete avere. Dobbiamo insegnare al nostro popolo, alla nostra gente, la lezione di Nabucodonosor. 

Nel 1979 siamo andati in Israele per due settimane con un gruppo di persone della nostra comunità, poi intendevo restare per una settimana per conto mio, finché fosse arrivato un altro gruppo per altre due settimane. In quella occasione ho scoperto che era più facile insegnare sul Regno di Dio in due settimane in Israele che in due mesi nella nostra comunità. Mia moglie, che era venuta con me, riportò il primo gruppo indietro e mentre la stavo salutando all'aereoporto mi ha detto: "David, non sarai in grado di partecipare alle elezioni che ci saranno, ti sei ricordato della pratica per votare per posta?" Dissi: "No, mi sono dimenticato." "Allora non potrai votare." "Si è vero, però posso pregare." E quella sera da solo nell'hotel ho pregato: "Signore per chi voterai tu in queste elezioni?" Lui mi ha detto: "M. Thatcher." Domandai: "C'è qualcosa che lei non sa di cui tu vuoi che venga a conoscenza?" Mi rispose due cose: la prima era quella di mettersi in contatto con Begin, primo ministro di Israele, l'altra è che doveva ritornare alla fede dei suoi padri che erano metodisti. Così mi sedetti e scrissi la lettera: Signora Thatcher voglio essere la prima persona in tutta l'Inghilterra che si congratula con voi perché siete diventata primo ministro, poiché Dio vi sta per dare questa responsabilità. Poi ho pensato tra me: "Non posso mandare questa lettera, lei non sa neanche chi io sia; e poi, come faccio ad essere certo che Dio ha parlato!" Perciò decisi di fare una passeggiata per le strade di Tel Aviv e pregare su questo argomento, ma mentre passeggiavo in una strada principale vidi esposto nella vetrina di una libreria un testo di Isaia: "Per amore di Gerusalemme io non me ne starò quieto. Per amore di Sion non tacerò" ( Isa. 62:1) allora ho detto: "D'accordo Signore, manderò la lettera." 

Lei fu eletta e quando i giornalisti la intervistarono e le chiesero che cosa avrebbe fatto ora come primo ministro, lei lesse la mia lettera. Io non sapevo niente di tutto questo, mi trovavo ancora in Israele con il secondo gruppo della chiesa. Ma non finisce qui, quando arrivò il momento di partire, notai che a tutto il nostro gruppo erano stati consegnati biglietti di una compagnia aerea britannica, mentre il mio era di una linea aerea Israeliana. Ero separato dal gruppo, i membri della nostra comunità avevano comunque fede che fosse Dio ad organizzare tutto questo. Così salii su questo aereo e vi trovai un uomo: Begin, il primo ministro di Israele che stava andando a Londra per incontrare il nuovo primo ministro e quindi lo misi al corrente di ciò che Dio mi aveva rivelato. Questa fu veramente la prima volta che mi resi conto che Dio aveva il controllo della storia. Da allora non ho più dubitato che è Dio che sceglie i primi ministri. Ma Egli può scegliere ogni primo ministro in uno di questi due modi: in giustizia, per darci il primo ministro che noi ci meritiamo, o in misericordia dandoci il primo ministro di cui abbiamo bisogno. Però non vi rivelerò quale penso che sia il primo ministro M. Thatcher. Però so che Dio regna sovrano sopra il governo del mondo. Sapete, noi molte volte predichiamo un Dio piccolo, un Dio che può aiutare anche la singola persona e questo è giusto, ma è anche vero che quando predichiamo il Regno di Dio predichiamo un Dio che regna sopra tutto l'Universo, che regna sopra le forze della natura, perciò i miracoli sono possibili, ed è anche un Dio che regna sopra la storia e che sceglie il governo per te. Questo è un grande Dio ed è questo grande Dio che ti ama e vuole farti parte del suo Regno, portarti sotto il suo governo. Perciò è un Vangelo più grande di quello che solitamente viene predicato, infatti comincia con il Dio il cui Regno è eterno e che ha il pieno controllo su tutte le cose che accadono, che non è mai sorpreso da niente, né mai si chiede che cosa deve fare e che ha anche un'altra area sotto controllo, alla quale dobbiamo pur pensare. Poiché noi non siamo le creature più importanti che lui abbia fatte; gli evoluzionisti dicono che l'uomo è l'apice dell'Universo, ma non è così, noi siamo al secondo posto, perché Dio ha creato altri esseri che riempiono l'Universo, più intelligenti di noi, che hanno più forza di quanta ne abbiamo noi, e si chiamano angeli. Ogni qualvolta mi trovo a dibattere con uno che crede nell'evoluzione, chiedo subito se crede negli angeli e da dove pensa essi siano venuti fuori, se vengano forse dalle scimmie, ma di solito, chiaramente, essi non credono negli angeli. 

Gagarin fu il primo uomo che volò nello spazio, e quando ritornò gli chiesero se avesse visto degli angeli nella stratosfera ed egli rispose di no, e tutti i Russi risero pensando che fosse una barzelletta, ma gli angeli videro Gagarin. Ad un astronauta americano chiesero se avesse incontrato Dio nello spazio e questi rispose: "No, non l'ho incontrato ma se mi fossi tolto la tuta spaziale lo avrei incontrato!" Era abbastanza vicino alla verità. Ci sono angeli tutto intorno a noi, ogni qualvolta noi adoriamo gli angeli si uniscono e ci stanno guardando. Credete voi questo? Loro adorano insieme a noi. Ecco perché Paolo ha detto che la lunghezza dei nostri capelli è importante a motivo degli angeli. Quando si viene in chiesa per adorare Dio gli angeli guardano i nostri capelli, è parte della parola di Dio, e Dio ha il controllo totale anche sopra gli angeli, perciò non solamente sopra la natura, non solo nel mondo degli uomini, ma il suo Regno comprende anche gli angeli, non solo gli angeli buoni ma anche quelli malvagi. Noi non sappiamo quanti siano gli angeli, sappiamo che ce ne sono migliaia, ma il loro numero è fissato perché essi non si sposano né si riproducono e neanche muoiono. Sappiamo che un terzo di loro si sono ribellati al Re e sono decaduti, ma Dio mantiene ancora il controllo pieno sopra di loro ed è molto importante per noi insegnarlo perché Satana deve chiedere il permesso a Dio prima di toccare ogni singolo essere umano; leggete il primo capitolo del libro di Giobbe. 

Satana può spostarsi molto velocemente su tutta la terra, ma non può essere presente contemporaneamente in più di un posto per volta, perché lui non è Dio; io non so dove si trovi questa mattina, dubito che noi siamo così importanti da farlo essere qui, perché lui ha un regno per conto proprio, ed ha agenti dovunque, ma non può essere presente in più di un posto per volta. Quando Dio chiese a Satana cosa pensasse del suo servitore Giobbe, egli rispose secondo il suo cinismo praticamente così: "Sai perché ti ama? Perché ha udito il Vangelo della salute e del benessere, gli è stato detto che se avesse creduto in Dio sarebbe stato ricco e pieno di salute." (Giobbe 1:9-12) Avete mai sentito questo vangelo? Il diavolo è stato il primo che ne ha parlato. Poi disse: "Portagli via la sua ricchezza e vedrai se ti ama!" Satana sapeva bene che la prova del nostro amore per Dio non è data nella ricchezza, ma nel bisogno. Così Dio permise che fosse tolta la ricchezza a Giobbe. Ma vedendo che il risultato non veniva ottenuto Satana aggiunse che gli restava ancora una bella famiglia, ed allora fu dato il permesso di togliergli anche la famiglia. Ma ugualmente Giobbe continuava nella sua fedeltà. "Però ha ancora la salute!" continuò Satana. Ed in ultimo fu permesso di togliergli anche quella. "Vedrai che ora ti maledirà!" pensava Satana, ma Giobbe non lo fece perché era un uomo di Dio. La cosa importante in tutta questa storia sta nel fatto che Satana non poteva toccare Giobbe se Dio non gli dava il permesso di farlo. 

Questo dimostra che Satana è sotto il controllo di Dio. Noi siamo in lotta con Satana, ma Dio non ha nessuna lotta con lui. A questo riguardo nel Nuovo Testamento c'è una promessa preziosa per noi: un credente non potrà mai essere tentato al di là delle proprie forze. Dio non permetterà mai a Satana di tentarti più di quanto tu possa resistere, ecco perché abbiamo bisogno di pregare ogni giorno: "Non indurci in tentazione, ma liberarci dal maligno." (Mat. 6:13) Se Satana è sotto il controllo di Dio bisogna chiedere a Dio di controllarlo in favore nostro e Dio lo farà perché anche Satana è sotto il Regno di Dio. 


PERCHE' IL MALE ? 

Dunque, se per Regno di Dio si intende il suo dominio sopra tutto il creato e cioè: sopra la natura, la storia e gli angeli; a questo punto sorge la domanda di come mai il mondo sia in un tale caos, del perché ci sia tanta sofferenza. Se Dio ha il pieno controllo di tutto come possiamo spiegare coerentemente lo stato in cui si trova questo mondo? Questa è la domanda più importante che viene fatta dagli increduli, quando si predica il Regno di Dio. Perché ci sono carestie, terremoti, perché c'è l'AIDS, perché c'è il cancro? Perché Dio permette la guerra, perché non dà lo stop a tutta la malvagità: l'esistenza di queste cose infatti rappresenta un controsenso per un Dio buono ed onnipotente; ma normalmente quest'ostacolo viene aggirato rinnegando almeno una di queste sue caratteristiche. E questa è la maniera sbagliata di risolvere il problema. Ci sono infatti persone che dicono che Dio è potente ma che non è buono e che si sta prendendo gioco di noi, non ci ama veramente, non si prende cura di noi, non gli importa se molti muoiono, in sostanza è un re potente, ma non un buon re. Questa è una delle risposte che sempre più vengono date al di fuori della chiesa; è la risposta che ci giunge da films e racconti: Dio non è buono. 

Anche noi, ogni volta che ci lamentiamo di qualche cosa, in sostanza stiamo dicendo che Dio non è buono. Anche quando mi lamento del tempo sto in sostanza dicendo che Dio non controlla bene l'Universo. Molti increduli sono sicuri che loro dominerebbero la situazione meglio di quanto faccia Dio. Se io fossi Dio non farei questo, non permetterei che questo accadesse, non farei morire di fame i bambini. Quando qualcuno parla così sta semplicemente dicendo che farebbe meglio di Dio, perché è un Re non buono, potente ma cattivo. Questa è uno dei tipi di risposta sbagliata. Un'altra risposta possibile è che Dio è buono ma debole, e questa viene data di solito dentro la chiesa, noi la ascoltiamo regolarmente in Inghilterra da alcuni conduttori spirituali. In Inghilterra ci sono alcuni programmi televisivi con dibattiti fra prelati, dove sembra che nessuno di loro creda alla Bibbia. Quando li seguo di solito mi arrabbio, e siccome quando mi arrabbio mi devo sfogare su qualcuno, se ho a portata di mano mia moglie mi sfogo su lei, perciò mi ha intimato di non guardarli più. Una volta però ce ne fu uno che fece arrabbiare anche lei, e siccome in 35 anni che la conosco l'ho vista veramente arrabbiata solo quattro volte, quando questo accade prendo nota. 

C'era un vescovo della chiesa anglicana che veniva intervistato da una donna non credente; questo vescovo era il presidente di un comitato che sta revisionando il credo della chiesa di stato. A questo proposito la donna gli fece una domanda: "State cambiando il vostro credo nei confronti di Dio?" Rispose: "Si!" - "Che tipo di cambiamento state apportando?" "Fino ad ora abbiamo sempre pensato ad un Dio onnipotente, ma adesso noi crediamo che invece è debole, debole come l'acqua." Lo ha ripetuto per ben due volte: "Debole come l'acqua!" La donna replicò: "Ma che cosa intende?." Rispose: "Dio è bravo, amabile, gentile, ma non può far niente per risolvere i problemi del mondo al punto in cui si trova, perché dipende da noi, solamente attraverso di noi il mondo potrà essere sistemato." Di nuovo lo interrogò dicendo: "Pensate che questo cambiamento attirerà le persone in chiesa?" "Certamente!", rispose il vescovo, "perché quando le persone si renderanno conto di quanto Dio ha bisogno di loro correranno in massa." Ancora lei chiese: "Come si raffigura Dio?" Il prelato pensava ad una grande famiglia, con una nonna che ama tutti quanti, il suo amore mantiene unita la famiglia, ma sono gli altri membri che vanno fuori, lavorano e risolvono i problemi, perciò raffigurava Dio come quella nonna, perché secondo lui il suo amore ci mantiene uniti; ma siamo noi che dobbiamo aggiustare il caos di questo mondo, non lui. E questa donna non credente disse: "Ho sempre pensato che Dio fosse un Padre e non una nonna." Fu questo il caso in cui mia moglie si arrabbiò moltissimo dicendo che quel vescovo stava bestemmiando. E quella era una sacra ira! Questo tipo di risposta è data da molte persone nelle chiese: Dio è un buon Re ma è debole, mentre fuori dalla chiesa si dice che è un Re potente ma cattivo. Tutte e due le risposte sono chiaramente sbagliate; Egli è un buon Re ed un Re potente! Ma allora qual è la risposta al problema del dolore e della sofferenza, come mai il mondo è finito nel caos in cui si trova adesso?

Questa è la risposta che dà la Bibbia: A due parti della sua creazione Dio ha dato libertà: agli angeli ed agli esseri umani; ad entrambi ha dato la libertà di scegliere se restare o meno sotto il suo Regno, cioè di decidere di vivere, o meno, sotto il suo governo. Ha dato questa libertà agli angeli e la stessa libertà l'ha data a noi esseri umani, perché voleva dei sudditi che fossero volontari, non voleva dei forzati. Egli non è un Re totalitario, ma un Re che ama e vuole essere amato dai suoi sudditi, e nessuno può forzare l'amore. Fu in seguito a questa decisione che si verificò il problema: un terzo degli angeli e tre terzi della razza umana decisero di non volerlo come Re fin dall'inizio. Questo è ciò che rappresenta l'albero della conoscenza del bene e del male, poiché fu attraverso quello che Dio proclamava di essere il Re. 

Egli diceva: "Avete tutta la terra per rallegrarvi; ma sono Io l'unico che può dare delle regole di vita", e l'unica regola che diede ad Adamo fu di non mangiare il frutto di quell'albero. E' possibile che fosse un albero reale; non ho nessun problema a credere ad un albero che fosse anche un sacramento; ad esempio il vino e il pane che usiamo per la comunione sono solamente pane e vino, ma Dio può usarli come giudizio sopra di noi. Così come può usare l'acqua del battesimo per purificarmi, anche se è solamente acqua. Dio può usare delle cose materiali per un significato spirituale. Ho un pezzo di plastica e di metallo a casa che può farmi felice o mi può rendere triste e timoroso, lo tengo sulla mia scrivania ed è solamente un pezzo di plastica e metallo, dipende solo da l'uso che ne faccio: è il mio telefono. Mi può rendere felice oppure triste, però attraverso di esso io posso contattare delle persone. Così è anche per il pane ed il vino, anche attraverso questi elementi puoi avere comunione con Gesù o un giudizio su di te. Anche quello poteva essere solamente un albero, ma attraverso di esso è stato possibile scegliere se ubbidire a Dio oppure no, è la stessa cosa. Gesù sputò nel fango, lo mise sopra gli occhi del cieco dicendogli: "Adesso tu vedrai", e lui vide, Dio può usare cose materiali per portare dei risultati spirituali. (Giov. 9:11) 

Egli mise l'albero in mezzo al giardino e disse: "Non mangiate il frutto di quell'albero!" Che cosa stava in realtà dicendo? Stava dicendo: "Io sono il Re e sono Io che deciderò per te ciò che è buono e ciò che è cattivo, tu non puoi deciderlo, non ne sei all'altezza, questo è il mio compito di Re." In questo passo la Bibbia afferma che la "conoscenza del bene e del male" non è qualcosa di intellettuale, bensì lo sperimentare il buono ed il cattivo. Mangiare di quel frutto è come dire a Dio che sono io a decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo a seconda della mia propria esperienza; e non lascerò a te questa autorità. (Gen. 2:17) 

Questo è esattamente ciò che ogni essere umano dice. Ricordo ancora la mia prima sigaretta, anche se ho smesso di fumare quando avevo nove anni, non ne ho più voluta nemmeno una da allora. Eravamo quattro ragazzi con un pacchetto di sigarette, ci eravamo nascosti dietro un cespuglio e le abbiamo fumate tutte quante, poi, ovviamente, ci siamo sentiti male e da allora non ne ho più fumate. Perché lo abbiamo fatto? Non ho mai incontrato nessuno che mi abbia detto che ha goduto di quella prima sigaretta. Perché allora lo abbiamo fatto? Perché qualcuno aveva detto di non farlo! E noi non volevamo che qualcun'altro decidesse per noi, perché volevamo acquistare quella conoscenza da soli per poter decidere noi stessi. E' esattamente ciò che accadde in Eden. Adamo ed Eva stavano dicendo: "Tu non sei il nostro Re, noi saremo Re a noi stessi, ci governeremo da soli e perciò decideremo da soli quello che possiamo e quello che non possiamo fare", ed è questa la ribellione di tutta la razza umana. Lo facciamo da ragazzi, i nostri genitori ci avvertono, ci dicono che non è buono, ma noi lo facciamo al più presto possibile. 

Una madre dice al suo bambino: "Siediti!" Ma lui non si siede, allora lei gli strilla: "Siediti!" Ma ancora non si siede, e così alza la sua mano lo spinge sulla sedia e il bambino dice: "La mia parte fisica, quella esteriore si è seduta, ma quello che è dentro di me sta ancora dritto in piedi!" E questa è vera ribellione. Similmente la razza umana dice: "Noi non vogliamo Dio come nostro Re, vogliamo scegliere noi il nostro Re", e la storia è piena di regni dell'uomo; invece di un solo regno del cielo sulla terra abbiamo molti regni degli uomini e molte guerre tra questi regni umani, e ogni uomo o donna è il suo proprio regno. Tutta l'umanità sembra dire: "Decideremo noi stessi ciò che è buono e ciò che non lo è, perciò non vogliamo gli ordinamenti di Dio; ci siamo esclusi fuori dal suo regno." E' questo è lo stato in cui si trova la maggioranza delle persone nel mondo. Vogliono fare i loro propri regolamenti, avere il proprio regno, ma non possono. Dio ha deciso di fare qualche cosa per la razza umana. Egli ha detto a sé stesso: "Se non vogliono avere un buon Re, non permetterò loro di avere un proprio regno, darò loro un cattivo Re." Questa è una decisione venuta fuori dalla Sua Giustizia e dalla Sua Misericordia; giustizia perché è ciò che ci meritavamo, misericordia perché ci mostra l'alternativa del regno celeste. Per questo Dio diede il permesso a Satana di avere il suo proprio regno, ed è diventato noto come il principe della potestà dell'aria. Chiunque respira questa aria nasce in questo regno; anche gli astronauti quando vanno nello spazio sono sempre figli di questo regno quando respirano, perché continuano a respirare aria e sono pertanto sotto il dominio di Satana. 


IL REGNO DI SATANA 

Al Re di questo mondo non importa niente dei suoi sudditi, non si preoccupa di loro ma li distrugge, puoi avere una prova di questo ovunque ti giri. Il mio interprete lavora insieme a dei ragazzi tossicodipendenti; lui vede tutti i giorni persone che sono distrutte da Satana, essi non riescono neppure a vivere la loro vita se non vengono riscattati da quel Re. Satana è un Re malvagio. Adesso voglio descrivervi il suo regno: la prima cosa che noi sappiamo è che il regno di Satana è un regno di malattie ed infermità. Dio ha fatto questo nostro corpo in modo meraviglioso, è una macchina perfetta. Vorrei che la mia automobile fosse fatta in tale modo, perché purtroppo se qualcuno urta la mia macchina questa non si ripara da sola e nemmeno quando le gomme si consumano ricrescono di nuovo. Eppure conosco uomini che custodiscono la loro macchina meglio di quanto facciano col loro corpo, ma Satana vuole che i vostri corpi siano malati e la malattia viene dal diavolo perché Dio non causa la malattia, anche se può dare a Satana il permesso di farlo. Lo ha fatto con Paolo, in seconda Corinzi cap. 12, ma il Regno dei Cieli è contro la malattia, ed una delle prove che il Regno dei Cieli è qui è quando la malattia viene guarita. 

Dio non ha mai detto di aver creato la malattia, questa appartiene al regno di Satana. Questo regno è un regno di tenebre, a Satana non piace la luce e la maggior parte della sua attività si svolge durante la notte (invece Dio opera durante il giorno). Le tre del mattino è l'ora di massima attività di Satana. Ci sono più suicidi alle tre del mattino che in qualsiasi altro momento. Ho detto questo recentemente in Germania e dopo la riunione una donna è venuta verso di me e mi ha detto che la Gestapo di Hitler arrestava le persone sempre alla tre del mattino. A Satana piacciono i night club, a lui piace operare quando le persone non vedono, perché lavora in una maniera nascosta. Gesù, raccontando una parabola, disse che qualcuno era venuto di notte a seminare delle zizzanie. Se c'è qualcosa nella tua vita che deve essere nascosta alle altre persone, in quella cosa c'è terreno fertile per Satana. 

Se un marito nasconde qualcosa alla propria moglie, in quello c'è un territorio per Satana. Questa è una delle ragioni per cui la Massoneria appartiene al regno di Satana. Ho parlato molto sulla Massoneria e molte persone sono state liberate. Alcuni mi chiedono che cosa ci sia di male in tutto ciò, ed a loro rispondo che ci sono molte cose: innanzitutto questa attività deve essere tenuta nascosta alle altre persone, e quando ci siamo ben addentrati in essa ci accorgiamo che stiamo adorando Lucifero, cosa molto pericolosa e sottile: troppe persone vengono catturate da ciò. Un ragazzo di 14 anni che vive vicino a noi aveva un problema particolare, bagnava il letto due, tre volte per notte. I genitori avevano provato ad andare dai medici, ma niente era in grado di curarlo; era una cosa molto imbarazzante per il ragazzo quando si allontanava da casa. Poi il padre ha rifiutato la Massoneria e il ragazzo da allora in poi non ha più bagnato il letto. Il padre non si era reso conto di ciò che aveva introdotto in famiglia. Potrei raccontare molte altre storie come questa. La Massoneria appartiene al regno delle tenebre, perché appartiene alle cose segrete e nascoste, mentre il Regno di Dio è un regno di luce e ogni cosa deve essere portata alla luce. Il regno di Satana è un regno di sporcizia, le persone che vengono prese da Satana diventano sporche anche esteriormente (anche se più spesso diventano sporchi dentro), ma il Regno di Dio è un regno di persone pulite. I demoni vengono chiamati spiriti immondi, ecco perché il battesimo ci inizia alla vita nel Regno di Dio, perché è un bagno per persone sporche, affinché possano ricominciare pulite. Il suo è un regno di inganni, Gesù ha detto che quando Satana mente dice del suo proprio in Giovanni cap. 8 perché lui è un bugiardo fin dall'inizio. Ogni bugia può essere ricondotta a Satana e il mondo è pieno di bugie e questa è una evidenza chiara del suo regno. 

Il diavolo, per quanto mi riguarda, non mi appare mai con le corna o vestito di nero, con la coda e il forcone. Se aprendo la porta lo trovassi così, richiuderei semplicemente, ma è troppo intelligente per apparire così. Egli viene travestito, infatti venne travestito davanti ad Eva, non come un serpente. (perché lì aveva le gambe), ma era più simile ad un lucertolone. Mi meraviglio come nelle scuole domenicali venga presentato come un semplice serpente, perché aveva le zampe ed una parte della punizione che ricevette fu quella di perderle. Sapete che ogni serpente ha delle zampette piccolissime sotto le scaglie? Satana si avvicinò a Gesù travestito da Pietro, può venire come un angelo di luce, si può mettere gli abiti di un sacerdote: è molto abile nell'ingannare. 

La chiesa non è mai stata distrutta dall'esterno, perché più c'è opposizione all'esterno, più la chiesa cresce. Satana può cercare di distruggere la chiesa solo dall'interno, attraverso gli inganni e lo sta facendo ovunque nel mondo. E' molto abile anche nel citare la Bibbia, ma sa solo citare dei testi, non il contesto (ed ha provato anche con Gesù). Perciò bisogna stare attenti anche quando sentiamo qualcuno che cita la Bibbia, perché anche Satana lo può fare, perciò il suo regno è un regno di inganno e può accecare le menti delle persone affinché non vedano la verità. Penso che ognuno di noi dopo la conversione si sia sentito frustrato perché volevamo rivelare a tutti quanti questa verità, e ci meravigliavamo di come gli altri non potessero vederla. Ho visto la verità, ho visto la luce, perché la mia famiglia non crede, quelli a cui io parlo non accettano? Allora ti rendi conto che una volta anche tu eri cieco, finché il Signore non ti ha aperto gli occhi anche tu non vedevi niente. 

Ho scoperto che le persone oggi sono disposte a credere a chiunque ed a qualunque cosa. Avete mai sentito parlare della riflessologia? Se per esempio tu scortichi la parte destra del tuo piede, questo cura la tua spalla, e le persone ci credono. C'è una crescita straordinaria di quella che oggi viene chiamata la medicina alternativa: omeopatia, agopuntura eccetera, le persone sono disposte a credere tutto, meno che la verità. Non è una cosa frustrante? Dici loro la verità e non ti vogliono credere. Raccontagli qualsiasi altra cosa, crederanno a tutto! Una delle industrie in forte crescita oggi è quella dell'occultismo e della superstizione. Il diavolo ama questo e c'è molto di questo in Italia. Ecco come il diavolo ha presa sulle persone. Esse possono anche andare in chiesa la domenica, ma la loro vita è controllata dalle loro superstizioni, dalle stelle, dall'astrologia. L'astrologia ai nostri tempi controlla anche il prezzo del petrolio: alcuni dei capi dell'Opec consultano le stelle prima di decidere il prezzo del petrolio (e sappiamo quale effetto ha sull'economia mondiale!) 

Alcune persone mi hanno chiesto se nella Bibbia si parla di astrologia; i Magi che dall'est seguirono la stella erano senz'altro astrologi. Perciò, dicono, anche l'astrologia è approvata. Io rispondo che non hanno letto correttamente: il credo dell'astrologia è che è la posizione delle stelle ad avere effetto sul bambino quando nasce, ma a Betlemme fu la posizione del bambino che ebbe un effetto sulle stelle, perciò è completamente diverso, qui non si tratta di astrologia, bensì del Signore dell'Universo che nasceva. Alla stessa maniera, quando morì, il sole si spense, perciò era Gesù che aveva effetto sulle stelle: questo è molto diverso. 

In Inghilterra sei uomini su dieci e sette donne su dieci leggono l'oroscopo ogni giorno. Le predizioni nel campo dell'astrologia hanno una percentuale di correttezza del 5%, ma le persone ci credono lo stesso. C'è una scienza chiamata futurologia ed anche all'Università c'è un ramo di studio sul futuro; le previsioni che vengono fatte da tali studi sono giuste al 25%, ma la gente ci crede. 

Adesso guardiamo alla Bibbia, in questo libro un verso su quattro ha una predizione per il futuro, vengono fatte 735 predizioni del futuro in questo libro; alcune di queste vengono citate una sola volta, altre vengono ripetute 300 volte. Quante di queste si sono avverate? 596 si sono già avverate e la maggior parte delle altre non si sono avverate, perché parlano dei tempi della fine. Oggi, ottobre 1990, ne sono rimaste ancora 20 che devono avverarsi prima che Gesù ritorni, le restanti riguardano il tempo dopo il suo ritorno, e stiamo parlando di 20 su 735. Fino ad ora nessuna delle predizioni che dovevano accadere è venuta meno. Perciò l'81% delle predizioni di questo libro si è avverato, ma questo non significa che la Bibbia sia accurata all'81% perché è stata precisa al 100% per quello che è accaduto fino adesso, perciò credo che il 19% del rimanente accadrà. 

Pertanto, abbiamo detto che l'astrologia ha un 5% di accuratezza, la futurologia il 25% mentre la Bibbia il 100%, ma la maggior parte delle persone leggono l'astrologia, il resto legge la scienza e solamente pochi leggono la Bibbia. Non è una cosa pazza? Perché le persone sono così pazze? Perché Satana ha accecato le loro menti ed esse non vogliono conoscere la verità; perché la verità è questa: Dio regna! 

Ci sono due cose particolari circa Satana da esaminare: la prima è l'odio che egli ha per il popolo giudaico; perché è attraverso questo popolo che la sua caduta verrà manifestata. Una delle cose più irrazionali della storia dell'uomo è l'odio immotivato verso questo popolo, ed è ancora esistente. Saddam Hussein sta solo aspettando una scusa per poter mandare i suoi missili su Israele, egli vuole portare tutto il mondo nella crisi del Golfo in modo da poterlo fare: In questo contesto Israele non c'entra proprio per niente, ma egli odia Israele e sta aspettando il momento adatto per farlo sparire. Anche la mia nazione è stata altrettanto malvagia; nel 1300 i Giudei in Inghilterra furono banditi e durante tutta la storia possiamo vedere l'odio manifestato in molti modi verso il popolo giudaico. Fu per la prima volta a Venezia che i Giudei furono costretti a vestire con la fascia gialla sul braccio. La parola "ghetto" è una parola italiana: la prima volta che gli Ebrei sono stati confinati e messi in un ghetto è stato in Italia. La colpa di ciò è dei papi, benché gli ultimi tre siano stati diversi. 

Perché tutto quanto il mondo nutre un odio sviscerato contro questo piccolo popolo? Perché attraverso questo popolo la conoscenza di Dio si è sparsa su tutta la razza umana. La Bibbia è un libro giudaico e Gesù era ed è un Giudeo, ecco perché Satana odia i Giudei. Uno dei suoi metodi preferiti è uccidere i bambini; quando nacque Mosè, Satana convinse Faraone ad uccidere i bambini e quando nacque Gesù, Satana convinse Erode ad uccidere i bambini. Egli sta facendo il massimo per far aumentare, anche in nazioni cristiane, il tasso dell'aborto, e mi chiedo quanti conduttori cristiani non sono venuti alla luce a motivo di questo. Io odio Satana e spero che anche voi lo odiate, egli è un Re malvagio: offre ai suoi sudditi ciò che vogliono in questo mondo, e poi li distrugge. Dio ha creato il pianeta terra, lo ha riempito di esseri umani che poi hanno rifiutato di vivere nel Regno del cielo. Perciò vivono nel regno dell'inferno, Satana è il principe, il Re, il dio di questo mondo; sono infatti questi titoli che la Bibbia gli dà. Ma Dio lo lascerà in questa posizione? Il Regno del cielo non sarà più visto sulla terra? 


UNA BUONA NOTIZIA 

La ribellione dell'uomo contro il Regno di Dio fu tale che l'uomo meritò Satana come re. La soluzione che Dio trovò dopo la ribellione fu una punizione, ma contemporaneamente un incentivo per poter rientrare nel Suo Regno; per questo esprime sia la Sua giustizia che la Sua misericordia. La maggior parte delle azioni di Dio esprimono queste due cose; la croce esprime in modo speciale la Sua giustizia e misericordia verso il peccato. Pertanto, che cosa può fare Dio per un mondo che è nella presa del diavolo? Ci sono diverse possibilità, la prima sarebbe cancellare il mondo e ricominciare tutto di nuovo per vedere se la seconda volta le cose funzionerebbero meglio. C'è un versetto molto triste in Genesi cap. 6 e penso che sia il versetto più triste di tutta la Bibbia perché dice che Dio si pentì di aver fatto l'uomo. Non si era dispiaciuto di aver fatto i monti e gli oceani, ma si era dispiaciuto di aver fatto noi. 

Ho sentito genitori dire: "Avremmo desiderato non aver avuto figli." Ed anche se è una cosa orribile da dire, Dio la disse e decise di eliminarli tutti. E' molto interessante constatare che a provocare quella reazione furono la perversione sessuale e la violenza, infatti erano le cose di cui la terra era piena. Sembra roba dei giorni nostri; basta guardare alcuni nastri video e subito ce ne rendiamo conto. Quella fu una storia particolarmente sordida: un certo numero di angeli ebbe rapporti sessuali con alcune donne, che concepirono dei figli. Una situazione di questo tipo è stata descritta anche da alcuni films, uno tra i più famosi è stato "Rosemary's baby", che mostra appunto i risultati di una relazione innaturale simile a quella descritta in Gen. 6. Il risultato fu che la terra si riempì di violenza e perciò era impossibile perfino a Dio rimanere indifferente, non poteva più permettere che ciò continuasse. 

Però prima di eseguire il giudizio avvertì gli uomini, attraverso il suo primo profeta Enoc, che Egli stava per giudicarli dicendo loro che se tutto quel sesso e violenza fossero continuati Dio li avrebbe distrutti. Poi, all'età di 65 anni, Enoc ebbe il suo primo figlio, al quale Dio ordinò di dare uno strano nome: "Quando tu morirai accadrà". E' un nome strano per un bambino, però Enoc aveva ricevuto la rivelazione che quando suo figlio fosse morto la terra sarebbe stata distrutta. Il nome di quel bambino era Matusalemme, egli visse più di tutti gli altri uomini ed è un grande esempio della pazienza di Dio, che rimandò il giudizio di 969 anni per dare agli uomini la possibilità di ravvedersi. Matusalemme morì proprio quando un suo pronipote di nome Noè, dietro istruzione di Dio, terminò la costruzione dell'arca. In quello stesso anno il diluvio distrusse la razza umana, ad eccezione della sola famiglia di Noè che non si era contaminata nella violenza e nella perversione di allora; solo loro scamparono. Ma con il diluvio finì il regno di Satana? Tristemente dobbiamo dire di no! Infatti in seguito Noè si ubriacò e si fece vedere nudo, così la triste storia si ripeté di nuovo. Presto nella stessa famiglia di Noè iniziarono dei rapporti non naturali ai quali seguì l'incesto. Quindi ovviamente questa non fu la soluzione definitiva, pertanto ci possiamo chiedere: "perché Dio mandò il diluvio promettendo poi di non farlo più?" Io credo che tutto questo fu per dimostrare ciò che poteva fare e ciò che un giorno rifarà, anche se non per mezzo del diluvio, alla fine del mondo. 

Gesù disse che alla fine dei tempi sarà proprio come ai giorni di Noè; quindi queste cose accadranno di nuovo. Prima del diluvio Dio disse: "Il mio Spirito non contenderà per sempre con l'uomo." E quando lo Spirito di Dio non contende con noi, allora per noi è finita. L'unica nostra speranza di essere riammessi nel Regno dei Cieli è lo spirito di Dio; ma quando lo Spirito di Dio non agisce più nei nostri confronti, allora è la fine, ormai solo il giudizio ci aspetta. Nel tempo tra la Sua morte e la resurrezione Gesù predicò alle persone che perirono nel diluvio; questa importante informazione ci viene dall'apostolo Pietro e presumo che gli sia stata da Gesù stesso, anche se non sappiamo come e quando possa essere avvenuto e che cosa si siano detti con esattezza; sappiamo sicuramente che Egli apparse a Pietro in quel mattino di Pasqua. 

Mi sono chiesto spesso il perché di questa predicazione di Gesù e sono arrivato alla conclusione che quella generazione avrebbe potuto accusare Dio di non essere stato leale nei loro confronti dicendo: "Tu hai distrutto la nostra generazione e poi hai promesso di non farlo più, questo non è giusto." Quindi credo che Dio abbia mandato Suo figlio a predicare a quelle persone appunto per la Sua giustizia. Ma queste furono le uniche persone a cui Gesù predicò e non si può usare questo passo della Scrittura per affermare che dopo la morte vi sia un'altra possibilità di salvezza. Dio distrusse la razza umana nel diluvio, ma anche le otto persone che scamparono erano peccatori, così ovviamente tutto ricominciò daccapo. Chiaramente quella non era la soluzione, comunque, Dio non lo ha più fatto e tutto questo risponde in parte alla domanda del perché venga permesso il male. 

Mi diverte quando mi rivolgono domande come questa: "Perché Dio non distrugge tutti quelli che fanno il male nel mondo? Perché non elimina tutti i malvagi?" Coloro che pongono queste domande sembrano sicuri di rimanere indenni dal giudizio, chiaramente presumono di essere approvati da Dio. Non sanno che se Dio dovesse giudicare di nuovo oggi la terra, probabilmente non avreste nessuno che vi parla, e neppure qualcuno che ascolta qui oggi. Dovremmo ringraziarLo per essere in vita ogni volta che vediamo l'arcobaleno, perché deve ricordare la Sua pazienza verso di noi. Se lui ancora ci tollera è perché ha altri piani, ci ama e vuole che noi ritorniamo nel Regno dei Cieli. Una delle cose più sorprendenti che ha detto è che non avrebbe avuto più angeli ribelli nel suo Regno; al diavolo ed ai suoi angeli non sarà più permesso di rientrarvi, però farà tutto ciò che è possibile per riavere gli esseri umani. Perciò noi abbiamo un privilegio che gli angeli non hanno, perché a nessun angelo sarà mai perdonato. Il Nuovo Testamento ci dice che la morte di Gesù non è di alcun aiuto per gli angeli, forse perché erano già nel cielo e sapevano a cosa stavano andando incontro, per questo non avranno altre possibilità, sono ormai fuori dal Regno e Dio ha già preparato un posto dove chiuderli; l'Inferno. Infatti l'Inferno non è un posto preparato per gli uomini, ma per il diavolo ed i suoi angeli e se un essere umano si unirà a loro in questo posto sarà solo per sua propria scelta. Tristemente Gesù un giorno dovrà dire ad alcune persone: "Dipartitevi da me voi maledetti, nella punizione eterna preparata per il diavolo ed i suoi angeli." (Mat. 25:41) Dice questo nella parabola delle pecore e delle capre, ma c'è speranza per la razza umana e adesso vediamo come Dio ha portato questa speranza fino a noi. 


LA NOSTRA SPERANZA 

Questa fu l'idea grandiosa di Dio: prenderò alcune persone che non hanno niente e stanno soffrendo, li farò uscire dalle loro sofferenze, darò loro un pezzo di terra, sarò loro Re e loro saranno miei sudditi. Saranno come un piccolo Regno del cielo qui sulla terra, un modello, un campione per tutta l'umanità. Quando gli altri si accorgeranno di come sono benedette queste persone, tutto il mondo vorrà ritornare nel mio Regno, perché si renderanno conto che la vita qui è migliore, vedranno che non ci sono né malati né poveri e che è un Regno in cui viene praticata la giustizia; quando vedranno una parte del mio Regno sulla terra sicuramente abbandoneranno il regno di Satana e ne chiederanno la cittadinanza. Vi rendete conto che questo è esattamente ciò che la chiesa dovrebbe essere? Una piccola parte di cielo sulla terra, tale che quando estranei vengono nella vostra comunità dovrebbero dire: "Se questo è il cielo, è lì che voglio andare." E' questo ciò che le persone dicono quando vengono da voi? Dicono il cielo è già qui? Qui non ci sono dibattiti, ma pace e amore? Sono sicuro che è così la vostra comunità, non è vero? Una piccola parte di cielo sulla terra. Questa era l'idea di Dio, perciò dovette trovare un popolo a cui affidare questo compito. Cominciò chiamando un uomo di 80 anni che viveva in una casa piena di confort: una casa a due piani con acqua corrente e riscaldamento centralizzato, perché tali erano alcune abitazioni ritrovate in Ur dei Caldei, la città dove abitava Abramo. Dio disse a quest'uomo: "Voglio che tu viva in una tenda per il resto della tua vita." 

Che uomo meraviglioso è stato Abramo, ad 80 anni rinunciò a quello che aveva per vivere in una tenda. Dobbiamo essergli riconoscenti, perché se lui non lo avesse fatto nessuno di noi sarebbe qui oggi e nessuno avrebbe potuto godere del Regno dei Cieli qui sulla terra. Noi dobbiamo molto a questo vecchio uomo ed un giorno avremo l'opportunità di ringraziarlo; perché quello fu l'inizio del piano di Dio e funzionò. 

In seguito, quando la famiglia di Abrahamo si ingrandì, i suoi discendenti furono fatti schiavi in Egitto, furono costretti a lavorare sette giorni la settimana, senza soldi, senza libertà, senza diritti, senza proprietà; non avevano niente. Essi si ricordarono del Dio di quel vecchio e gridarono a Lui, al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, e Lui iniziò ad agire dimostrando di essere il Re mediante ciò che fece contro il Re più potente della terra di allora: Faraone. 

Dio liberò il Suo popolo e gli assegnò un territorio. La posizione di quel territorio è molto importante perché è situato proprio al crocevia del mondo, infatti è attraversato da una strada che va dall'Europa all'Arabia e una che va dall'Asia all'Africa: questo è il centro del mondo. Se noi prendiamo la massa della terra emergente in una carta geografica, la ritagliamo e mettiamo uno spillo nel centro, questo coinciderà con Gerusalemme. Presso quel crocevia c'è la collina di Meghiddo, in ebraico Armaghedon; da lassù si scorge un piccolo villaggio chiamato Nazaret. Da quel villaggio il crocevia appare come una pista d'aeroporto, vi si vedono persone continuamente in movimento provenienti da tutte le parti del mondo. 

Dio mise il Suo popolo al crocevia del mondo perché lì qualsiasi viaggiatore avrebbe potuto incontrarlo. Un Giudeo una volta mi disse: "Dio ci ha messo al centro del mondo, perciò ci travolgono sempre!" E questo è vero. Chiunque voglia conquistare il mondo deve passare di lì; Alessandro il Grande attraversò quel punto e così fecero Napoleone ed altri. Tutto il mondo doveva incontrare questi ex schiavi e vedere come vivevano per merito di Dio. Ma questa terra che Dio scelse per loro era divisa in due parti. Il crocevia, dove passava tutto il traffico e gli affari del mondo, era nella parte nord del paese ed era chiamato Galilea, la Galilea delle nazioni appunto perché era un luogo internazionale. La parte a sud, invece, era una zona montagnosa, con la sua capitale, Gerusalemme, posta proprio su di una montagna dove nessuno mai passava. Essa è anche l'unica capitale del mondo per la quale non passa nessun fiume. 

Questo territorio combinava due funzioni: nel sud si sviluppava la vita nazionale, in particolare la vita con Dio, nella parte nord, invece, il mondo poteva passare ed osservare; pertanto una parte di esso era aperto al pubblico, mentre l'altra era riservata ai propri abitanti. Questo era il segreto: dovevano sviluppare la loro vita privata con Dio e lasciare che questo fosse visto pubblicamente. Tutto ciò mostra con quanta accuratezza Dio scelse quella terra. Una volta che il popolo vi prese dimora, Dio diede loro anche gli statuti che avrebbero dovuto governarlo: in tutto 660 comandamenti. La maggior parte dei cristiani ne conosce solo dieci; pochi conoscono i rimanenti, però dovreste studiarli. Io credo che molti di voi stiano venendo meno a queste leggi in questo stesso istante; ad esempio una di esse diceva che non si potevano indossare vestiti fatti da fibre diverse. 

Il Regno di Dio è interessato ad ogni parte della vostra vita: al vestire, al mangiare, ai soldi, al matrimonio, all'igiene; tutte queste cose sono nella legge di Dio e per questo dovreste studiarla. Vi meraviglierete per quante cose nella vostra vita Dio ha qualcosa da dire; ci sono perfino regole che impongono di bruciare la propria casa quando il suo legno è infestato da particolari tarli, tutto ciò per amore del proprio vicino, affinché non sia attaccata anche la sua. Oppure, se viene costruita una terrazza sul vostro tetto, occorre che sia circondata da un muro, in modo tale che i bambini non possano cadere giù, perché Dio è interessato anche al disegno della vostra casa. Dio diede loro tutti questi regolamenti, e fece una promessa: "Io sarò il vostro Re, sarò il vostro ministro della difesa e vi proteggerò sempre; sarò il vostro ministro dell'agricoltura ed avrete sempre pioggia a sufficienza e perciò cibo. Sarò il vostro ministro delle finanze e nessuno fra voi sarà povero; io sarò l'intero governo e sarò il governo meno costoso che esista. Gli altri governi impongono molte tasse, ma la mia tassa sopra di voi sarà la decima, e questa per sostenere l'adorazione; ma non ci sarà bisogno di altro, perché io sarò il governo ed io parlerò a voi che siete il mio popolo." Questa era una organizzazione stupenda, il Regno del cielo veniva stabilito nel centro del mondo ed i suoi sudditi sarebbero stati in piena salute e prosperità, benedetti da Dio; finalmente le persone del mondo avrebbero potuto constatare cosa significa vivere sotto il governo del Regno dei Cieli. Però c'era una condizione da rispettare, ed era osservare i suoi comandamenti, cioè vivere rispettando Dio, il suo nome, il suo giorno di riposo, rispettando la vita familiare, la vita in sé stessa, il matrimonio, la proprietà, la reputazione altrui. Il Regno dei Cieli veniva costruito sul rispetto di Dio e degli esseri umani; questo doveva essere il loro modo di vita. Se non avessero vissuto secondo queste regole avrebbero sofferto più delle altre nazioni ed avrebbero perso quella libertà ritornando in schiavitù. Questa è la storia del Vecchio Testamento e la triste verità è che tutto questo non funzionò. 

Possiamo dividere la storia di Israele in tre capitoli: prima che diventasse un regno, durante il regno, dopo il regno, il che equivale a dire: quando furono guidati dai profeti, quando furono guidati dai Re e quando furono guidati dai sacerdoti. La cosa non funzionò in nessuno di questi tre casi: i profeti fallirono nel compito di guidare il popolo, i Re lo stesso e così anche i sacerdoti. Però Dio, con tutto questo, stava loro insegnando qualcosa, cioè che avevano bisogno di un capo che fosse un profeta, un Re e un sacerdote. In questa maniera li preparò per il Suo piano futuro e definitivo, perché sapeva fin da principio che non sarebbero stati in grado di obbedire. Adesso diamo un'occhiata a questi tre capitoli per prepararci alla comprensione delle cose che accaddero quando Gesù venne. Gesù predicava continuamente il Regno di Dio, però non spiegò mai che cosa significasse o che cosa intendesse con esattezza. Ecco perché molte persone oggi non capiscono che cosa sia il Regno di Dio; ma come mai non lo spiegò? Ogni Giudeo di allora sapeva benissimo che cosa volesse dire, non c'era bisogno di spiegarlo; lo comprendevano perché faceva parte della loro storia; per questo motivo noi abbiamo bisogno di studiare anche il Vecchio Testamento, così anche noi potremo comprendere.

Quando Giovanni Battista iniziò il suo ministero diceva: "Ravvedetevi perché il Regno di Dio si è avvicinato" (Mat. 3:2), e tutti comprendevano cosa volesse dire. Ma se le stesse cose venissero dette ad una congregazione di oggi, pochi comprenderebbero, perché molti ignorano la storia del Vecchio Testamento che è la base per l'annuncio del Regno. Guardiamo ora alla prima parte, al nostro ipotetico primo capitolo che va da Mosè a Samuele, cioè quando i conduttori di Israele erano i profeti e Dio diceva al popolo ciò che doveva fare attraverso di loro. Essi non avevano bisogno di un Re terreno, perché Dio era il loro Re e lo Spirito Santo portava gli ordini del Regno dei Cieli in parola attraverso i profeti. Mosè fu colui che trasmise la maggior parte della Parola di Dio; sappiamo che i primi 5 libri della Bibbia furono rivelati a Mosè, ed in questi erano contenute le leggi che regolavano la vita del paese. 

Furono stabiliti anche dei giudici, o anziani, per giudicare eventuali contese sulla interpretazione o sull'applicazione delle leggi; queste erano persone del posto che vivevano ognuno nella sua tribù. Nonostante ciò le cose non andarono per il giusto verso; il libro dei Giudici racconta un ciclo stancante di disubbidienze e di pentimenti; disubbidivano a Dio, Dio toglieva la Sua protezione e così veniva permesso al nemico di entrare e sconfiggerli. Allora nella loro disperazione gridavano aiuto a Dio e Dio metteva il Suo Spirito su di una particolare persona per aiutarli. Essi ubbidivano e venivano fuori dal problema, ma passata la paura poi disubbidivano di nuovo e così arrivava di nuovo il nemico; questo circolo vizioso si ripeté per sette volte. 

Qualche volta erano i Madianiti a venire, altre volte i Filistei, ma quando gridavano a Dio e si ravvedevano. Egli chiamava una persona come Gedeone, Debora o Sansone ed il problema veniva temporaneamente risolto. Ci sono molti cristiani le cui vite si svolgono esattamente in questo modo, ogni pastore conosce persone di questo genere. Sono quelle che per un tempo vanno bene, poi ritornano nel peccato e finiscono nei guai, allora chiedono aiuto... ed è una storia vecchia. Diamo ora uno sguardo a Gedeone, l'uomo che liberò Israele dai Madianiti: quella vittoria ebbe grande risonanza in Israele, tanto che il popolo voleva farne un Re. La richiesta non piacque affatto a Gedeone che ne rimase terrificato e disse: "Voi avete già un Re, Dio è il vostro Re, Egli mi ha mandato solamente per aiutarvi, e adesso voi vorreste che io prendessi il Suo posto, ma io non voglio essere vostro Re: è il Signore che regnerà sopra di voi." 

Ogni pastore deve imparare questa lezione: quando si aiuta qualcuno può accadere che voglia farti suo Re e continui a venire da te per cercare aiuto. Il compito del pastore allora diventa quello di dire: "Il Signore è il tuo Re! Non sono io che devo governarti, è il Signore che deve regnare su di te." E' molto facile per un pastore diventare Re; i papi sono diventati Re e sono molto contento che gli ultimi due si siano rifiutati di indossare la corona, perché non devono essere Re, e neanche i pastori devono esserlo. Comunque, in Israele Dio non era Re perché il popolo raramente lo riconosceva tale, d'altra parte non vi era nemmeno un Re umano, perché era Dio che doveva governare. In queste condizioni la situazione era insostenibile, il libro dei Giudici dice che non c'era nessun Re in Israele e ognuno faceva ciò che sembrava giusto agli occhi suoi. Ma quale di questi due era il vero problema per il popolo? Si trovarono in quella condizione perché non c'era Re o perché ognuno faceva ciò che gli sembrava giusto? Secondo voi da questa situazione possiamo dedurre che essi facevano ciò che era giusto, e non ciò che era sbagliato, oppure che ognuno faceva ciò che riteneva giusto secondo il proprio modo di vedere, ma che poteva essere sbagliato secondo la volontà di Dio? 

In una chiesa dove ognuno fa le cose secondo il proprio modo di vedere le persone si troveranno presto nei guai, ma in una chiesa dove ognuno fa le cose secondo la volontà di Dio c'è pace. Pertanto il vero problema non era nel fatto che mancasse un Re, ma che ognuno era Re per proprio conto, ognuno stava facendo i propri regolamenti e decideva per sé stesso ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Il grosso errore del popolo ebreo fu quello di pensare che il loro problema consistesse nella mancanza di un Re umano, e quindi pensavano di risolverlo per mezzo di un uomo che dicesse loro che cosa dovevano o non dovevano fare. Ancora oggi le persone si illudono che questa possa essere la risposta ai mali del mondo. Conosco molte chiese piene di guai, dove la gente pensa che il loro problema consista nella mancanza di un uomo a cui tutti ubbidiscano; anche queste persone in pratica stanno reclamando un Re, ma questa neanche sarebbe la risposta ai loro problemi. 

Comunque il popolo di Israele, in quel tempo, pensava che questa fosse la soluzione, perciò andarono da Samuele e chiesero un Re come le altre nazioni, un essere umano, visibile, che dicesse cosa si doveva fare. A loro non piaceva un Re invisibile, perché era difficile conoscere la Sua volontà. Samuele a questa richiesta rimase turbato ed offeso, perché lui era il profeta scelto da Dio per guidarli e si rivolse a Dio dicendo: "Hai sentito ciò che hanno detto? Mi stanno rigettando come loro conduttore." Ma Dio rispose: "No non stanno rigettando te, ma me." Anche a molti conduttori cristiani è capitata la stessa esperienza e si sono anch'essi rivolti a Dio così: "Signore le persone mi stanno rigettando come conduttore": "Non è vero; essi stanno rigettando me" risponde il Signore." Avere punti di vista diversi non è importante; è invece importante la posizione in cui mettiamo Dio. Comunque Dio rispose a Samuele: "Fa loro presente quanto gli costerà avere un Re." Leggete l'ottavo capitolo del primo libro di Samuele, vi troverete un messaggio abbastanza lungo da parte di Dio su quanto sia costoso un governo umano. La riduzione dei costi dei governi è ancora oggi un grosso problema in tutto il mondo. Dio disse a Samuele di riferire alla gente a cosa stavano andando incontro, ma il popolo rispose: "Ebbene pagheremo, ma vogliamo comunque un Re." E così Dio acconsentì alla loro richiesta. Passiamo ora a considerare il nostro secondo ipotetico capitolo della storia di Israele, cioè quando per la prima volta divenne un regno. Ora finalmente avevano un Re visibile, ora potevano occupare il loro posto in mezzo alle nazioni. A quel tempo c'era il regno di Babilonia, il regno di Assiria, il regno di Egitto ed ora anche il regno di Israele avrebbe avuto la sua gloria. Perciò finalmente tutto sarebbe filato liscio, ma una cosa non considerarono attentamente: il Re. Purtroppo avevano scelto un Re cattivo: Saul, un uomo forte e bello, ma cattivo. Scegliere una persona per il suo aspetto esteriore è un metodo attraverso il quale alcune chiese ancor oggi si danno un pastore, ignorando che questa caratteristica ha ben poca importanza nel ministero che dovrà svolgere, e si troveranno così nella stessa condizione in cui si trovarono gli Ebrei, che nominarono loro Re la testa più alta di tutta la nazione. Conoscete il resto di questa storia? Egli finì la sua carriera consultando una evocatrice di spiriti. 

Saul era un indemoniato, e quando in una battaglia furono uccisi i suoi tre figli anche lui si tolse la vita. Il Re che gli succedete fu un bravo Re, un uomo secondo il cuore di Dio. Non era un grande uomo ma aveva un grande cuore ed anche se le sue origini erano molto umili, difatti era un pastore, era ugualmente un valoroso combattente. Davide uccise leoni ed orsi con la sua fionda, e più tardi anche Golia, il gigante. Israele non visse mai un periodo così felice come quello in cui regnò Davide. Ancor oggi, ricordando quel periodo, bramano un suo ritorno. Solamente sotto Davide essi occuparono tutto il territorio che Dio aveva loro promesso e vissero in pace e prosperità. Sembrava davvero che ogni cosa andasse per il giusto verso, ma improvvisamente tutto parve crollare anche con lui, ed in maniera molto banale. 

Un giorno mentre il suo esercito era andato a combattere, Davide rimase a Gerusalemme perché non ne aveva voglia, e non avendo niente da fare si mise a passeggiare sulla terrazza del suo palazzo. Da lì vide una donna molto bella che stava facendo il bagno e fu da quel momento che le cose cominciarono nuovamente a precipitare; in quel periodo lui venne meno a ben 5 dei 10 comandamenti: concupì questa donna, comprò dei falsi testimoni, la fece rapire, commise adulterio con lei e fece uccidere suo marito; da quel giorno il regno di Davide iniziò il suo declino. E poiché il cattivo esempio dei padri si riflette anche sui figli, quell'atto introdusse immoralità in tutta quanta la famiglia, che egli vide andare gradualmente allo sfascio fino al punto di dover fuggire da loro. Fu una storia davvero tragica. Più tardi riuscì in qualche modo ad aggiustare le cose, ma poi Satana lo portò di nuovo nel suo regno. Una cosa interessante da notare riguardo al suo adulterio con Betsabea è che in quel caso Satana non viene neppure menzionato, Satana non aveva avuto niente a che fare con tutto ciò, Davide fece tutto di sua iniziativa. Perciò, anche noi, non diamo sempre la colpa a Satana per gli appetiti della nostra carne, perché anche se è comodo farlo, non è sempre vero. 

Nella seconda occasione, invece, fu veramente Satana che andò da Davide sottilmente dicendo: "Ora sei un Re molto importante, sai di quante persone disponi? Perché non fai un censimento, così potrai renderti conto di quanto sei grande!" Questo fu un attacco molto sottile; non c'è niente di sbagliato nel voler rendersi conto del numero dei propri sudditi, c'è infatti un intero libro nella Bibbia chiamato "Numeri", nel quale Dio conta il suo popolo. Anche il giorno di Pentecoste qualcuno si prese la briga di contare i battesimi arrivando a contarne fino a 3000, quindi non c'è niente di sbagliato nel contare, ma è sbagliato farlo per vanità. Per esempio, un pastore deve contare le sue pecore per controllare che nessuna si sia persa, ma quando dirà di avere 500 membri assidui, e si vanterà di avere la più grande chiesa di quel territorio, ecco che avrà aperto una porta a Satana. Così Davide fece il censimento in Israele e concluse di essere un gran Re, e questa fu veramente la sua fine; infatti dopo ciò non fece più niente che sia degno di nota. Così perfino questo Re, il migliore che essi ebbero, finì in disgrazia. 

A lui seguì Salomone, che voleva far diventare Gerusalemme la capitale più bella del mondo. Egli si fece costruire un magnifico palazzo e poi si sentì colpevole perché Dio aveva ancora come dimora soltanto una tenda; per questo decise di costruire il tempio che suo padre Davide aveva progettato. Avete mai notato che per costruire il suo palazzo ci vollero 12 anni, mentre per costruire il tempio ne occorsero solo 7? Come mai fu impiegato più tempo per costruire la sua casa che il tempio di Dio? Questo può già rivelarvi qualcosa. La regina di Saba andò fino a Gerusalemme per vedere la gloria di Salomone, e quando se ne rese conto disse: "Neanche la metà della verità sul tuo conto è stata detta." Al che Salomone compiaciuto pensò: "Ho fatto davvero un buon lavoro." A causa del suo modo di governare, inevitabilmente, la sua morte portò il paese in una guerra civile: 10 tribù si staccarono dal governo di Gerusalemme, solo 2 rimasero fedeli al Re, con il risultato che ora c'erano due Re: Geroboamo a nord e Roboamo a sud. A questo punto la storia nel libro dei Re inizia a saltare da nord a sud creando molta confusione. Comunque ciò che racconta vi farà scoprire che quasi tutti i Re del nord furono malvagi; essi regnarono in media tre anni, molti di loro morirono di morte violenta: assassinati, uccisi in battaglia o avvelenati. Nel sud invece un Re su tre fu un buon Re, ed il periodo medio di regno di ogni buon Re fu 33 di anni. Non pensate che sia interessante il fatto che un buon Re regni per 33 anni? 

Poi velocemente il libro dei Re conclude il suo racconto con Sedechia; l'ultimo Re del sud, al quale, davanti alla sua famiglia, furono strappati gli occhi e poi deportato in catene a Babilonia. Il popolo perse la sua terra e ritornò schiavo, questa volta sotto Babilonia, e lì rimase per 70 anni. Sapete perché sono stati in esilio per 70 anni? Una delle regole che Dio aveva dato loro è questa: "Ogni 7 anni dovete far riposare il terreno per un anno; per 6 anni potete seminare e raccogliere, ma il settimo è di riposo, perché anche il terreno ha bisogno di riposo." Loro però non lo avevano fatto; per circa 500 anni avevano seminato e raccolto, non curandosi della Sua legge, ma Dio aveva registrato tutti gli anni che la terra non aveva avuto riposo e quando il conto arrivò a 70 disse: "Se non avete voluto dare riposo alla terra glielo darò io." Leggete la Bibbia perché in essa tutto fa parte di un disegno ben preciso. Qui viene mostrata l'altra faccia del Regno di Dio: se noi non viviamo secondo la volontà del Re, succedono degli imprevisti e tutti i nostri piani potrebbero essere sconvolti. Così quando questo popolo ritornò nella sua terra non aveva più un Re, ma solamente sacerdoti. E cosa pensate che potesse accadere? 

I profeti guidarono il paese da Mosè a Samuele, i Re da Saul a Sedechia, ed ora i sacerdoti da Zorobabele a Caiafa. E cosa accadde? Niente cambiò, erano ancora nei guai, non avevano più la libertà politica perché erano stati sottomessi dai persiani, anche se questi permisero loro di ricostruire Gerusalemme. Ai persiani seguirono i greci ed infine i romani. C'è stato solo un breve periodo in cui ottennero la libertà politica, quando si ribellarono guidati dalla famiglia dei Maccabei, ma poco dopo la persero di nuovo, così rimasero in un territorio occupato. Ma cosa ne è stato del regno? Certamente questa non era la vita che avevano sperato: sembrava tutto un fallimento, ma non lo era. 


L'ATTESA PREMIATA 

Negli ultimi tempi in cui il paese fu guidato dai sacerdoti, c'era ancora un piccolo gruppo di persone che viveva secondo le leggi di Dio: erano poveri ma devoti, vivevano per il Re e lo stavano aspettando. Tra loro c'era un vecchio chiamato Simeone ed una vecchia chiamata Anna; ma che cosa stavano aspettando con esattezza? Ebbene le cose erano due: la restaurazione del regno di Israele come ai tempi di Davide e l'adempimento della promessa di Dio sulla quale era basata questa speranza, poiché Dio aveva promesso che uno dei figli di Davide sarebbe stato perennemente sul trono in Israele. Durante quei 1000 anni continuarono ad esserci alcune persone che aspettavano pazientemente colui che avrebbe riportato la libertà politica, che li avrebbe protetti, avrebbe provveduto per loro, avrebbe restaurato l'adorazione nel tempio ed il regno di Israele. Nonostante che ormai fosse stato completamente deportato, Egli lo avrebbe ricostituito. Dio lo aveva promesso, ed aveva anche detto che questo Re sarebbe nato in Betlemme di Giudea, ma allo stesso tempo sarebbe appartenuto anche alla Galilea delle nazioni. Sarebbe nato nella parte privata-nazionale ma avrebbe vissuto nella parte internazionale-pubblica e sarebbe stato chiamato anche il Nazareno. C'erano 150 promesse intorno alla venuta di questo Re attraverso le quali noi possiamo addirittura ricostruire la vita di Gesù per mezzo del Vecchio Testamento: nato nel sud e portato a nord, unto dallo Spirito Santo e perciò Messia, l'Unto, il Cristo, il Re. Questo resto di persone si tramandò la speranza per 1000 anni, nonostante che negli ultimi 400 Dio avesse cessato di parlare al Suo popolo. Malachia infatti, fu l'ultimo dei profeti del Vecchio Testamento e per 400 anni non si seppe più niente di Dio. Anche se questo fu un tempo eccezionalmente lungo, la loro speranza era ancora in vita ed ogni qualvolta nasceva un maschio il padre correva per le strade e gridava: "David - David". Quello era un modo per dire che era nato un bambino che avrebbe potuto essere quel Re; ogni padre sperava in cuor suo di diventare il padre di quel Re, ed ancora oggi ci sono dei Giudei che fanno questo. Ma Dio stava per fare qualcosa di inaspettato, essi stavano chiaramente aspettando un Re terreno, e Dio avrebbe dato loro un Re terreno ma che sarebbe stato anche un Re celeste ed avrebbe trasportato il trono dalla terra in cielo. Perciò ottennero quello che si aspettavano, ma non esattamente quello; più avanti vedremo meglio le perplessità che ebbero. C'era però anche un'altra grande speranza: quella di un regno internazionale. Non tutti i Giudei però la tenevano viva, ma solo coloro che amavano il libro del profeta Isaia. 

Penso che Isaia sia il libro più importante del Vecchio Testamento; per me è come l'intera Bibbia condensata. La Bibbia infatti si divide in due parti: 39 libri nel Vecchio Testamento e 27 nel Nuovo, in tutto 66 libri, ed Isaia ha proprio 66 capitoli. La prima metà di questo libro è composta da 39 capitoli e la seconda da 27; la prima parte è un riassunto del Vecchio Testamento, la seconda è un riassunto del Nuovo. Infatti Isaia 40 inizia con il ministero di G.Battista: "C'è una voce che grida nel deserto..." poi parla del servitore di Dio e dello Spirito del Signore che scende sopra di lui per predicare la buona novella ai poveri; parla di un servo che muore, e che attraverso le Sue lividure sarà guarita l'intera umanità; dice che il Signore ha messo su di Lui l'iniquità di noi tutti, e che infine anche se messo a morte risusciterà. Isaia 66 finisce, poi, con un nuovo cielo, una nuova terra ed un posto dove il verme degli empi non morirà ed il fuoco non si spegnerà mai E' come se Dio avesse presa tutta quanta la Bibbia e l'avesse condensata in un solo libro. 

Nella seconda parte, il libro di Isaia contiene due parole chiave: Gerusalemme e Nazioni. In questa parte non è data semplicemente la speranza di restaurazione del regno di Israele, ma anche quella di un Messia regnante sopra tutte le nazioni del mondo. Anche i gentili saranno inclusi nel suo Regno. Questa sarà la buona notizia che arriverà fino alle estremità della terra. Questo Re porterà un disarmo multilaterale, le nazioni trasformeranno le loro spade in vomeri e non impareranno più a fare la guerra, finalmente ci sarà pace sulla terra. Dal tempo in cui Isaia scrisse il suo libro al giorno in cui Simeone ed Anna andarono al tempio, con questa speranza nel cuore, passarono 700 anni, durante i quali una parte fedele di Giudei continuò a passare questa speranza ai loro figli. Ma ora, finalmente, l'attesa era terminata; infatti queste due persone incontrarono una giovane coppia, una ragazza di 15 anni di nome Maria e un falegname di nome Giuseppe, che avevano portato il figlio al tempio per ringraziare Dio. Simeone vedendo il bambino disse: "Signore ora posso morire felice, perché l'ho visto! Quel bimbo è il Re, alla fine è arrivato!" Anche la vecchia Anna vide il bambino, anche lei sapeva che quello era il Re e finalmente la loro attesa fu coronata dal successo. 

Il Nuovo Testamento inizia con le prime parole di Giovanni Battista: "Il Regno di Dio è arrivato, ormai è qui vicino", era la prima volta dopo 400 anni che sentivano parlare di nuovo un profeta. I libri scritti in quei 400 anni infatti non fanno parte della Bibbia, anche se sono interessanti da leggere non sono parola di Dio, perché Dio non stava parlando; per questo motivo sono stati chiamati "apocrifi", una parola che significa "nascosti." Adesso però, stava di nuovo parlando. C'era un uomo sulle rive del Giordano con gli stessi abiti di Elia, non c'erano interrogativi intorno a lui: era senza dubbio un profeta! Egli diceva a tutti coloro che andavano da lui: "Avete bisogno di un bagno, siete un popolo sporco, dovete pulire la vostra vita prima che arrivi il Regno." Difatti era proprio questo il significato che aveva quel tipo di battesimo. Gesù è nato come Re dei Giudei ed è morto come tale, il suo ministero si risolse nel campo dei Giudei, ma adesso è il Re di tutto il mondo. Noi dobbiamo cercare di capire la grande speranza che il popolo Giudeo riponeva nel Messia se vogliamo comprendere la delusione che ebbero con Gesù. Giovanni Battista fu deluso e dubitò che Egli fosse veramente il Cristo, la gente fu delusa, i discepoli che stavano camminando sulla via di Emmaus erano delusi, il popolo di oggi è ancora deluso; tutti si chiedono dove sia il suo regno. Guardiamo al mondo di oggi; il Cristianesimo è in esistenza da 2000 anni, ma il mondo è migliorato? Tutt'altro! Perciò c'è una grande delusione riguardo all'opera di Gesù, quindi anche noi dobbiamo porci la domanda: "Dov'è questo suo Regno?" La ragione principale della delusione che ebbero i Giudei stava nel fatto che per loro il Regno rappresentava la soluzione di ogni problema, secondo loro quando questo regno fosse venuto ogni cosa sarebbe stata messa a posto: le guerre, le ingiustizie e tutto ciò che non andava bene sarebbe finito. Ma fino al giorno d'oggi questo non è ancora accaduto, perciò che cosa ne è stato del Regno di Dio? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. 

Spero che vi rendiate conto che esiste un grosso problema; le speranze del popolo giudaico non furono adempiute, i romani continuarono ad occupare la loro terra, 40 anni dopo il ministero di Gesù il tempio fu distrutto e i Giudei furono dispersi in tutto il mondo. Dov'è il Regno di Dio? C'è una intera teologia, nata 140 anni fa nella chiesa dei fratelli, che dice che questo Regno non è affatto venuto, è un qualcosa del futuro. Ma è questa la verità? Dobbiamo tutti interrogarci su questo argomento se pensiamo alle cose che Gesù ha detto. Giovanni il Battista disse che il Regno era arrivato, e poco dopo dubitò di Gesù pensando che forse si era sbagliato. Gesù diceva che il Regno sarebbe venuto con lo Spirito Santo e con il fuoco, ma Giovanni non vide nessuno dei due. 

Noi ora sappiamo che lo Spirito Santo è venuto, ma il battesimo del fuoco non è ancora venuto, non lo abbiamo ancora visto, ed il male non è stato ancora eliminato. Giovanni Battista diceva: "Accertatevi che non ci sia niente di malvagio nella vostra vita altrimenti sarete bruciati quando questo Regno verrà, lavate i vostri peccati!" Diceva questo perché battesimo e Regno sono strettamente connessi tra loro. Il battesimo serve infatti per entrare nel Regno puliti come buoni sudditi. Il Battista si rendeva conto che il vero problema era la mancanza dei sudditi, quindi per preparare la strada all'avvento del Re doveva formare sudditi degni. Per questo, prima che il battesimo potesse essere celebrato, richiedeva che fossero fatti due passi; il primo dei quali era dare prova di ravvedimento. A questo proposito sarebbe bene che anche i pastori di oggi si comportassero alla stessa maniera. Purtroppo molti, invece, oggi battezzano su una semplice espressione o professione di fede, ma nella Bibbia viene esplicitamente detto che allora battezzavano sulla dimostrazione di un vero ravvedimento. Infatti Giovanni pretendeva dei segni di ravvedimento, e quando gli chiedevano che cosa significasse ciò rispondeva: "Se avete troppi abiti dateli a chi non ne ha, se siete disonesti cercate di non esserlo più." 

Erano tutte cose molto pratiche, a noi non sembrano cose spirituali, ma il ravvedimento è una cosa pratica. Oltre a questo, poi, richiedeva anche un'altra cosa sulla quale non ho mai sentito nemmeno una predicazione: "Siate contenti del vostro salario." Quanti di voi hanno ascoltato un sermone su questo argomento? Eppure è un messaggio molto importante, perché si dà dimostrazione del ravvedimento quando siamo contenti del nostro salario. Quanti di voi però sono soddisfatti del proprio salario? Nessuno? La prima cosa che un battesimo di ravvedimento richiede è dare la prova del ravvedimento, e ciò si dimostra mettendo a posto la nostra vita. Giovanni non battezzava chi non lo dimostrava e chi non confessava i suoi peccati. La confessione è una cosa molto importante, nella Bibbia si parla molto spesso della confessione. Io penso che quando Giovanni battezzava facesse questa domanda: "Quali peccati vuoi che ti vengano lavati?" Allora probabilmente li nominavano uno ad uno così: "Voglio che la mia ira, la mia concupiscenza ed il mio orgoglio mi lascino." In questo modo egli preparava il popolo per il Regno, e noi abbiamo bisogno di fare la stessa cosa; è questa la maniera in cui possiamo aiutare le persone ad essere pronte per questo Regno. 

Molto spesso noi invitiamo la gente a credere senza insegnare loro né il ravvedimento né come confessare i peccati; facciamo loro recitare soltanto la preghiera del peccatore penitente, così il tutto si riduce ad una filastrocca di mezzo minuto e basta. Ovviamente in questo non c'è alcun ravvedimento perché non c'è una confessione reale di peccati particolari. Non c'è il mettere a posto le cose del passato, perciò nessuna meraviglia se i cristiani che sono prodotti da questa pratica sono miseri cristiani. Ravvedimento e battesimo sono molto importanti; una evangelizzazione che li lasci da parte e che richieda solo di ricevere Gesù (cioè, credere semplicemente) purtroppo non è il Vangelo del Regno! Invece: "Ravvediti e sii battezzato" è ciò che Pietro disse nel giorno della Pentecoste. Quando tu predichi il Vangelo del Regno il tuo modo di evangelizzare cambia, perché ora il tuo obbiettivo non è più far decidere alcune persone ad andare in chiesa, ma cerchi di fare sudditi per il Re, perciò deve cambiare il tuo modo di fare. 

Il Battista diceva: "Colui che verrà vi darà qualcosa che io non posso darvi: Lui vi battezzerà nello Spirito Santo." Giovanni non poteva portare le persone nel Regno, poiché nemmeno lui vi era. Gesù parlando di lui disse che era il più grande uomo vissuto sulla terra, ma il più piccolo del Regno dei Cieli era maggiore di lui; e questa è una delle ragioni per cui Giovanni non fece nessun miracolo durante il suo ministero. Viene detto nel Nuovo Testamento che egli non ha guarito né cacciato demoni, ma ha semplicemente preparato delle persone per il Regno. 


LA SFIDA 
In quel tempo ci fu un confronto, una lotta fra due Re: il Re del Regno di Dio, ed il re di questo mondo; ciò si verificò quando Gesù si ritirò per 40 giorni nel deserto, cioè proprio all'inizio del suo ministero. Dopo 6 settimane senza cibo Gesù era stanco ed affamato, e siccome a Satana piace colpire chi è giù fisicamente, si presentò a lui con delle offerte dicendo: "Ho il compito giusto per te, voglio che tu sia l'Anticristo, voglio che diventi il Re dei regni della terra sotto il mio governo." Se mai Gesù avesse accettato questa offerta avremmo dovuto chiamarLo Gesù l'Anticristo, non Gesù Cristo, ed un giorno un uomo la accetterà, ma Satana la fece a Lui per primo cercando di coinvolgerLo. Comunque egli non accettò e rispose: "Io sono sotto il governo di Dio, perciò non posso essere un tuo suddito." Al che Satana disse: "Tu sei affamato e qui ci sono delle pietre che sembrano dei pani, trasformale e sfamati!" Io sono stato in quel deserto e le pietre sembrano davvero dei pezzi di pane sparsi sul terreno. Ora, sono sicuro che nessuno di voi è mai stato tentato di trasformare pietre in pane, così come non lo sono stato io, perché per noi sarebbe un pensiero assurdo, ma lo è stato Gesù, perché per lui era possibile, però rifiutò di farlo. 

Come mai si rifiutò visto che il suo primo miracolo fu quello di cambiare l'acqua in vino? Che differenza c'è nel cambiare pietre in pane o acqua in vino? Perché una era giusta e l'altra no. Vi siete mai posti questa domanda? C'è una risposta molto semplice: perché avrebbe dovuto cambiare le pietre in pane per la Sua persona, mentre cambiò l'acqua in vino per gli altri. Satana stava tentando di fare di Lui un Re che si preoccupasse in primo luogo di sé stesso, mentre Egli era venuto per servire gli altri: questa rinuncia determinò la vittoria di Gesù. Ora l'uomo forte, cioè Satana, era legato, non era riuscito a convincerLo per cui non aveva nessuna autorità su Gesù. Non avrebbe potuto ostacolarLo nel Suo compito, e tutte le sue vittime potevano essere finalmente liberate. 

A Nazaret, nel suo primo sermone, Gesù disse: "Lo Spirito del Signore è su di me per portare liberazione ai prigionieri." Ma essi lo conoscevano troppo bene, per loro era un semplice falegname del villaggio ed era difficile poterlo credere; ma da quel momento in poi Egli iniziò a dare libertà alle vittime di Satana. Ogni tipo di malattia fu guarita, Egli stava realmente liberando le vittime del diavolo; di una donna piegata in due Gesù disse: "Satana ha tenuto legata questa donna per 18 anni ma ora io la libererò." Con i suoi miracoli Gesù stava dimostrando che il Regno di Dio è sovrano anche su quello di Satana, perché ogni guarigione è una dimostrazione palese che Egli è il Re e che il Regno di Dio ha autorità non solo sopra Satana, ma anche sopra le forze della natura. Così si dimostra il Regno di Dio, questo è il Suo governo. Un giorno Gesù predicò più a lungo del solito, tutti erano ormai stanchi ed affamati, e dopo aver finito di predicare a circa 12000 persone disse ai discepoli: "E' meglio che vi preoccupiate di dare loro da mangiare; date loro un pò del vostro cibo." I discepoli avevano portato del cibo, ma se lo erano già mangiato, di nascosto; Gesù sapeva che lo avevano fatto, perciò disse: "Date loro del cibo." Come mai lo sapeva? Perché avevano 12 ceste vuote. Questo è un particolare che passa spesso inosservato; essi devono aver pensato di non essere stati visti, così risposero: "Nessuno può aver cibo sufficiente per tutti", ma Gesù disse loro: "Noi possiamo dar loro da mangiare; datemi del vostro cibo!" A questo punto si guardarono intorno e videro un ragazzino con due pesci che stava cercando di mangiare. Andrea gli prese quel cibo e lo diede a Gesù, il quale incominciò a crearne dell'altro. Questo è il Regno di Dio, questo è il Dio che ha il pieno controllo di ogni cosa. Quando tutti ebbero mangiato a sufficienza disse ai discepoli che ora potevano avere la loro parte, riempiendo di nuovo le 12 ceste; si tratta di una storia divertente ed umana. In seguito a questa esperienza i presenti mormoravano: "Questo è l'uomo che vogliamo avere come Re! Egli guarisce i malati, acquieta la tempesta, ciba gli affamati, fa tutto ciò che vorremmo che un Re facesse; marciamo verso Gerusalemme e coroniamolo Re." Ma Gesù non volle andare con loro, mandò i discepoli in disparte sulla barca, salì sulla montagna per parlare con Suo Padre, e credo di sapere ciò che Gli disse: "Padre essi vogliono che sia il loro Re, ma non vogliono essere miei sudditi." Questa era la verità di fondo; ad eccezione di Erode, che era il Re dei capi Giudei, ognuno voleva Gesù come sovrano per i vantaggi che ne avrebbe potuto trarre. Ma Gesù non pensava ad un Regno di questo tipo, perciò rifiutò sempre. 

Una delle affermazioni di Gesù, sulla quale ho sentito parlare di rado, è quella che dice che Egli non si fidava di nessuno perché sapeva ciò che era dentro il loro cuore, sapeva che non avevano intenzione di diventare sudditi disposti a fare quello che il Re voleva, per cui continuò nel Suo ministero dando dimostrazione del Regno. Dopo 6 mesi di attività rivolgendosi ai dodici disse: "Voi avete visto come dimostrare la potenza del Regno, adesso è giunto il momento anche per voi di fare la stessa cosa. Sceglietevi un compagno, ed io vi manderò due a due per le città; quello che dovrete fare è molto semplice: basta che risuscitiate i morti, guariate i malati, mondiate i lebbrosi e cacciate i demoni. Quando avrete fatto tutto questo, allora potrete dire che il Regno è arrivato." 

Ecco la maniera in cui si comunica il Regno. Prima si dimostra, poi si dichiara. Prima lo fai vedere e poi lo fai sentire. Questo è il metodo giusto di proclamare il Vangelo del Regno. 

Posso immaginare Giacomo e Giovanni mentre entrano nella prima città sperando di non incontrare nessun posseduto, ma ecco che quando il posseduto arriva Giacomo dice a Giovanni: "Si sta facendo tardi, c'è una pizzeria dietro l'angolo, andiamo a cena, a lui ci penseremo domani." Ma Giovanni replica: "Sei un codardo; tu fai il primo ed io farò il secondo, vai avanti. Io sarò dietro l'angolo a pregare per te." Penso che questo potrebbe essere il modo in cui essi cominciarono. La Bibbia ci dice che loro stessi non credevano a ciò che accadeva, e quando ritornarono da Gesù erano così eccitati che dicevano: "Maestro perfino i demoni ci obbediscono!" Ma Gesù disse loro di stare calmi, di non eccitarsi per la potenza che era stata data loro, ma di rallegrarsi piuttosto, perché i loro nomi erano scritti nel libro della vita. Gesù fu felicissimo di tutto questo; è scritto che gridò: "Vedevo Satana cadere giù dal cielo come un fulmine." La sua gioia era giustificata, in quanto mandò 12 uomini ordinari e vedeva Satana vinto da loro. Per la prima volta capì che tutto ciò avrebbe funzionato, che persone normali potevano buttare giù il regno di Satana, così esclamò: "Padre ti ringrazio, perché Tu non ti sei servito di persone ricche e intelligenti, ma di questi ragazzi." Questa è la parola che venne usata, perché probabilmente in quel tempo i discepoli avevano dai 18 ai 20 anni. Ciò nonostante non trovava ancora sudditi, non trovò nessuno che fosse disposto ad obbedire. 

Un giorno sulla montagna disse ai Suoi discepoli: "Adesso vi descriverò quali caratteristiche deve avere un mio suddito: egli deve essere povero nello spirito, capace di piangere, puro di cuore, misericordioso e pronto a subire delle ingiustizie, perché di tali è il Regno dei Cieli." Disse che queste persone sarebbero state luce nelle tenebre, perché avrebbero rispettato le nuove leggi che Lui stava dando quando diceva: "Se nel Regno di Israele tu non devi uccidere, nel Regno dei Cieli tu non devi nemmeno adirarti, non devi desiderare la morte di nessuno, non devi neppure chiamare una persona pazza, perché tutto questo è come essere omicidi nel mio Regno. Se nel Regno di Israele tu non puoi commettere materialmente adulterio, nel mio Regno ci sono anche altri modi per farlo; per esempio con la tua mente, puoi farlo semplicemente guardando una donna, desiderandola, lo puoi fare in maniera legale, divorziando da tua moglie e sposandone un'altra, tutto questo è come l'adulterio nel mio Regno." 

Così Egli proseguì illustrando man mano le leggi del Regno. A mio avviso una delle cose più dure che Egli disse è stata quella che ai suoi sudditi è proibito preoccuparsi; ecco perché non vediamo nessun cristiano preoccupato. Nessuno nelle nostre chiese si preoccupa mai di niente, perché è vietato nel Regno dei Cieli; ma è proprio così che ci comportiamo? Oppure abbiamo anche noi paura del domani? Egli diceva che se i sudditi si preoccupano calunniano il Dio del cielo; sarebbe come dire che il vostro Padre celeste ama più gli animali che i Suoi figli. Egli fa crescere l'erba della campagna e ciba gli uccelli dell'aria, ma io, che sono suo figlio, devo preoccuparmi perché egli non fa altrettanto per me. Questo è ciò che noi praticamente dimostriamo quando ci preoccupiamo. Così continuava dicendo: "I miei sudditi faranno vedere il loro elevato standard morale alle persone, manterranno la loro vita devozionale nel segreto, non si faranno vedere dagli altri quando pregano e digiunano o quando danno delle offerte; la parte religiosa della loro vita sarà mantenuta segreta, ma la loro moralità sarà messa in evidenza per essere vista da tutti. Essi non ripagheranno male per male ad alcuno, ma benediranno quelli che li maledicono e pregheranno per i loro nemici; infatti i miei sudditi saranno perfetti proprio come mio Padre nel cielo è perfetto." 

Con tutto ciò penso che non ci sia da meravigliarsi se non riusciva a trovare nessun suddito, questa è una difficoltà che anche oggi viene incontrata, infatti il "Sermone del Monte" esige dalle persone una moralità elevatissima che nessuno è in grado di mantenere. Gesù è stato uno dei pochi predicatori capaci di perdere tutti coloro che Lo ascoltavano in una sola volta, questa Sua caratteristica era preziosissima e tutti i pastori dovrebbero possederla. Molti, invece sono timorosi a questo riguardo e ciò porta a diversi compromessi dannosi per la chiesa. Gesù non aveva timori di questo genere, predicò a 6000 persone e tutti Lo lasciarono dicendo che le Sue erano pretese troppo difficili da soddisfare, solo in dodici restarono con lui. A loro si rivolse chiedendo se per caso non se ne fossero voluti andare anch'essi; al che Pietro rispose: "Maestro se ci fosse qualcuno a cui andare ce ne saremmo già andati!" Praticamente questo è il significato di: "Tu sei l'unico che parla di vita eterna, perciò noi rimarremo." Gesù allora con tristezza disse: "Eppure uno di voi è un diavolo!" Ancora una riduzione, erano rimasti in 11! 

Una delle molte cose che ammiro in Gesù è la Sua onestà; Egli diceva sempre con estrema franchezza alle persone che cosa significasse essere Suoi discepoli. Oggi, invece, c'è troppo evangelismo che non è chiaro a questo riguardo. Quando la folla andava verso di Lui, Egli chiedeva loro per quale motivo Lo stessero seguendo, li metteva al corrente che nessuno può essere veramente Suo discepolo se ama più di Lui un suo genitore o suo figlio, nessuno può essere Suo discepolo se non abbandona tutto quello che ha, diceva che se pensavano di non essere in grado di portare a termine il cammino che stavano per intraprendere era meglio che non lo iniziassero nemmeno, piuttosto che iniziare e poi lasciare. Certamente, secondo il nostro modo di vedere, questo non è il modo migliore per costruire un grande Regno. 

Durante i Suoi tre anni di ministero quello che Gesù richiedeva dai Suoi discepoli si faceva sempre più difficile da soddisfare, per questo le folle diminuirono continuamente di numero finché rimasero solo in pochi, ed anche questi, nel momento cruciale, furono dispersi. Perciò dopo tre anni di lavoro se avessimo potuto chiedere a Gesù quanti sudditi aveva il Regno di Dio, egli avrebbe dovuto rispondere: "Io soltanto, nessuna di queste persone mi è rimasta fedele, sono rimasto da solo." Ciò nonostante il regno è venuto ed Il Sovrano è arrivato, ora mancano soltanto i sudditi. Il Vangelo serve a formare dei discepoli, ovvero dei sudditi del Re Gesù, e noi come proclamatori dobbiamo predicare con esattezza a cosa si stia andando incontro e cosa Gesù si aspetta da noi, poiché solo in questo modo risulterà chiaro a tutti che c'è un solo mezzo per riuscire a soddisfare tutte le Sue richieste; solo lo Spirito Santo con la Sua potenza può preparare uomini con queste caratteristiche, nessuno con le sue proprie forze può riuscirvi, ecco perché le persone hanno bisogno di esserne ripiene al più presto possibile, altrimenti non ce la faranno mai. 


DA CREATORE A FALEGNAME 

Gesù è stato falegname a Nazaret per 18 anni senza che nessuno mai sospettasse chi era, questo naturalmente generò notevoli perplessità quando si rivelò. Per comprendere meglio cosa accadde allora, provate a pensare cosa accadrebbe ora se un garagista di Milano venisse qui e dicesse: "Io sono Dio!" Pensate che molti gli darebbero ascolto? Prima falegname a Nazaret, poi, improvvisamente, all'età di 30 anni tutti parlano di lui. Naturalmente le persone trovarono molto strano tutto ciò, erano perplesse, si chiedevano: "Ma chi crede di essere?" In realtà chi era questo Gesù? 

Cerchiamo di conoscerLo meglio: le persone di allora non sapevano dove fosse nato né come fosse nato, per loro era semplicemente il falegname di Nazaret, e quello non era il posto adatto per la nascita di un Re, quindi, per loro, era già partito con il piede sbagliato, ed anche per questo avevano molti problemi a crederlo. La prima cosa che cominciò a farli riflettere furono i miracoli che faceva, ma questi suoi miracoli non erano qualcosa di unico, altri uomini avevano fatto cose di questo genere in passato e Mosè fu uno di questi. Anche Eliseo aveva risuscitato dei morti ed aveva cibato molte persone con pochi pani, perciò non c'era niente di unico in questi miracoli, se non il fatto che erano secoli che non accadevano più. Alcuni facevano molta impressione sulla gente; ad esempio quando sedò la tempesta i suoi discepoli si stupirono e si chiedevano: "Ma che tipo di uomo è mai questo a cui perfino le forze della natura ubbidiscono?" Comunque Gesù stesso rese chiaro il fatto che i miracoli non erano una cosa rara ed unica che solo lui avrebbe potuto fare, altre persone ne avevano fatti prima di lui, ed altri ne avrebbero continuati a fare dopo di lui, infatti disse ai suoi che avrebbero fatto perfino opere più grandi di quelle che lui fece. Spesso a questo proposito mi vengono fatte domande come questa: "Quali pensi che siano le opere più grandi che avrebbero fatto i suoi discepoli?" La mia risposta è che quando riuscirete a fare le cose che Gesù ha fatte allora potrete pensare a quelle più grandi, ma prima di allora le vostre domande sono solo frutto di vana curiosità, quindi solo perdita di tempo. Cosa ci dice a questo riguardo il Vangelo? 

Come possiamo anche noi fare miracoli? Prendiamo degli esempi classici: quando Pietro vide Gesù camminare sulle acque e gli chiese se avesse potuto farlo anche lui, come reagì di fronte alla risposta affermativa di Gesù? disse forse: "No! rimarrò sulla barca finché lo Spirito Santo non mi rivelerà che ho il dono di poter camminare sull'acqua?" Oppure: "Cercherò di comprare tutti i libri che parlano di come camminare sull'acqua e studierò come i vari casi si sono presentati cercando di comprendere?" Questo è ciò che alcuni cristiani normalmente fanno, ma Pietro invece saltò fuori dalla barca e senza domandarsi come, poté camminare sulle acque fino a quando distolse lo sguardo da Gesù. Un giorno Gesù era affamato e si avvicinò ad un fico sperando di trovare qualche fico maturo, ma non c'era niente, solo foglie, allora lo maledisse, il giorno dopo l'albero era secco ed i discepoli ne rimasero meravigliati, ma Gesù rispose che questo era niente, perché se avessero avuto fede quanto un granello di senape, avrebbero potuto dire ad un monte di spostarsi e gettarsi nel mare e ciò sarebbe avvenuto. Quanti di voi hanno fatto questo? Nessuno di voi ha mai parlato ad una montagna? In Giappone questo è accaduto. 

Vi racconto la storia: c'era un orfanotrofio diretto da un missionario inglese, era pieno di bambini e c'era bisogno di spazio per altri bimbi; volevano ingrandire l'edificio ma non potevano perché su tre lati c'era la strada, aveva già 5 piani, massima altezza possibile su un territorio sismico, e dietro l'edificio c'era una collina, perciò non potevano costruire nemmeno sul retro. Per cui i missionari scherzando dissero: "Dovremmo dire alla collina di buttarsi in mare, così potremmo costruire sul retro." Tutti risero di questo scherzo, ma non risero, però, alcuni bambini che avevano ascoltato, essi cominciarono a pregare e parlando alla montagna nel nome di Gesù dissero: "Buttati nel mare, così potremo avere una casa più grande!" Per i bambini non era uno scherzo, e quando ritornarono, dopo una vacanza al mare, la collina non c'era più, tutto il terreno dietro l'orfanotrofio era perfettamente livellato. I missionari si meravigliarono, ma per i bambini era normale, loro lo avevano chiesto a Gesù e non capivano cosa ci fosse di tanto strano se era avvenuto. Ma i missionari vollero vederci più chiaro, così cominciarono a fare domande ai vicini, i quali risposero che al porto stavano cercando di guadagnare spazio prendendolo dal mare, perciò avevano bisogno di molto materiale, qualcuno propose di prenderlo dalla collina dietro l'orfanotrofio, e così con i bulldozer presero la collina e la buttarono in mare. Questa è la prima volta che ho sentito dire che una cosa del genere è accaduta. 

Gesù ha detto che non abbiamo idea di quanto una piccola fede possa produrre, non erano perciò i miracoli che facevano riflettere la gente su chi Egli fosse, ma qualcos'altro, non era semplicemente ciò che Egli faceva, ma ciò che Egli era. Ci sono tre cose straordinarie nella vita di Gesù: la prima è che Egli insegnava il più alto livello di moralità che nessuno avesse mai fatto, nessun altro era mai stato così esigente come Gesù. La seconda cosa è che Egli viveva quel livello di moralità, non solo lo insegnava, ma lo viveva, nessuno dei Suoi peggiori nemici riusciva a trovare una colpa in Lui; questo non era mai accaduto ad altri, tutti avevano qualche debolezza ma Lui non ne aveva alcuna. Terza, Egli insegnava una santità assoluta che solo lui riusciva a vivere, ciò nonostante i peccatori Lo amavano lo stesso. Questo è un fatto straordinario, di solito essi hanno una reazione di repulsione verso chi vive un alto livello di moralità e cerca di insegnarglielo, ma stranamente amavano stare con Gesù, per questo i Suoi nemici lo insultavano dicendo che era amico dei peccatori. Ma come mai i peccatori amavano tanto un personaggio come questo? Questo fatto, più unico che raro, mi ha reso perplesso molto tempo e sono arrivato alla conclusione che in qualche modo essi sentivano che Lui poteva innalzarli fino al Suo livello. Troppi insegnanti abbassano la loro morale per andare incontro agli altri, ma Gesù, invece, innalzava le persone per portarle fino al Suo livello. Questa è stata anche la mia esperienza, ho imparato molto di più in santificazione da incontri che ho avuto con persone che vivevano da santi, che leggendo molti libri sull'argomento; credo che ciò sia valido anche per voi. 

C'è qualcuno che conoscete come brava persona e il rapporto che avete con lui vi dà lo stimolo per essere migliore? Bene, era così che i peccatori vivevano il loro rapporto con Gesù! Una volta mi trovai a parlare del Regno di Dio in una televisione Canadese, accanto a me c'era un telefono per tutti coloro che avessero voluto farmi delle domande. Poco dopo una donna si mise in contatto con me dicendo: "Sono una prostituta di Toronto; vorrei conoscere il modo per entrare in quel Regno, perché è giunto il tempo che la mia vita prenda la direzione giusta." Il mio cuore stava gridando "alleluia", pensavo: "Forse sono finalmente arrivato a predicare il giusto Vangelo, perché quando Gesù predicava furono queste le persone che per prime si convertirono." E' qui che si vede quando un pastore predica il vero Vangelo, se la sua predicazione piace alle persone buone e brave significa che non è un buon Vangelo, se invece piace ai peccatori allora vuol dire che il Vangelo è quello giusto ed Egli è un buon pastore. Un'altra cosa molto strana di Gesù è che Egli parlava molto di sé, e come tutti sanno le persone che parlano sempre di sé non hanno amici perché sono noiose. Nel suo caso, era proprio ciò che Egli diceva della Sua persona che rendeva ancora più attenti tutti quanti; ha perfino detto: "Io sono umile!" Provate un pò a dirlo voi e vedrete l'effetto che farà, Gesù lo ha detto senza avere problemi, ma non sarà così per voi. 

Un'altra cosa che alle persone di allora dovette sembrare a dir poco strana, se non addirittura assurda fu quando disse: "Io sono venuto, non sono nato, ma sono venuto." Cioè Gesù stava dicendo che aveva scelto di nascere. Ora nessuno di noi ha scelto di nascere e venire in questo mondo, ma Gesù stava proprio dicendo che quella era una Sua scelta: "Ho deciso di venire in questo mondo, sono venuto per cercare e salvare i perduti." Nessuno mai ha detto queste cose perché nessuno mai ha avuto la possibilità di scegliere di nascere e di venire in questo mondo, perciò non riuscivano a comprendere il Suo modo di parlare. Questo era già negativo nei suoi confronti, ma non bastava, c'era anche di peggio. Spesso Egli iniziava i suoi discorsi con le parole: IO SONO. Dobbiamo tener presente che nella lingua ebraica questo è il nome di Dio; YAHWEH, cioè IO SONO. Perciò una parola mai usata; tecnicamente parlando è il participio del verbo essere, ma il suo significato è ancora oscuro. 

Un pò di tempo fa stavo pregando perché mi fosse rivelato se c'era qualcosa nella lingua inglese il cui significato si avvicinasse a questa espressione ebraica, perché volevo essere in grado di usare il Suo nome in modo appropriato. Improvvisamente nella mia mente apparve la parola: Sempre! Dio è Sempre, questo è il Suo nome, ma ha anche molti "cognomi", ad esempio: Il mio Aiuto, Colui che Provvede, Il mio Protettore, Il mio Guaritore, ecc. Dio è Sempre, questa è la risposta alla domanda: chi ha fatto Dio? Vi è mai stata fatta questa domanda? Dio è Sempre ne è la risposta, quindi nessuno lo ha dovuto fare. Egli è il Dio che era, che è, e che viene, Sempre. I nomi di Gesù nella Bibbia sono moltissimi, se ne possono contare 250. Nessuno dei personaggi storici è mai stato chiamato in così tanti modi, i musulmani si vantano del fatto che Allah ha 99 nomi, ma Padre non è uno di quelli, così come non lo è Amore, mentre Gesù li ha entrambi. E' una buona cosa quella di scriversi tutti questi nomi ricercandoli sulla Bibbia, così potrete rendervi conto che al massimo ne usiamo solo 40. Uno dei nomi preferiti di Gesù è : SI. Sapete che questo è uno dei suoi nomi? Egli è il Si ad ogni promessa di Dio: il Padre si chiama Sempre, ed il figlio si chiama Si. Che religione positiva abbiamo! 

Gesù continuò a definirsi IO SONO dicendo: il pane del cielo, la luce del mondo, il buon pastore, la porta, la via, la verità, la vita ecc., e le persone si chiedevano cosa mai stesse dicendo; questi sono i nomi di Dio, Egli si sta auto definendo Dio. Finché, poi, fece una dichiarazione straordinaria: alcuni Lo avevano insultato domandandoGli chi fosse Suo padre e dicevano: "Noi sappiamo chi è nostro padre, ma non sappiamo chi è il Tuo; abbiamo sentito dire che era un samaritano." Perciò si stava spargendo la voce che Gesù fosse figlio illegittimo, e continuavano dicendo: "Noi sappiamo che nostro padre è Abramo, ma Tu non sai chi sia!" Gesù rispose: "Io lo so, ma voi non lo conoscete, e se voi foste veramente figli di Abramo avreste nei miei confronti un atteggiamento come quello che ebbe Abramo, perché quando nacqui Egli fu felice di vedermi." Allora risposero: "Non ha neppure 50 anni e Abramo è morto già da 2000, come fa a conoscerlo?" E questa fu la Sua risposta: "Prima che Abramo fosse nato Io Sono!" Allora si resero perfettamente conto di cosa stava dicendo e cercarono di lapidarLo. 

Avete mai sentito parlare di Rushdie? Quell'autore che si è dovuto nascondere per aver scritto il libro "Versi satanici"? C'è una taglia di 1.000.000 di Sterline per chi lo uccide, perché secondo la legge islamica è un bestemmiatore e perciò deve morire. Anche secondo la legge Mosaica coloro che bestemmiano devono morire, e Gesù era visto come un bestemmiatore, un blasfemo perché si definiva YAHWEH, Io Sono! Ho cercato di farmi insegnare la giusta pronuncia di questa parola, ma non mi è stato possibile sentirla pronunciare. I Giudei hanno paura di nominare il nome di Dio invano perciò non lo dicono mai. Nel giornale di Gerusalemme non troverete nemmeno la parola Dio, essi scrivono G-D, e tutti sanno che quello è Dio. Immaginiamoci un pò quale reazione possano aver avuto di fronte ad un falegname di Nazaret che dice: "Prima che Abramo fosse, YAHWEH!" Non io ero, ma Io Sono, cioè sono in vita da migliaia di anni. 

Che cosa pensereste se lo dicesse il nostro ipotetico garagista di Milano? Gli credereste? Questo era il problema che incontrava la gente, per loro c'erano tre possibilità: o era pazzo, o era malvagio, o era Dio; queste le uniche possibilità. Tutte le persone di questo mondo devono arrivare ad una di queste conclusioni intorno alla persona di Gesù. La sua famiglia per esempio credeva che fosse impazzito; in una occasione avevano perfino cercato di rinchiuderLo, pensavano forse che fosse schizofrenico, cioè con una doppia personalità, mentre gli altri dicevano che era fuori di sé. Fu proprio in una di queste occasioni che Gesù disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Chi sono le mie sorelle? Chiunque fa la volontà di mio Padre è mia madre, mio fratello e mia sorella." Questa era la piena conferma che era pazzo, non era più in grado di riconoscere nemmeno la Sua stessa famiglia. Le persone che però lo conoscevano veramente non potevano fare una affermazione del genere, la loro risposta era: "Se lui è pazzo allora dobbiamo essere pazzi tutti quanti, perché non abbiamo mai sentito nessuno parlare così." Altri dicevano, invece, che non era pazzo, ma malvagio, che stava ingannando, che stava dicendo cose su di sé che non erano vere, perciò stava bestemmiando e doveva morire, perché la legge dice che chiunque bestemmia deve morire, e per questo fu crocifisso, perché accusato di essere blasfemo. Al Suo processo non riuscirono a trovare dei testimoni concordi, si dicevano cose contrastanti, non c'erano due persone che confermassero la stessa cosa e secondo la legge di Mosè occorrevano due testimoni per rendere valida un'accusa. A questo punto, il giudice non sapendo come venirne fuori fece una cosa assolutamente ingiusta: forzò il prigioniero ad autocondannarsi con la Sua stessa bocca e chiese: "Nel nome dell'Iddio vivente chi sei tu? Sei veramente il figlio di Dio?" E Gesù dovette rispondere: "YAHWEH, Io Sono!" Allora il giudice si strappò le vesti, ora aveva raggiunto lo scopo! Ora poteva dire: "Abbiamo settanta testimoni che hanno udito qual è il verdetto? Non un pazzo, ma un blasfemo." 

C'era però anche la terza possibilità; quella che fosse veramente ciò che diceva di essere, e c'era qualcuno che lo credeva. Una cosa sorprendente è che i demoni lo credevano, ma Gesù chiuse loro la bocca ogni volta che cercavano di dirlo; i demoni Lo avevano visto prima nel cielo e sapevano chi Egli fosse. Ma non fu loro permesso di parlare, perché Egli non voleva che fossero i demoni a rendere pubblica questa verità. Spesse volte persone possedute da demoni dicono la verità. Vi ricordate della ragazza con uno spirito indovino che seguiva Paolo? La ragazza diceva: "Quest'uomo dice la verità intorno a Dio, dovete ascoltarlo!" Ma Paolo non voleva alcuna pubblicità dai demoni. Satana è un ingannatore e può ingannare anche dicendo la verità; puoi pensare che lui sia un angelo mentre invece è un demone e ciò è molto pericoloso, perciò Gesù non permise ai demoni di rivelare chi Egli fosse. 


UN RE PROVATO 

Lo svolgersi del ministero di Gesù è molto chiaro: per due anni e mezzo al nord, nell'area internazionale, vicino al crocevia del mondo e per sei mesi nel sud, sulle colline, nell'area nazionale. E' molto importante vedere la geografia del ministero di Gesù. Egli fece di tanto in tanto delle visite a Gerusalemme, durante le feste, perché era un buon Giudeo e osservava la legge, ma la maggior parte del Suo ministero fu svolta in Galilea dove restò per due anni e mezzo, e questo gli diede una grande fama. In quel tempo vivevano intorno al Mare di Galilea circa 250.000 persone in 4 grandi città. Al giorni d'oggi ce ne sono solo 5.000 in una sola città, perciò è molto diverso da allora; c'è quiete e pace, però non era così ai tempi di Gesù; ma che fine hanno fatto queste città? Perché sono sparite? Di queste Gesù ne maledisse 3: Corazin, Capernaum, Betsaida, ma non Tiberiade. Tutte le città maledette sono scomparse, nessuno più vive là. Perché Gesù non solo benedisse, ma anche maledisse e la Sua parola di maledizione è legge. Ecco perché la geografia della Galilea è completamente cambiata, e l'unico posto rimasto è la città che Gesù non maledisse. Quale potenza nelle parole di Gesù! Egli ha solo bisogno di esprimere una maledizione ed una città intera scompare. 

E' importante nel nostro ministero dire sempre tutta la verità su Gesù. Egli ha benedetto ma ha anche maledetto, perché ogni qualvolta ha detto "beati" ha detto anche "guai". "Beati voi poveri, guai a voi ricchi, beati voi che fate cordoglio, ma guai a voi che oggi ridete." 

Credo che sarebbe molto interessante fare uno studio su ciò che Gesù maledì. Abbiamo detto che per due anni e mezzo Gesù svolse il suo ministero al nord, dove c'erano grandi folle e molta pubblicità, questo perché Egli non poteva andare avanti nella Sua missione fino a quando i Suoi non avessero saputo con certezza chi Egli fosse, ma finalmente trascorsi questi anni capì che il momento era arrivato, perciò li prese e li portò su al nord. 

Se andate in Israele visitate il luogo chiamato Panias ai piedi del monte Ermon, un monte alto 1200 mt, sempre coperto di neve. In questo luogo, un fiume sembra uscire dalla roccia solida: è la sorgente del fiume Giordano. La neve che perennemente è sulla montagna, sciogliendosi scende attraverso spaccature nella roccia ed arrivata ai piedi del monte, l'acqua esce da un foro posto sotto il letto del fiume creando l'illusione di uscire dalla roccia. Questo è stato per secoli il centro di culti religiosi pagani, questo fenomeno insolito attraeva molto le persone superstiziose. Nel costone roccioso che sovrasta la sorgente sono state scolpite varie nicchie ed in esse c'erano statue di vari dei, uno di questi era il dio greco Pan, (per questo il posto conserva ancora il nome Panias) In un'altra nicchia c'era la statua dell'imperatore Cesare, che era stata messa lì dal 4° figlio di Erode, Filippo, un suo ammiratore. Il nome che questa città aveva ai tempi di Gesù era appunto Cesarea di Filippo, ed alla sorgente del Giordano da una parte c'era la statua di Pan, un dio che credevano apparisse agli uomini in forma umana, e dall'altra parte la statua di Cesare, un uomo che pretendeva di essere Dio. Gesù portò i Suoi discepoli proprio qui e fece loro questa domanda: "Chi pensa la gente che io sia?" Loro risposero che la gente pensava che fosse la reincarnazione di qualche grande personaggio del passato: "Hai solo 30 anni," dicevano, "ma sei un così grand'uomo che le persone pensano che devi avere già vissuto. Essi pensavano a Geremia, a Giovanni Battista o qualche altro profeta. Ma voi chi pensate che io sia?" 

Questa fu la grande domanda che aveva aspettato due anni e mezzo a formulare, ed a questa Pietro rispose: "Io so chi sei, Tu hai vissuto prima ma non sulla terra, su nel cielo, Tu sei il Cristo il figlio dell'Iddio vivente." Egli era veramente il Re che essi stavano aspettando, ma più di un semplice Re, Egli era addirittura il figlio del Dio vivente, non solo il figlio di David, ma il figlio di Dio. Pietro non sapeva ancora niente di come in realtà fosse avvenuta la nascita di Gesù, però sapeva la verità, per questo Gesù esclamò: "Pietro tu non puoi averlo scoperto da solo, solamente mio Padre può avertelo rivelato." Pietro è un personaggio simile a molti di noi, dice delle cose buone e poi cercando di migliorarle le fa diventare cattive. Ho notato che qualcosa del genere accade anche nelle nostre chiese quando vi sono profezie. Può capitare che si abbia una breve parola profetica e che poi cercando di migliorarla vi si aggiunga qualcosa di nostro rovinando il tutto; molto spesso la profezia inizia nello Spirito e termina nella carne. La profezia non ha alcun bisogno di essere lunga, ma il nostro caro Pietro cercava di migliorare le cose, così come anch'io spesso ho fatto. 

Mi ricordo di una ragazza che era venuta a trovarmi. Era una giovane moglie senza bambini, dopo molti tentativi e cure i medici le avevano detto che non poteva avere figli. Venne a trovarmi per chiedermi se potevo pregare per lei. Chiesi allo Spirito Santo di rivelarmi il perché, e mi fu rivelato che suo padre aveva avuto con lei una relazione incestuosa. La ragazza esplose in lacrime, ed era proprio questa la ragione per cui non poteva concepire, per la paura di quel ricordo. Nel nome di Gesù la liberai da questa paura e le dissi che avrebbe concepito e partorito un figlio nove mesi dopo. Quello che le dissi veniva dal Signore, ma poi feci una pausa e aggiunsi la mia parte: "Penso che sarà una bella bambina!" Nove mesi più tardi cullava un maschio! 

Troppe volte cerchiamo di migliorare la parola di Dio, facendo così interferire la carne con lo Spirito. Questo è ciò che accadde a Pietro, ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. In questa occasione Gesù disse che avrebbe fatto due cose che non aveva mai detto; per prima cosa disse che avrebbe costruito la chiesa. Fu la prima volta che questa parola venne usata, quindi per loro era un concetto totalmente nuovo. In pratica Gesù stava dicendo: "Pietro, tu mi hai dato qualcosa su cui costruire, perché la chiesa può essere costruita solamente con coloro che sanno chi sono io." Per questo, anche se molte persone oggi ammirano Gesù per un'infinità di film o immagini che parlano della Sua persona, ed arrivano anche a definire il suo ministero "bellissimo", la Chiesa non è cresciuta affatto, perché questo non fa capire chi in realtà fosse Gesù, infatti quelle persone hanno la stessa reazione anche con i film su Gandhi ed altri personaggi famosi. 

Anche se quell'avvenimento fu importantissimo, Pietro non comprese appieno il significato di ciò che stava accadendo; lui si sentiva già importante perché aveva reso possibile la costruzione della chiesa: ".. Tu sei Pietra e con questo tipo di pietre edificherò la mia chiesa..." Era ovviamente compiaciuto di esserne l'iniziatore, ma poi Gesù disse un'altra cosa: "..Adesso posso anche morire sulla croce..." Fu questa la prima volta che Egli parlò anche della croce. Ma questa volta Pietro non stette zitto: "Tu non morirai sulla croce, non lo permetterò mai!" disse; e di nuovo la situazione diventò assurda; Pietro infatti aveva appena riconosciuto Gesù come Re e già stava imponendosi su Lui affermando che anche se era Re, ugualmente non doveva assolutamente fare ciò. Ed anche noi abbiamo spesso lo stesso atteggiamento quando diciamo: "Tu sei il Cristo, ed ecco ciò che devi fare per noi." 

Questo non fu l'unico caso in cui Pietro si comportò così, nella Bibbia è raccontato un altro episodio che si svolse in modo simile: è noto che in quei tempi il clima torrido e le strade polverose riducevano i piedi delle persone in condizioni poco gradevoli. Ora, se consideriamo il fatto che allora non esistevano le sedie ma le persone che si riunivano a tavola sedevano a terra, mettendo così i piedi dell'uno vicini alla faccia dell'altro, potete comprendere come mai ci fosse l'usanza che gli schiavi lavassero i piedi ai commensali prima di prendere posto. A questo proposito vi potete dimenticare la raffigurazione del cenacolo di Leonardo, perché l'ambiente giudaico era ben diverso da quello che Leonardo pensava. Per questo, quando Gesù ed i Suoi discepoli si ritrovarono per la cena nella loro stanza, c'era la bacinella con il telo. Purtroppo però mancava lo schiavo, così tutti si sistemarono al tavolo ognuno seduto vicino ai piedi dell'altro; nessuno di loro voleva svolgere quel compito considerato umiliante, così il Re prese il telo e l'acqua e lo fece Lui. Che Re! Ma Pietro ancora una volta prese la parola: "Tu non laverai mai i miei piedi! Non lo permetterò, non è questo ciò che devi fare, Tu sei il Re e non devi stare qui a lavare i piedi a me!" E Gesù rispose: "Pietro, se tu non mi permetti di lavarti i piedi noi non possiamo avere niente in comune." Questo fece cambiare subito idea a Pietro: "Va bene, allora lavami tutto quanto, i piedi, le mani, la faccia..." Ancora una volta chi è che sta dando gli ordini? E' il suddito che sta dicendo al sovrano ciò che deve fare, e noi siamo molto simili a Pietro. Diciamo continuamente al Signore cosa deve o non deve fare. Comunque Gesù rispose: "Tu hai già fatto un bagno, perciò solo i tuoi piedi sono sporchi." Poiché erano già stati lavati dalle parole che uscivano dalla Sua bocca. Purtroppo, il Regno non aveva ancora nessun suddito, ma Pietro come al solito pensava in cuor suo di esserlo veramente. Fu per questo che quando Gesù annunciò che sarebbe stato abbandonato da tutti in quella stessa notte, ancora una volta la sua voce si fece sentire: "Si è vero, sono tutti dei codardi, ma non ti preoccupare perché hai un suddito fedele, io sarò lì al tuo fianco, loro forse scapperanno ma io rimarrò con te." - "Non illuderti Pietro, non sei migliore degli altri", rispose Gesù, "perché prima che il gallo canti due volte tu mi avrai rinnegato tre volte." Ed è ciò che accadde realmente; Gesù rimase da solo e coronato di spine, sembrava che non ci fosse alcun Regno per Lui, nessuna speranza. Solo un uomo morente credette nel Suo regno, era uno dei ladri crocefissi vicino a Lui; egli, leggendo il crimine per cui Gesù era stato condannato, cioè Re dei Giudei, Gli chiese di ricordarsi di lui quando sarebbe tornato nel suo Regno. Lui credeva che il Suo Regno fosse una cosa lontana nel futuro, ma Gesù lo rassicurò dicendogli che quello stesso giorno sarebbe stato insieme a Lui nel suo "paradiso." Penso che quel ladro sia stato il primo suddito di questo Regno, il primo che vi è entrato, un uomo malvagio, che non aveva mai fatto niente di buono, eppure lui entrò nel Regno. 

Quando Gesù morì che fine fece il Regno? Era un Regno appena nato, il più piccolo di tutti, formato da una persona soltanto; Gesù sulla croce era il perfetto sovrano ed il perfetto suddito contemporaneamente. Anche sulla croce Gesù era ancora il Re nel pieno controllo della situazione; Egli decise dove morire, come morire e quando morire, quindi non era la vittima, era il Re. Precedentemente avevano cercato di ucciderLo in Galilea, ma Lui doveva morire a Gerusalemme. Avevano cercato di farLo cadere giù da un precipizio ed in seguito anche di lapidarLo; per ben cinque volte avevano cercato di farLo morire; ma Lui aveva deciso di essere crocifisso. Aveva deciso anche quando morire; la croce non uccise Gesù, la croce non può uccidere in sei ore quando si è in piena gioventù, normalmente occorrevano da due a sette giorni per morire: era una delle pene più lente e dolorose. C'era un solo modo per accelerare il processo di morte e consisteva nel rompere le gambe ai condannati in modo che non fossero più in grado di sorreggere il loro corpo, quindi, non potendo più respirare, morivano soffocati. Perciò furono rotte le gambe ai due ladroni, perché si stava avvicinando il sabato e non potevano lasciare i corpi sopra la croce; ma rimasero stupiti nel vedere che Gesù era già morto. 

Pilato fu incredulo di fronte alla notizia che era morto in sei ore, nonostante fosse stato flagellato. Gesù morì in sei ore perché scelse di morire alle tre del pomeriggio, e questo ha un grande significato: se leggete il libro dell'Esodo vedrete che l'agnello pasquale doveva essere ucciso alle tre del pomeriggio, per questo Gesù decise di morire in quell'ora. Ecco perché la Scrittura dice che Gesù rese lo Spirito; Egli aveva detto precedentemente che nessun uomo poteva toglierGli la vita, ma che Egli stesso l'avrebbe deposta e che avrebbe avuto anche facoltà di riprenderla di nuovo. Gesù sulla croce è e rimane Re nel pieno controllo di tutta la situazione, Egli è ancora il perfetto sovrano, nessuno può farGli fare una cosa che Lui non abbia scelto di fare, e ciò che fa lo fa solo per ubbidire al Padre, infatti la Scrittura ci dice che fu obbediente fino alla morte sulla croce. Tre anni prima Satana gli aveva detto: "Salvati dalla fame, trasforma queste pietre in pane." Ma aveva resistito, aveva imparato l'ubbidienza, aveva imparato a non mettere al primo posto le necessità della carne; adesso sulla croce aveva la stessa tentazione, gli stavano dicendo: "Il tuo corpo sta gridando, sta cercando sollievo, usa la Tua potenza per uscire da questo guaio." Ma Egli aveva detto nel giardino del Getsemani, rivolgendosi al Padre: "Non la mia volontà, ma la Tua sia fatta!" Perciò su quella croce non c'era solamente il perfetto sovrano, ma anche il perfetto suddito. Comprendete? Egli era il Regno, il Re perfetto e il suddito più fedele; tutto era compreso in lui, era completamente obbediente al Regno dei Cieli però era anche il figlio di Dio che regna dalla croce, anche se la Sua corona in quel caso fu una corona di spine. 

L'identificazione in un'unica persona di queste due figure avvenne nel momento del battesimo, quando la voce dal cielo disse: "Tu sei il mio diletto figliolo nel quale mi sono compiaciuto." Questa dichiarazione è riportata in due passi del Vecchio Testamento: uno di essi è nel libro dei Salmi, e parla di un Re che viene incoronato: "Tu sei mio figlio." L'altro è in Isaia, nel quale Dio, parlando di un Suo servitore sofferente, dice che si è compiaciuto di lui. Perciò Gesù aveva sempre saputo di dover combinare insieme due persone: il sovrano del Regno di Dio e il suddito di questo Regno. 

Tanti anni fa ero un contadino che si prendeva cura delle pecore. Per il mio lavoro mi ero sempre servito di cani, quindi conosco molto bene il rapporto che nasce fra cane e pastore, posso garantirvi che è un legame molto stretto e che il cane capisce la mente del suo pastore. In quei giorni un pastore vinse la coppa in una gara per cani. Un intervistatore gli chiese allora come mai il suo cane avesse una giuntura di plastica ad una gamba, al che il pastore commosso rispose: "Un giorno mi trovavo insieme al cane e gli dissi di stare fermo in un posto ben preciso; il cane si mise in posizione seduta, ma invece di guardare me, fissava lo sguardo in un'altra direzione. Io non compresi, ma dietro ad un edificio c'era un grosso trattore che si muoveva in direzione del cane, la bestia stava chiedendo di essere liberato dal comando. Purtroppo io non avevo visto il trattore e non diedi questo comando, perciò il cane rimase fermo e lasciò che il trattore passasse sopra la sua zampa. Questa è l'ubbidienza del mio cane. Il cane era disposto a morire pur di obbedire, ed io amo quel cane, che ho curato per due mesi finché non è tornato libero di correre come prima." 

Guardando la faccia di quel pastore, ho visto la faccia di Dio il giorno in cui Suo figlio morì. Suo figlio Gli aveva appena chiesto di essere liberato da quella prova, ma Dio Gli ordinò di andare sulla croce e Lui vi andò. Per tre di quelle sei ore in cui rimase sulla croce Gesù provò ciò che si prova nell'inferno, tre cose lo confermano: l'inferno è tenebre, non c'è alcuna luce in esso, ed infatti per tre ore fu buio su tutta la terra, perché mancò la luce del sole. L'inferno è un posto in cui si soffre la sete, e in quelle ore tenebrose Gesù gridò: "Ho sete." L'inferno è un posto dove Dio non si fa trovare, e Gesù gridò: "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?" Gesù passò per l'inferno finché Suo Padre decise che ciò sarebbe stato sufficiente, dopo poté finalmente gridare con un sospiro di sollievo: "Tutto è compiuto." E solo allora Egli rese lo spirito, poiché aveva ormai pagato per i peccati del mondo, ed inoltre aveva anche ristabilito il Regno del cielo sulla terra. 

La sera precedente la Sua morte aveva detto che il principe di questo mondo stava per perdere il suo dominio sugli uomini: infatti, per la prima volta in tutta la storia della razza umana, un uomo era vissuto senza essere mai entrato nel regno di Satana, perciò sulla vita di Gesù non vi era nessuna ipoteca da parte sua, in quanto a differenza degli altri uomini, Egli non aveva mai peccato. Ormai Satana non può più dire che il pianeta terra è il suo regno, non può più dire che la razza umana gli appartiene interamente, perché ha perso la sua battaglia. Gesù ha trionfato sopra i principati e le potestà di questo regno di tenebre, ecco perché ovunque voi predicate la storia della croce le vittime di Satana vengono liberate, perché fu sconfitto da un essere umano; fino a quel giorno Satana aveva sconfitto tutti, ma ora non è più così. Ora il Regno di Dio è stato ristabilito sulla terra per mezzo della vita di Gesù, Dio finalmente aveva un suddito sulla terra e quel suddito era il Suo proprio figlio, il quale poteva essere anche il Re: era degno di ciò perché non ha mai usato la Sua potenza per scopi personali. A motivo della Sua obbedienza fino alla morte Dio lo ha enormemente esaltato, Gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome ed ogni autorità in cielo e sulla terra. E' il nostro Gesù che sta dirigendo l'intero Universo, perciò anche l'Italia è governata da Lui, ogni autorità e potere è nelle Sue mani. Egli è il Re perfetto, non è mai stato corrotto, è impensabile che potesse esserlo considerando le scelte che ha fatto, tra le quali una cosa eccezionale è che Egli ha anche scelto di restare uomo per sempre. E' un'eresia pensare che fu uomo per soli 33 anni, la Bibbia dice che si fece uomo per sempre. Quando ritornerà noi vedremo ritornare un essere umano, non è stupefacente? Ora c'è un essere umano preposto al controllo di tutto l'Universo, c'è un essere umano che intercede per noi su nel cielo. 

Una volta chiesi ad una donna cattolica il perché pregasse Maria; ella mi rispose che lo faceva perché Maria è un essere umano. Allora perché non pregare direttamente Gesù? Lei rispose: "Non potrei; lui è divino, ed io ho bisogno di un essere umano che mi comprenda." Questa è un'eresia! Gesù è ancora un essere umano! La sua era una idea sbagliata, pensava che Gesù lo fosse stato solamente nel periodo che visse sulla terra e che poi fosse ritornato ad essere soltanto divino. Questa è un'eresia! Lui è ancora un essere umano, non abbiamo perciò bisogno di pregare Maria o qualunque altra persona, perché Lui è ancora vivo. Abbiamo un Sommo sacerdote che comprende le nostre debolezze perché è stato tentato proprio come lo siamo noi. E' di vitale importanza insegnare questo alle persone; gli increduli hanno difficoltà ad accettare la Sua divinità, ma quello che mi sorprende è che molti credenti trovino difficile credere che lui è ancora umano. Lui è ancora il figlio dell'uomo, è ancora il figlio di Davide, è ancora Giudeo ed è ancora il nostro Signore. Ma non basta; Egli scelse anche di diventare uno schiavo, poteva scegliere di nascere in qualsiasi strato sociale, ma scelse di diventare uno schiavo, perché come tale si è comportato: è venuto per servire e non per essere servito, scelse di essere il minimo della società, non il massimo. 

Ricapitolando: Egli scelse di diventare un uomo, di comportarsi come uno schiavo e di morire a 33 anni. Per queste tre scelte straordinarie Dio ha deciso di affidarGli il dominio di tutto l'Universo, perché Egli è il solo che ha dimostrato di essere adatto a questo scopo. 


LA DELUSIONE 

Finalmente ora il Regno è stato stabilito, ma si tratta di un Regno con un solo suddito, non è gran che rispetto alle speranze che in esso erano riposte, perciò ora c'è il problema della sua estensione. Prima di affrontarlo però cerchiamo di capire come mai siano rimasti tutti delusi da un così straordinario personaggio, come mai la sua morte sembrò la fine di tutto quanto. Prima di tutto voglio farvi notare che nei suoi tre anni di insegnamento non specificò mai se il Suo fosse un Regno nazionale o internazionale, parlò semplicemente degli uomini, del Regno e di come entrarvi; disse che se un uomo non nasce di nuovo non può vederlo, che se non nasciamo di acqua e di spirito non possiamo entrarvi, presentandolo così come qualcosa di individuale e personale. Quello di Gesù è infatti un insegnamento molto personale, Lui non parlava di un Regno composto da nazioni, ma soltanto da singoli individui. Come abbiamo visto, sembrava che non fosse riuscito a formare un solo uomo adatto al Suo regno, morì senza avere alcun suddito realmente fedele, nessuno era disposto a morire per Lui, come Lui era disposto a morire per loro. 

Tutti coloro che acclamavano Gesù ebbero da Lui una grandissima delusione qualche giorno prima della Sua morte, infatti per ben tre anni avevano molto discusso sul fatto se Egli fosse o no il Messia, ed in quei giorni pensarono che forse lo era veramente. Quando lo videro entrare in Gerusalemme riconobbero in Lui quello di cui Zaccaria profetizzò alcuni secoli prima dicendo: "Ecco il tuo Re viene cavalcando un asinello", per questo si entusiasmarono e Lo accolsero con canti ed auguri; essi ricoprirono perfino il terreno con i propri mantelli formando un tappeto come per un Re, poiché finalmente il loro liberatore era arrivato. 

La Bibbia ci racconta che in questa occasione Egli fu accolto con grida di osanna. I Giudei non usavano quella parola né in segno di saluto né di lode, per loro era una implorazione il cui significato è: salvaci, rendici la libertà. Certamente vista la presenza del Re pensarono che il Regno Nazionale di Israele stesse per tornare in vita, per questo la città era in preda all'euforia. Ma se le cose stavano così, come mai il mercoledì seguente tutti Lo volevano crocifisso? Ebbene la ragione è che furono profondamente delusi da Lui, e quando la folla rimane delusa ha un atteggiamento di netto rifiuto verso chi non si è mostrato all'altezza delle sue aspettative. Ciò si verificò perché quando Gesù cavalcò verso Gerusalemme entrando in città dal monte degli ulivi, si diresse a sinistra invece che a destra; tutto il popolo sperava che Egli usasse la Sua potenza contro i soldati romani e liberasse tutti dal quel giogo, dirigendosi verso la fortezza Antonia, ma non lo fece, anzi, con gran stupore di tutti, quando si trovò nel tempio prese una sferza ed inveì contro i Giudei; non contro i romani, ma contro i Giudei. Potete certamente immaginare il sentimento di quelli che avevano camminato con Lui per due miglia e mezzo acclamandoLo, e che adesso, invece di vederLo fustigare i romani, Lo vedono fustigare i Giudei. Tutto ciò ci mostra ancora una volta quale fosse lo scopo che Gesù si prefiggeva, Egli attaccò violentemente la Sua gente nel loro tempio anche se sapeva che per loro questo era insostenibile, affinché capissero che erano loro stessi la causa delle loro disgrazie. Il cortile del Tempio era l'unica parte in cui i non Ebrei potevano entrare, l'unico posto in cui le nazioni potevano pregare ed adorare il Dio d'Israele, ma adesso nessuno poteva più farlo perché era diventato un mercato, i cambiamonete erano occupati nei loro affari, i sacerdoti vendevano i sacrifici a prezzi esosi e nessuno poteva pregare in quel caos, così coloro che avrebbero dovuto mostrare la gloria del Dio d'Israele ne erano la vergogna; per questo Gesù si comportò così. Una cosa che manca nella chiesa di oggi è l'ira di Gesù, Gesù ha bisogno di uomini pieni di ira contro ciò che viene commesso, ma di solito questa ci fa vergognare perché ci arrabbiamo per motivi sbagliati, al momento sbagliato, con le persone sbagliate e nella maniera sbagliata. L'ira è qualcosa di potente e distruttivo e noi possiamo usarla per distruggere cose buone o cose cattive. Gesù l'ha usata sempre per distruggere cose cattive, ed abbiamo bisogno di imparare a piangere come Gesù ha pianto per tutta la strada cavalcando quell'asino. Anche se forse nessuno se ne accorse, piangeva pensando: "Oh Gerusalemme Gerusalemme, quante volte ho cercato di radunarti come una chioccia fa con i suoi pulcini, ma voi non avete voluto. Adesso la vostra casa è abbandonata e desolata." E presa la sferza da solo fece piazza pulita in quel cortile. Come osavano fare un mercato di quel cortile, doveva essere una casa di preghiera per tutte le nazioni, ma ora era rovinata e resa accessibile solo ai Giudei, ".. lo zelo per la Tua casa mi consuma..." diceva Gesù, ed io credo che Dio stia cercando uomini dello stesso stampo emotivo. Mi sento pieno d'ira quando vedo cosa viene perpetrato ai nostri giorni; perfino coppie omosessuali vengono sposate nel nome di Gesù e questo mi riempie di rabbia. Voi condividete l'ira di Gesù? Egli con la Sua svolta inaspettata voleva dire questo ai Giudei: "Siete voi che non siete pronti per questo regno! Non sono i Romani che stanno trattenendo il Regno di Dio, ma voi; la mia propria gente lo sta trattenendo!." 

Poi, due giorni più tardi raccontò loro una storia: "Un uomo possedeva una vigna che aveva dato in affitto ed un giorno, allo scadere del tempo fissato, mandò i suoi servi a riscuotere il reddito, ma i servi furono malmenati e fatti tornare a mani vuote; allora il proprietario mandò altri servi, ma anche questi fecero la stessa fine. Perciò il proprietario di questa vigna non ebbe da essa alcun ricavo, e fu così che decise di mandare il figlio pensando che almeno questo sarebbe stato rispettato; invece fu addirittura ucciso perché non solo era figlio ma anche erede e così facendo la vigna, un giorno, sarebbe stata loro." Alla fine di questo racconto Gesù chiese: "A questo punto cosa dovrebbe fare, secondo voi, il proprietario della vigna?" Ed essi diedero la risposta giusta: "Dovrebbe togliere la vigna a quelli che la stanno coltivando e darla ad altri che paghino il giusto frutto." Avevano ragione; difatti Dio ha agito proprio così: il Regno è stato tolto dalle mani di quella gente e dato a persone che producano frutti per il proprietario. Questa fu una delle cose più importanti che Gesù disse riferendosi al regno e spiegò anche il motivo di tanta delusione; poiché Lui stava praticamente dicendo che loro non si erano mostrati all'altezza di questo compito, perciò lo avrebbe affidato a qualcun'altro. Questa è la ragione per cui noi ne stiamo parlando; perché il Regno è stato affidato a noi. 

C'è una strana gioia nel fatto che i Giudei lo abbiano rifiutato, Paolo diceva che i gentili avevano il Regno perché i Giudei lo avevano rifiutato, perciò dovremmo essergli molto grati, perché così hanno permesso che il Regno arrivasse fino a noi. Questo significa che c'è stato un cambiamento nel piano di Dio, il progetto iniziale era quello di ristabilire il Regno dei Cieli in Israele e che tutte le nazioni si volgessero ad esso, che il quartier generale di tutte le nazioni fosse a Gerusalemme e che tutti gli armamenti fossero banditi; ma questo piano è stato cambiato. Invece delle nazioni che vanno verso Israele, sarà il Vangelo che da Israele andrà verso tutte le nazioni, partirà da Gerusalemme ed andrà verso le estremità del mondo. 

La parola chiave del Vangelo non è più "Vieni!", ma "Vai!" Invece di vedere tutto il mondo venire ad Israele, i pochi Giudei che conoscono il Regno devono andare verso l'esterno, questo è il grande cambiamento che si è verificato riguardo al Vangelo del Regno. In un senso molto pratico si può dire che il primo piano di Dio è fallito; Egli è venuto in casa Sua ed i Suoi non lo hanno ricevuto: questa è la più grande tragedia della storia. Le persone che Dio aveva preparato per secoli a ricevere il Regno non lo hanno voluto ed hanno addirittura ucciso il figlio del Re. Ma ancora non vi ho rivelato il segreto del Regno, perché c'è un grosso segreto che Gesù insegnò principalmente attraverso le parabole tenendolo nascosto alle folle, ma che poi condivideva segretamente con i suoi discepoli dicendo loro: "A voi è dato di conoscere il segreto del Regno." Prima, però, proviamo a pensare allo stato d'animo dei discepoli in quei momenti: loro erano arrivati alla conclusione che Gesù non era pazzo e neppure malvagio, pertanto doveva essere Dio. Pietro era stato il primo uomo sulla faccia della terra ad averlo affermato, ed alcune settimane dopo anche Marta fece la stessa cosa diventando così la prima donna a farlo. 

La morte di Cristo fu come una prova per tutti, Lui fu condannato a morte per bestemmia dai Giudei, i quali cambiarono poi l'accusa da bestemmia in tradimento per farLo uccidere dai romani perché si dichiarava Re. Pilato, comunque, si rese conto che stavano mentendo, sua moglie aveva avuto un sogno su questo avvenimento e poiché era una buona moglie, lo mise in guardia. 

Sapete che cosa successe a Pilato in seguito? Fu rimosso dal suo incarico, così si costruì una casa vicino al mare a Pompei, ed ora là da qualche parte sotto la cenere si trova Ponzio Pilato; ha fatto davvero una strana fine. Lui scrisse il motivo della condanna a morte di Cristo: "Re dei Giudei", egli cercò di liberare Gesù dandoGli una via di uscita. Dette infatti una scelta al popolo: la libertà di un terrorista o quella di Gesù. Il nome del terrorista era abbastanza interessante, infatti aveva due nomi, il primo nome era Gesù e il secondo Barabba che significa "figlio del padre", questa è stata una coincidenza davvero molto strana. Pilato, in pratica, dette questa scelta al popolo: "Chi volete che vi sia liberato; questo Gesù figlio del Padre, o quest'altro Gesù figlio del padre?" Non è strano quello che successe? La loro risposta la conosciamo: "Vogliamo il Gesù che combatterà i romani per noi, non quello che ha percosso i Giudei, vogliamo uno che si dedichi alla lotta per la nostra liberazione." Ed il mondo sta facendo anche oggi la stessa scelta. La Sua condanna era però vista dai Giudei anche come la prova che avrebbe confermato o meno la Sua messianicità. Secondo loro se Lui avesse detto la verità sulla Sua persona, Dio non avrebbe permesso che fosse ucciso per bestemmia, difatti anche Gesù lo aveva preannunciato dicendo: "Quando mi innalzerete saprete chi sono." Così c'era tra loro anche questa aspettativa, per vedere se Dio fosse intervenuto o meno a fermare l'esecuzione. Ma Dio non fece nulla! Lui permise che Suo figlio fosse messo a morte per bestemmia, e questo aveva infranto qualcosa dentro ai discepoli, sapevano che doveva essere il Messia, ma Dio non intervenne, ed a questo punto non sapevano più cosa pensare. Non avevano nessuna spiegazione da darsi e la croce diventava per loro una completa tragedia, Gesù era ormai soltanto un cadavere. Credevano che fosse Figlio di Dio, ma Dio aveva permesso che morisse per bestemmia, quindi come poteva esserlo? Vorrei che comprendessimo la confusione dei loro pensieri. 

Vi ricordate che cosa dicevano i due discepoli sulla via di Emmaus?: "Speravamo liberasse Israele, che fosse il liberatore tanto atteso; ma adesso non c'è più, e non si trova neppure il Suo corpo. Noi non sappiamo più cosa pensare." - "Poveri voi", disse Gesù, "perché non credete a ciò che i profeti hanno scritto?." Gesù dimostrò loro come stessero sbagliando, come fosse necessaria la Sua morte, perché non poteva avere il Regno prima di morire; e mentre ascoltavano i loro cuori ripresero a sperare, ma non Lo riconobbero fino a quando, dopo averlo invitato a cena, spezzò il pane mostrando i segni dei chiodi sulle Sue mani. In quel momento i loro occhi si aprirono, il pane cadde sulla tavola e Lui sparì. Così corsero verso Gerusalemme gridando che era vivo e che era stato con loro, ed una voce dietro di loro disse: "Pace." Questa fu la prima parola che il Signore risorto abbia pronunciato, una parola meravigliosa: "Shalom", che significa armonia con Dio, armonia con le persone, armonia con la natura e con sé stessi. Qual è il vero significato della Sua resurrezione? Per mezzo della resurrezione Dio ha capovolto il verdetto della corte umana che aveva decretato la Sua morte, Dio disse che quell'uomo non la meritava perché era Suo figlio. 1000 anni prima David aveva detto: "Se mai una vita santa vivrà in questo mondo, Dio non permetterà che il Suo corpo rimanga nella tomba per essere corrotto." Un giorno il mio corpo morirà e voi non avrete alcun desiderio di toccarlo, non sarà piacevole a vedersi né tanto meno a sentirne l'odore, quale fine tragica per ogni corpo umano. Perché ci accade questo? Perché il mio corpo si corromperà nella tomba? Poiché il mio spirito è stato corrotto con il peccato, così, anche il mio corpo farà la stessa fine. Ma per la stessa ragione, se un essere umano avrà vissuto una vita santa, Dio non potrà mai permettere che il suo corpo si corrompa nella tomba. Un corpo incomincia a decomporsi al quarto giorno, per questo Dio doveva risuscitare il corpo di Gesù il terzo giorno. 

Fu il Salmo 16 che Pietro menzionò nel giorno di Pentecoste, quando disse che Gesù non poteva essere lasciato nella tomba; Davide era rimasto lì, lui è ancora nella tomba, ma Gesù doveva essere risuscitato il terzo giorno se era il santo di Dio, e quello è accaduto. Per quanto io ho capito, Gesù non è morto un venerdì. Ogni indicazione biblica fa intendere che doveva essere stato un mercoledì pomeriggio e anche tutti i dati che abbiamo al di fuori della Bibbia fanno intendere che doveva essere un mercoledì pomeriggio Forse con la tradizione ecclesiastica è stato frainteso il contenuto biblico. Nella Scrittura leggiamo che doveva essere sepolto presto perché alle 6 di pomeriggio sarebbe iniziato il sabato. Ma abbiamo posto la giusta attenzione a ciò che Giovanni ha detto nel suo Vangelo? Ossia che quel sabato non era un sabato normale di una settimana qualsiasi, ma era un sabato speciale che precedeva la Pasqua. Gesù stesso aveva predetto che sarebbe stato tre giorni e tre notti nella tomba, e non riuscirete a mettere insieme tre giorni con un venerdì ed un sabato a disposizione. Ma grazie a Dio la nostra salvezza non dipende da quale giorno fosse, voglio solo farvi capire che Gesù ha detto la verità. Se Lui ha detto tre giorni e tre notti, voleva dire veramente tre giorni e tre notti! Ogni cosa si combinerebbe armoniosamente se tutto fosse avvenuto un mercoledì alle tre e fosse risuscitato fra le 6 e le 24 del sabato. 

Il primo giorno della settimana, ovvero la domenica secondo i Giudei, la tomba era già vuota prima del sorgere del sole, ma cosa accadde quel primo giorno della settimana? Vorrei invitarvi a riflettere attentamente sulla resurrezione, poiché molti credenti non comprendono bene il suo vero significato. Quella resurrezione non riportò all'esistenza il vecchio corpo di Gesù. Lui fu cosciente e molto attivo in quei tre giorni in cui il Suo corpo era nella tomba; Gesù, fuori dal corpo predicò alle persone che avevano perso la vita durante il diluvio ai tempi di Noè, Egli era fuori dal corpo ma assolutamente conscio di ciò che stava facendo, come tu ed io lo saremo subito dopo la nostra morte, perché questa non metterà fine al nostro essere cosciente. In Inghilterra i riti per i servizi ecclesiastici della settimana precedente la Pasqua terminano di venerdì sera e riprendono la domenica mattina, come se in quel tempo nulla fosse accaduto; nessuno si chiede che cosa stesse facendo Gesù quel sabato. Comunque Egli era attivamente operante e cosciente ed io mi chiedo se mentre Gesù predicava, il ladrone che era morto con Lui non stesse dando anch'egli la sua testimonianza insieme a Gesù. In sostanza la cosa che desidero precisare è questa: la resurrezione non fu, dunque, riportare alla vita cosciente Gesù, e neppure la rianimazione del Suo corpo fisico. Anche se questo era già successo in altre circostanze non accadde nel caso di Gesù, era accaduto ad esempio a Lazzaro, al figlio della vedova di Nain, alla figlia di Jairo; quando furono risuscitati il loro corpo fu riattivato e risanato, ma morirono una seconda volta perché tornarono nel loro vecchio corpo. Questo non è accaduto a Gesù, Egli non è morto una seconda volta, perciò, qual è la differenza? Ci sono persone che vengono risuscitate anche oggi; a Berlino, per esempio, dove un giorno predicai, un uomo dette la sua testimonianza e dopo averla udita, non volevo più predicare perché non avevo mai sentito niente del genere in vita mia. Questa fu la sua testimonianza: "Sono stato morto per dieci giorni, e Gesù mi ha risuscitato." Che testimonianza! Cosa potevo dire dopo questo? Quel fratello rimase veramente morto per dieci giorni, in quel periodo non c'era in lui nessuna attività cerebrale; era tenuto in vita da macchine, ma Gesù lo tolse da quello stato ed ancora vive. Purtroppo, però, anch'egli dovrà morire di nuovo. C'è solo un uomo risuscitato dalla morte che non morirà mai più, ed è Gesù, perché il corpo con cui uscì dalla tomba non era lo stesso con cui vi entrò, era un corpo nuovo. Le bende con cui era stato avvolto e posto nella tomba non erano state svolte, Giovanni vide che erano ancora arrotolate, il vecchio corpo era sparito e Gesù ritornò con un corpo nuovo, somigliante al vecchio, aveva addirittura gli stessi segni delle ferite, ma completamente nuovo. Egli non sarebbe né invecchiato né morto perché era una nuova creatura. Solo Dio era capace di fare ciò, perché solo Dio ha la capacità di darci un corpo nuovo e di creare qualcosa dal niente. Vi siete mai posti la domanda da dove Gesù abbia preso i vestiti per il Suo nuovo corpo? Tutte le volte che Egli si presentò, dopo la Sua resurrezione, non era nudo, eppure i Suoi vecchi abiti erano rimasti nella tomba. Allora dove prese quelli che indossava? Forse qualcuno lo vide nudo e lo vestì? No, non ce ne fu bisogno, perché quel Dio che creò un nuovo corpo provvide anche dei nuovi vestiti. Tu sarai vestito in cielo, ma i tuoi abiti non li prenderai da qui, non avrai bisogno di fare la valigia prima di andare in cielo. Dio che ha il potere di creare tutto dal niente ha deciso di avviare una nuova creazione. Vi rendete conto di cosa significa? 

Dio si era rimesso all'opera, alla Sua opera di creazione. Il giorno di riposo di Dio aveva finito ed ora Egli aveva di nuovo iniziato a lavorare. Noi non abbiamo mantenuto l'usanza ebraica del riposo nel giorno di sabato, noi ricordiamo il fatto che Dio si è rimesso all'opera l'ottavo giorno, la nostra domenica rappresenta il primo giorno della seconda settimana della creazione di Dio. La prima creazione ha impiegato sei giorni per essere compiuta, ed anche se non so dirvi quanto fosse lungo un giorno, poiché erano giorni divini, il settimo giorno durò per molti secoli, infatti durante tutto l'Antico Testamento Dio non creò niente, ed il libro dell'Ecclesiaste ce lo conferma: "Non c'è niente di nuovo sotto il sole." Ma in quella tomba ebbe inizio la nuova creazione, un nuovo corpo per il Suo figliuolo. Questo fu l'inizio della seconda settimana, ed ovviamente ciò doveva accadere di domenica, in quanto il giorno seguente il sabato è la prima giornata lavorativa per i Giudei. Anche lo Spirito Santo è sceso sulla chiesa nello stesso giorno, infatti Dio sta creando cose nuove nella sequenza opposta alla prima creazione; la prima volta ha creato prima il cielo e la terra e per ultimo l'uomo, ma la seconda volta crea prima l'uomo nuovo, poi il nuovo cielo e la nuova terra. Se un uomo è in Cristo, in lui c'è una nuova creatura, ed io vi dico che ci sono più persone che diventano nuove di domenica che in qualsiasi altro giorno della settimana. Dio si è rimesso all'opera, sta già creando cose nuove, ed un giorno ti darà un corpo nuovo, io lo sto già aspettando con ansia. Sapete quale età avrà quel corpo? 33 anni. Io ora ho 60 anni, ma già vedo il momento in cui avrò di nuovo 33 anni. Questo è ciò che dice la mia Bibbia; Dio, un giorno, mi darà un corpo come quello di Gesù risorto, un corpo che farà parte della nuova creazione, un corpo che non invecchierà mai. 

Un pò di tempo fa guidavo un funerale in Inghilterra, un caro fratello era morto dopo una malattia talmente brutta, che negli ultimi mesi le persone non volevano nemmeno più guardarlo, tanto era sfigurato. Il suo carattere però continuava ad essere bellissimo. La vedova e la figlia erano sedute in prima fila durante il sermone che tenni sulla resurrezione; durante questo sermone notai che quando dissi che lo avrebbero rivisto risorto e di nuovo trentatreenne iniziarono a sorridere con gioia. Nessuno di noi poteva comprendere quel loro sorriso, cosicché, una volta terminato il culto, decisi di chiedere a cosa fosse dovuto; la vedova mi rispose che mentre stava guardando tra le sue vecchie cose trovò una sua foto di tanti anni fa, di quando lui aveva ancora i capelli neri ed era un bell'uomo, e disse in cuor suo: "Questo è il modo in cui ti voglio ricordare!" Quella foto era di quando lui aveva 33 anni. Anche alla figlia ho poi chiesto la stessa cosa, e lei mi rispose che la notte precedente fece un sogno bellissimo, nel quale lei era ancora ragazzina e stava giocando sulla spiaggia insieme a suo padre. Quando poi si svegliò si ricordò che quella spiaggia era un posto dove passarono una vacanza quando lei aveva ancora nove anni, e perciò se lei aveva nove anni suo padre doveva averne 33. Questa è la nuova creazione e comincia con la resurrezione di Cristo Gesù. Egli è il primo nato di ogni creazione: il corpo che ricevette da Maria faceva parte della vecchia creazione, ma quello che possiede adesso è un corpo nuovo, venuto direttamente dal Padre che lo creò in un momento nella tomba. Questo è ciò che un giorno succederà ad ognuno di noi: in un momento, un batter d'occhio, avremo un corpo nuovo. Per ora nessuno, eccetto Gesù, lo possiede, in quanto si tratta di un atto unico da parte del creatore, con il quale dichiara al mondo che quello è Suo figlio. I dieci discepoli incontrandoLo potevano difficilmente credere a quello che vedevano, avevano difficoltà ad accettare il fatto. Non critichiamo Tommaso perché non ha creduto, egli non era lì quando lo videro per la prima volta, ma tutti quanti hanno avuto dei dubbi finché non si mise a mangiare con loro. Naturalmente, quando poi gli raccontarono l'accaduto, Tommaso ha pensato che fossero pazzi e disse che li avrebbe creduti solo dopo aver toccato con mano. Una settimana dopo, però, nello stesso locale, a porte chiuse, una voce disse: "Tommaso metti il tuo dito nella mia carne." Lui non lo fece, ma in quel momento la sua mente esplose, come poteva Gesù essere a conoscenza di quello che aveva detto, non era presente quando parlò agli altri. In quel momento però egli dovette accettare il fatto che c'è una persona, anche se non la vediamo, che sa ogni cosa di noi perché è presente in mezzo a noi ed è Dio. Tommaso era il primo dei discepoli che chiamò Gesù "Dio"; Pietro e Marta dissero "Figlio di Dio", ma Tommaso disse: "Mio Signore e mio Dio" diventando la prima persona sulla terra a definirLo "Dio." Erano passati solo 3 anni da quando Lo avevano incontrato come il falegname di Nazaret e adesso Lo chiamavano Dio. Nelle sei settimane che seguirono Gesù continuò ad apparire ai Suoi, ed in quel tempo ormai Pietro non aveva più grandi speranze di poter essere il fondatore della chiesa, dato il suo triplice rinnegamento, quando un mattino, tornando da una improduttiva nottata di pesca insieme a Giovanni, videro una persona che si avvicinò a loro e disse: "State pescando nel modo sbagliato! Avete buttato la rete dalla parte sbagliata." Ora se voi conoscete i pescatori potete facilmente comprendere cosa possa essere passato per la testa di un uomo con il carattere di Pietro, per di più dopo una nottata simile, nell'ascoltare un consiglio di questo genere. Io penso che tutti e due avranno amato immensamente quella persona! 

Uno di loro però, stranamente, decise di provare quel consiglio, e fu così che raccolsero 153 grossi pesci. Si tratta di una pesca enorme per il mare di Galilea, normalmente la media si aggirava intorno ai 20 pesci. Giovanni riconobbe allora in quella persona Gesù; perché solo Lui poteva fare queste cose. Pietro saltò fuori dalla barca per cercarLo e trovò un piccolo fuoco, Gesù aveva preparato la colazione, Egli era lì realmente, non era uno spirito. Pietro vide quel fuoco e si ricordò l'altro fuoco, quello a cui si stava scaldando la notte in cui lo rinnegò, aspettandosi forse che Gesù dicesse: "Speravo che tu fossi stato il primo pastore, ma mi hai deluso malamente, adesso l'unico compito che potrai svolgere sarà distribuire i libretti dei canti." Ma questo è quello che avremmo pensato noi, Gesù non lo ha pensato, non ha nemmeno pensato di metterlo alla prova per poter poi riconsiderare il caso, nemmeno di mandarlo 25 anni in purgatorio prima di farlo entrare in cielo; questo lo pensano coloro che pretendono di essere i successori di Pietro. Gesù, non disse niente di tutto ciò, ma ripeté per tre volte la stessa domanda: "Tu mi ami?" Per tre volte Pietro aveva affermato di non conoscerLo ed ora per tre volte gli veniva posta questa domanda, perché? 

Quello che praticamente Gesù stava cercando di dirgli era questo: "Io so che tu sei debole, il tuo nome è Simone (che significa una canna mossa dal vento) ma io ti posso cambiare in una roccia se sono certo che tu mi ami." 

Mia moglie, per esempio, conosce tutte le mie debolezze; se voi mi conosceste come mi conosce lei forse non sareste qui ad ascoltarmi, eppure lei riesce ugualmente a vivere ed andare d'accordo con me alla condizione che io l'ami. Tutto qui. Ugualmente anche Gesù conosce le tue debolezze, ma ti può usare ugualmente se solo può essere certo del tuo amore. "Pietro pasci le mie pecorelle", fu quello che gli venne chiesto di fare, e Pietro divenne il primo pastore della chiesa. Questi sono gli unici requisiti necessari per essere un buon pastore, l'amore per il padrone delle pecore, ed il suo comando per accudirle. Gesù continuò ad apparire e sparire fino a quando i Suoi non avessero imparato che Lui era presente anche quando non Lo vedevano. Una volta imparata la lezione avrebbe potuto lasciarli, e fu così che fece, disse loro: "Tornerò al Padre e sarò sempre con voi, fino alla fine dell'età presente." Ma come poteva lasciarli ed essere sempre con loro? In quel momento ancora non si rendevano conto a cosa alludesse, perché non sapevano cosa fosse lo Spirito Santo che aveva promesso. Comunque ben presto li lasciò, e tutti quanti assistettero alla Sua ascensione. Egli era la terza persona ad andare in cielo, nessun uomo ancora era andato nello spazio come accade oggi, solo Enoc, il primo profeta, Elia e Gesù lo avevano fatto. A questo proposito vorrei farvi notare che se qualcuno di noi fosse stato in quel posto con una telecamera ed avesse registrato l'accaduto, potrebbe avere il filmato del Suo ritorno semplicemente rivedendo la registrazione in senso opposto. Infatti l'angelo che era presente disse che nello stesso modo in cui Lui se ne andava, così sarebbe ritornato, perché Lui sarà la prima persona che verrà per la seconda volta in questo mondo. Quando Lo hanno salutato erano tutti pieni di gioia, non c'era in loro nessun senso di perdita, erano contenti di vederLo partire per ritornare al Padre, dove avrebbe preso il posto da cui governare tutto l'Universo. Ora era alla destra del Padre e da lì poteva intercedere per tutti, e tutti potevano pregare il Padre nel Suo nome sicuri della risposta per l'intercessione del Figlio, quindi quella gioia era ben motivata. Ma c'era qualcosa di molto importante per il Regno che ancora doveva avvenire; per 10 giorni furono senza Gesù, senza lo Spirito Santo, l'unica cosa che potevano fare in quel periodo era pregare e leggere il Vecchio Testamento. 

Maria, la madre di Gesù, era in mezzo a loro, ed insieme a loro stava pregando; questa è l'ultima volta che la Bibbia ci parla di Maria. Il suo ministero era alla fine perché riguardava il primo corpo di Gesù, non aveva nessun ministero per il Suo nuovo corpo, e questo è un punto molto importante. Gesù aveva detto loro che era meglio se Lui fosse partito perché un altro sarebbe venuto a prendere il Suo posto. Difatti se Lui fosse restato qui sulla terra quanto spesso pensate che fosse possibile averlo tra noi? Forse una volta nella vita, ma lo Spirito può essere ogni giorno con noi, per questo Gesù disse che era meglio, poiché così avrebbe potuto mandare lo Spirito Santo, ed è attraverso lo Spirito Santo che Gesù è con noi per sempre, fino a quando ritornerà. 

Da questo momento i discepoli cominciarono ad avere una visione cosmica di Gesù, ora per loro era il Re dell'Universo. Tutta l'autorità sia in cielo che sulla terra appartenevano a Lui, perché finalmente era sul trono e regnava su tutto. Sicuramente erano molto entusiasti di tutto ciò, ed adesso incominciavano ad avere interesse per tutto ciò che Lo concerneva e che ancora non conoscevano; scoprirono così che era nato a Betlemme, la città di Davide, quindi nel posto giusto e che fu una nascita tutta particolare. Benché ci fossero state altre nascite fuori dal comune in Israele, specialmente da donne sterili, queste furono sempre il risultato di una unione fra un uomo e una donna, nel caso di Gesù, però fu diverso. E' curioso considerare che nella natura ci sono alcuni organismi che si riproducono senza atto sessuale, questo processo è detto partenogenesi, succede che l'ovulo femminile riesce a duplicarsi da solo, senza bisogno di essere fecondato, e così produce un essere completo. 

Dei ricercatori hanno affermato che ciò è accaduto anche in casi umani, un professore di genealogia mi disse che in tutta la storia umana esistono sette casi di donne in cui, con una certa fondatezza, esiste la probabilità che abbiano generato un figlio senza relazioni con un uomo, anche se non c'è stata mai la possibilità di provarlo scientificamente. Quello che è interessante è il fatto che in ciascuno di questi casi il figlio era di sesso femminile. La donna, in questi casi, non può generare un maschio, perché l'ovulo femminile contiene due geni XX, e ciò significa che non potrà mai nascere un maschio senza l'intervento maschile. Quindi, anche secondo questo principio, senza l'intervento di Dio nessuna donna può generare un figlio maschio da sola, questo è accaduto solo a Maria. Ora incominciavano a capire che Gesù aveva una madre naturale ed un padre divino, Lui era l'uomo di Dio, completamente umano e completamente divino. Ora suonava diversamente la sua affermazione secondo la quale Lui stesso aveva scelto di nascere, quindi ora la domanda da porsi era quando potesse aver avuto inizio la storia di Gesù. Marco è stato il primo a scrivere la Sua storia, e l'ha iniziata da quando Gesù aveva 30 anni, il giorno del suo battesimo, perché in quel giorno la Sua opera ha avuto inizio qui sulla terra. Matteo, che ha scritto il secondo racconto, ha pensato di iniziare la storia partendo prima di quel giorno, ed ha scelto quello del Suo concepimento, includendovi la genealogia da Abramo in poi. Quindi, possiamo dire che secondo Matteo la storia di Gesù ha avuto inizio con Abramo. Luca, invece, che ha scritto il terzo racconto, ha incominciato ancora prima, ed arriva fino ad Adamo. Giovanni, che ha scritto l'ultimo dei Vangeli va addirittura oltre, iniziando la storia di Gesù addirittura nel principio: "Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio e si è fatta carne", ed è là che inizia la storia di Gesù. Se tu vuoi raccontare la Sua storia devi incominciare dall'inizio, con l'inizio della creazione, perché Gesù ha creato l'Universo insieme a Suo Padre. Prima di fare tavoli e sedie come falegname, aveva già creato gli alberi da cui ricavare il legno, prima di predicare il sermone del monte aveva già creato la montagna. 

Una volta stavo predicando in Canada per conto di una televisione statunitense, tutto si svolgeva di fronte alle cascate del Niagara, e mentre le telecamere mi inquadravano davanti a questo sfondo, mi alzai e dissi: "Vedete tutto ciò che è dietro di me? Io conosco l'uomo che lo ha fatto, l'ho incontrato quando avevo 17 anni." Naturalmente mi hanno guardato come se fossi pazzo quando ho detto che il falegname di Nazaret aveva creato tutto ciò, ma è la verità su Gesù. Noi sappiamo molte cose riguardo alla terra, sappiamo che stiamo, in un certo senso, navigando su di una grande piattaforma di roccia che sta andando molto lentamente alla deriva, ne potete sentire i movimenti con i terremoti. Le grandi masse continentali in movimento sono state chiamate "placche tettoniche"; tecton è un'antica parola greca che significa falegname, così gli scienziati, forse anche senza volerlo, hanno chiamato la terra: "placche del falegname", forse è stato lo Spirito Santo che li ha ispirati nel momento in cui inventavano il nome. Se non fossi un credente non potrei certo credere che un falegname di Nazaret ha creato l'Universo, ma questa è la verità che predichiamo. I Suoi discepoli ci raccontano che Gesù un giorno ritornerà per giudicare il mondo, ed allora Ponzio Pilato si troverà davanti a Gesù per essere giudicato, anche Mussolini ed Hitler si troveranno davanti a Lui per lo stesso motivo, perfino Maometto, Buddha, Confucio, io e te saremo là, perché sarà Lui che porterà questo mondo alla resa dei conti, Lui lo ha iniziato e Lui lo concluderà. 

Io non ho nessuna paura che un giorno un uomo possa premere un bottone e far scomparire l'intera umanità, nessun uomo potrà mai dar inizio al conto alla rovescia della storia umana, c'è già un dito su quel bottone ed è il dito di Gesù. Sarà Lui che romperà i sigilli e determinerà la fine di questo mondo. La durata della vita di Gesù non è soltanto di 33 anni, ma va dall'inizio dell'Universo fino alla fine e oltre, arrivando a tutta l'eternità, questo è il nostro Re. 

Ma ancora una volta cerchiamo di fare il punto: "dov'è il Regno?" Il mondo non è migliorato nei 2000 che hanno seguito Gesù, ci sono sempre guerre, fame e terremoti. Gesù stesso ha promesso che ci sarebbero stati, ma allora in cosa consiste questa promessa del Regno. Abbiamo visto che il Re è stato qui fra noi e sta regnando nel cielo, ma dove è il Suo Regno sulla terra? E' arrivato o no? Questo è il segreto che dobbiamo esaminare. 


UN REGNO NASCOSTO 

Se le persone avessero ascoltato attentamente ciò che Gesù disse intorno al Regno non sarebbero state mai deluse; i Giudei pensavano che il Regno di Dio dovesse manifestarsi in un ben preciso momento della storia, nel quale un Re dal cielo prendesse possesso di tutta la terra e regnasse con giustizia portando pace e prosperità. E' chiaro che ciò non è mai accaduto, però Gesù spiegò ai Suoi, parabola dopo parabola, tutto il segreto e cioè che il Regno di Dio doveva essere stabilito in due fasi: ci vorranno due visite del Re per portare a termine il lavoro. Durante la Sua prima visita ha preparato il terreno per la Sua seconda venuta, con la quale completerà la Sua opera. Le cose più importanti da capire sono queste: cosa è venuto a fare la prima volta; e cosa verrà a fare la seconda. Le persone desideravano che affermasse la Sua sovranità già dalla prima venuta, ma non li ha soddisfatti perché non sarebbe stata la giusta risposta, la prima volta doveva creare sudditi, sarà la seconda volta che la Sua sovranità sarà stabilita di fatto su questa terra. 

La prima volta non è venuto per giudicare, per abolire il male e stabilire il Suo regno con la forza; questo avverrà al Suo ritorno; allora doveva liberare le persone e cambiare i malvagi in giusti per salvarci dai nostri peccati. Per questo motivo ha ordinato di andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo, a fare discepoli in ogni nazione. Se Lui fosse venuto la prima volta per giudicare il male e avesse distrutto tutto ciò che è malvagio, che cosa sarebbe rimasto? Neppure i Giudei ci sarebbero più, ci sarebbe solo la terra vuota come al principio, probabilmente avremmo avuto l'equivalente di un secondo diluvio. Invece, la prima volta è venuto per salvare gli uomini e sconfiggere Satana per mezzo della croce, ed ha mandato il Suo Spirito affinché le persone potessero cominciare a vivere nel Suo Regno. Ora, però, è necessario domandarsi quanto il Suo Regno possa agire adesso su di noi, e quanto, ragionevolmente, dovremo ancora attendere il Suo ritorno. E' molto importante avere le idee chiare su questi punti, infatti anche Gesù si preoccupò di questo poiché la metà delle Sue parabole sul Regno riguardano il periodo tra le due venute, l'altra metà, invece, quello dopo il Suo ritorno. Intanto il nostro compito è preparare sudditi e conquistare colonie, dare alle persone la speranza del Suo ritorno e la visione che un giorno ogni ginocchio si piegherà ed ogni lingua confesserà che Gesù è il Signore. 

Molti credenti non hanno le idee ben chiare a questo proposito, alcuni tendono ad essere pessimisti, altri, invece, hanno la tendenza opposta e manifestano un ottimismo eccessivo. E' chiaro che entrambe queste tendenze sono da evitare, in quanto bisogna essere il più realisti possibile. Mi spiego meglio: per i pessimisti il Regno di Dio è completamente futuro e i credenti che credono questo si esprimono più o meno così: "Noi siamo ormai negli ultimi giorni, molti abbandonano la fede, solo alcuni sono rimasti, ho paura che quando Gesù tornerà troverà solo noi due, e non sono poi neanche tanto sicuro che la tua dottrina sia giusta." Conoscete alcuni di questi? Mettono tutto nel futuro, sono sempre con la faccia lunga e fanno fatica a frequentare la loro piccola chiesa. Questa visione pessimistica in genere è propria di alcuni credenti piuttosto anziani. Adesso, però, c'è una tendenza che va all'estremo opposto e che, quasi sempre, è propria di alcuni gruppi giovanili; il loro motto generalmente è questo: "Il Regno è qui; noi lottiamo nel nome di Gesù, cacceremo il diavolo dalla nostra terra per stabilirvi il Regno di Dio e regneremo sulle nazioni": Questa teologia è chiamata della "restaurazione" o del "dominio" e per loro il Regno è già completamente arrivato e può essere goduto già da oggi, non attendono più il secondo ritorno di Cristo perché non ne hanno bisogno, infatti loro stessi credono di poter stabilire il Regno di Dio. 

Ho cercato di mostrare con degli esempi alcuni comportamenti estremi, ma Gesù ci invita ad evitare tutto ciò e ad essere realisti, in quanto, anche se il Regno di Dio è già qui, ovviamente non possiamo avere tutto fintanto che il Re non tornerà. Intanto, però, il grano e la zizzania cresceranno insieme, il regno di Satana sta crescendo così come il Regno di Dio, e nessuno dei due distruggerà l'altro. Il campo in cui questi due regni si scontrano resterà misto fin quando Cristo non affronterà direttamente l'Anticristo vincendolo. Noi non elimineremo Satana, ma potremo collaborare alla crescita del Regno di Dio fino al giorno in cui il Re brucerà le zizzanie e conserverà il grano, cercando di non essere né pessimisti né ottimisti, ma realisti. Se impariamo ad ascoltare regolarmente tutte le parabole di Gesù sull'avvento del Regno manterremo il giusto equilibrio: il Regno è già qui, ma non è ancora in funzione. Dobbiamo vivere questa realtà, essendo però certi che il Re tornerà, ed allora prenderà il dominio; fino ad allora il nostro compito sarà preparare quante più persone sia possibile ad esserne sudditi. L'argomento che stiamo trattando è talmente vasto che studiandolo la nostra mente si allarga, riusciamo a vedere il mondo dei credenti popolato da persone con tendenze tra loro molto diverse. 

Alcune persone vivono solo per sé, vogliono le benedizioni solo per loro; altri, vivono unicamente per la loro comunità, e tutte le loro speranze si riducono alla crescita della loro comunità; altri ancora, invece, vivono per il Regno, questi sono i grandi credenti, quelli che vogliono vedere la grandezza del Regno di Dio, quelli che hanno la grande visione ed il grande Vangelo. Dobbiamo essere figli del Regno, non solo credenti o pastori di una chiesa, ma collaboratori di Dio guardando con fede al giorno in cui tutto ciò sarà fermamente stabilito. Continuiamo ora con lo studio di un brano della scrittura tratto dal capitolo 13 del Vangelo di Matteo, che riguarda particolarmente l'argomento che stiamo trattando. Immaginiamo di essere come i discepoli seduti ai piedi di Gesù e cerchiamo di imparare anche noi alcuni dei "segreti del Regno." 


LA PARABOLA DEL SEMINATORE 

In quel giorno Gesù, uscito di casa, si pose a sedere presso al mare e molte persone si radunarono intorno a Lui, talché Egli montato in una barca, vi sedette, e tutta la moltitudine stava sulla riva. "Ed Egli insegnò molte cose in parabole dicendo: Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. E un'altra cadde nei luoghi rocciosi dove non vi era molta terra, e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu riarsa, e poiché non aveva radici, si seccò. E un'altra cadde sulle spine; e le spine crebbero e la affogarono. E un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando qual 30, qual 60, qual 100 per uno. Chi ha orecchi da udire oda." 

Allora i discepoli, si accostarono e chiesero: "Perché parli in parabole?" E Gesù rispose loro: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei Cieli, ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha, sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. Perciò parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano e non intendano." 

E s'adempie in loro la profezia di Isaia che dice: "Udrete con i vostri orecchi e non intenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete: perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile, sono divenuti duri d'orecchi ed hanno chiuso gli occhi; che talora non veggano con gli occhi e non odano con gli orecchi e non intendano col cuore e non si convertano, ed io non li guarisca. Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; ed i vostri orecchi, perché odono! Poiché in verità vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro, e di udire le cose che voi udite, e non le udirono. Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore: Tutte le volte che uno ode la parola del Regno e non la intende, viene il maligno e porta via quel che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto la semenza lungo la strada. E quegli che ha ricevuto la semenza in luoghi rocciosi, è colui che ode la Parola e subito la riceve con allegrezza; però non ha radice in sé, ma è di corta durata; e quando venga tribolazione o persecuzione a cagione della Parola, subito è scandalizzato. E quegli che ha ricevuto la semenza fra le spine, è colui che ode la Parola; poi le cure mondane e l'inganno delle ricchezze affogano la Parola, e così riesce infruttuosa. Ma quei che ha ricevuto la semenza in buona terra, è colui che ode la parola e la intende; che porta del frutto e rende l'uno il 100, l'altro il 60 e l'altro il 30." 

Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: "Il Regno dei Cieli è simile ad un uomo che ha seminato buona semenza nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò delle zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. E quando l'erba fu nata ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servitori del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non hai tu seminato buona semenza nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" Ed Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo." E i servitori dissero: "Vuoi tu che l'andiamo a cogliere?" Ma Egli rispose: "No, che talora, cogliendo le zizzanie, non sradicate insieme con esse il grano. Lasciate che ambedue crescano insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura, io dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio." Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: "Il Regno dei Cieli è simile ad un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è bene il più piccolo di tutti i semi, ma quando è cresciuto, è maggiore dei legumi e diviene albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi fra i suoi rami." Disse loro un'altra parabola: "Il Regno dei Cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre staia di farina, finché la pasta sia tutta lievitata." 

Tutte queste cose Gesù disse in parabole alla folla e senza parabola non diceva loro nulla, affinché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: "Aprirò in parabole la mia bocca; esporrò cose occulte fin dalla fondazione del mondo." Allora Gesù, lasciata la folla, tornò a casa; e i Suoi discepoli Gli si accostarono dicendo: "Spiegaci la parabola delle zizzanie del campo." Ed Egli, rispondendo, disse loro: "Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell'uomo, il campo è il mondo, la buona semenza sono i figliuoli del regno, le zizzanie sono i figliuoli del maligno, il nemico che le ha seminate è il diavolo, la mietitura è la fine dell'età presente, i mietitori sono angeli. Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. Il Figliuolo dell'uomo manderà i Suoi angeli che raccoglieranno dal Suo Regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco. Quivi sarà il pianto e lo stridore dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, oda. Il Regno dei Cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per l'allegrezza che ha, va e vende tutto quello ha e compra quel campo. Il Regno dei Cieli è anche simile ad un mercante che va in cerca di belle perle; e trovata una perla di gran prezzo, se n'è andato, ha venduto tutto quel che aveva, e l'ha comperata. Il Regno dei Cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni sorta di pesci; e quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi e buttano via quel che non vale nulla. Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, toglieranno i malvagi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridore dei denti. Avete intese tutte queste cose?" Essi gli risposero: "Si." Allora disse loro: "Per questo, ogni scriba ammaestrato per il Regno dei Cieli è simile ad un padron di casa il quale trae fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie." 

Paolo diceva a Timoteo: "Dedicati alla pubblica lettura della parola." Spero che anche voi lo stiate facendo nelle vostre chiese, perché leggere la parola di Dio è tanto importante quanto ascoltare le predicazioni, ed io, personalmente, preferisco leggere la Bibbia al predicare. 

Un pò di tempo fa organizzammo con la nostra comunità, la lettura della Bibbia senza interruzione; alcune persone si alternarono in quest'opera 24 ore su 24. Cominciammo la domenica sera alle 21 e terminammo il giovedì mattina con il risultato che 2000 persone ascoltarono, vendemmo mezza tonnellata di Bibbie e la vita di molti cambiò. E tutto quello che facemmo fu semplicemente leggere la Bibbia. Alcune persone venivano con l'intenzione di restare per mezz'ora, ma poi rimanevano per tutta la notte, perché non avevano mai letto un libro tutto per intero; erano stati abituati a studiare solo alcuni piccoli passi, e questa non è certo una buona regola per comprendere la Parola di Dio. Adesso cerchiamo di trarre tutti gli insegnamenti possibili da quello che Gesù dice nel brano che abbiamo letto, e la prima cosa su cui dobbiamo meditare è questa: come mai Gesù si serviva delle parabole? Un tempo, pensavo che si servisse di queste storie per attirare al massimo l'interesse delle persone su quelle verità che esse rivelano. Adesso, però, conosco le cose un pò meglio e penso che Egli si servisse delle parabole non per rivelare la verità, ma per nasconderla. E' qualcosa di sorprendente, Egli raccontava delle storie nelle quali non era contenuta nessuna scrittura, non parlavano di Dio, né della salvezza, non c'era neppure la morale alla fine della storia, ma semplicemente concludeva con: "Se avete orecchie allora ascoltate!" E poi se ne andava. 

Un giorno fui invitato a predicare in una grande chiesa in Canada e raccontai loro questa storia: "Una donna aveva una riunione di vendita in casa sua; allora, per l'occasione, invitò i vicini perché potessero vedere e comprare quello che veniva mostrato. Alcuni vicini, però, erano andati soltanto per fare delle chiacchiere; una di loro disse che le sarebbe piaciuto comperare qualcosa, ma stava risparmiando per un vestito e quindi non poteva. Un'altra disse che se avesse speso dei soldi per queste cose suo marito si sarebbe arrabbiato, quindi anche lei non prese niente. Una invece comprò per 10 dollari, un'altra per 20, ed un'altra ancora spese addirittura 50 dollari." Poi dissi loro che se avevano orecchie allora ascoltassero e mi sedetti. Ci fu immediatamente silenzio nella chiesa, il conduttore diventò pallido e sembrava che si sentisse male. La chiesa era molto affollata, le persone si guardavano in faccia senza capire. Poi il pastore mi disse: "Spero che avrai qualcos'altro da dire." Risposi: "Dovrebbe essere sufficiente; perché se aveste avuto Gesù qui a predicare, probabilmente sarebbe stato tutto quello che avrebbe detto. Vi ho infatti appena raccontato una delle Sue parabole del Regno." Ed è questo che dice, nella parabola del seminatore che abbiamo appena letto, l'ho cambiata un pò adattandola ad una situazione dei nostri giorni, però è la stessa storia. 

Questo era ciò che Gesù stava dando alla gente, delle piccole storie, e poi concludeva dicendo che se volevano capire non avevano bisogno di altro. Ovviamente molti si sarebbero aspettati di ascoltare grandi cose su Dio, e quindi non riuscivano a capire cosa gli altri avessero trovato in Lui, visto che sa raccontare solo storielle insulse. Io sono stato nel posto dove Gesù raccontava queste storie; è una piccola baia nel mare di Galilea; da lì chiunque si mettesse a parlare sopra una barca potrebbe essere facilmente ascoltato da 2000 persone, perché l'acustica del posto è perfetta. Sulla collina dietro la baia ho visto un contadino che seminava, ho camminato in quel campo ed ho visto anche il terreno indurito del sentiero che lo attraversa. Tutto intorno è pieno di rocce di basalto, ma c'è anche del buon terreno di origine vulcanica, molto fertile. Tutto quello che il seminatore poteva fare era semplicemente gettare il seme dappertutto, perché quel terreno non si poteva lavorare dato che era impossibile portarvi delle macchine. 

Io penso che le persone che erano con Gesù potessero anche vedere questa parabola, oltre che sentirla. Se fate attenzione ai Vangeli, scoprirete che Gesù spesso iniziava le Sue parabole con: guardate, osservate. Sembra proprio che stesse descrivendo qualcosa che tutti potevano vedere. Ma quello che sicuramente non faceva era pensare al loro posto, per cui la parabola era un modo per nascondere la verità, e quindi solo coloro che conoscevano il segreto del Regno potevano comprendere. Questo è ciò che ancora oggi accade; difatti ogni volta che predichiamo la Parola di Dio possono accadere due cose a coloro che ascoltano: o tornano a casa avendo di più di quello con cui erano arrivati, oppure se ne vanno avendo perso qualcosa di ciò che avevano. 

Accadrà così anche in questo nostro incontro: o tornerete a casa con una comprensione più ampia del Regno, oppure avrete fatto ancor più confusione; perché a chi ha sarà dato, mentre a chi non ha sarà tolto anche quello che crede di avere. Perciò ogni predicazione è una selezione, ed in seguito a questa, ogni persona che ascolta uscirà più o meno motivata a proseguire il suo cammino col Signore. Se nel giornale che leggete ci sono i cruciverba potete facilmente fare un paragone: io ne ho cominciati centinaia, ma non ne ho mai completato uno; di solito inizio con molto interesse, ma poi quando si fa più difficile, non so perché, ma perdo l'interesse con cui ho iniziato e finisce tutto lì. Questo è ciò che accade anche con le parabole: o ti troverai nella condizione di voler veramente sapere ciò che Gesù dice e così ti impegnerai a fondo per comprendere il significato, per cui avrai una visione più ampia; o perderai anche l'interesse iniziale perché non ti va di dedicare i tuoi sforzi a questo fine. 

Ricordate quando Isaia incontrò il Signore nel tempio? Quando Lo vide esclamò: "Ohimè sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure e vivo in mezzo ad un popolo di labbra impure." Ma un angelo volò dall'altare e toccò la bocca di Isaia con un carbone acceso purificandola. Ecco come iniziò il suo ministero profetico: il Signore disse: "Chi manderò, chi andrà per noi?" Ed Isaia rispose: "Eccomi, manda me!" Sfortunatamente, però, molte persone a questo punto si fermano, come se tutti dovessero imparare a fare ciò che fece Isaia. Ho sentito leggere questo capitolo molte volte in chiesa, e sempre si fermano lì, come se la lezione fosse finita. Ma la parte più importante di ciò che Dio gli dice sta nei versi seguenti; difatti leggiamo: "Và e riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi, e non veda con gli occhi né, oda con gli orecchi, né comprenda con il cuore, né si converta in modo da essere guarito." E' un ministero molto strano quello di predicare a chi non si convertirà, ma lui era lo strumento di giudizio su quel popolo, e questa parte del profeta Isaia è citata spesso nel Nuovo Testamento: Gesù la usò per raffigurare il Suo ministero ed anche Paolo la usò; con ciò praticamente Dio sta dicendo che nasconderà la verità. 


Gesù parlò in parabole perché solo coloro che hanno le chiavi del regno potessero comprendere; difatti solo coloro che avevano visto qualcosa di unico in Gesù non si arrendevano, ma pretendevano spiegazioni, volevano arrivare a capire tutto ciò che si celava dietro a quei semplici racconti. E' così che Gesù capiva chi era veramente interessato, si tratta di un sistema molto semplice e sicuro. 

Noi facciamo di tutto per convincere le persone a venire in chiesa; spesso vogliamo rendere troppo facile il cammino di coloro a cui parliamo, tentiamo di cibarli con il cucchiaino e vogliamo pensare al posto loro. Ma Gesù era più saggio; Lui predicava in maniera tale che coloro che erano andati solo per curiosità tornavano via, e solo quelli che seriamente volevano comprendere si fermavano per chiedere spiegazioni. Fu così anche per la folla che udì la parabola del seminatore; non la comprese e neppure chiese che cosa volesse dire. Solo i discepoli lo fecero, ed a quelli Gesù disse: "A voi è dato di conoscere i segreti del Regno." Loro avevano qualcosa, ed è per questo che sono stati premiati. 

In Inghilterra c'è il modo di dire che la domenica, dopo il culto, quando le persone tornano a casa, per pranzo hanno il predicatore allo spiedo; questo significa che si mettono a discutere sulla bravura del predicatore; come se questo significasse qualcosa. Il tutto viene ridotto ad un argomento di conversazione da salotto; è piuttosto raro che qualcuno si avvicini e ti chieda: "Cosa intendevi dire? Vorrei saperne di più." 

Diamo ora uno sguardo alle parabole di questo capitolo; hanno tutte il medesimo soggetto: la crescita del Regno e più precisamente cosa ci fosse da aspettarsi per il futuro. Tutto ciò è molto importante anche per noi oggi, e per avere le idee più chiare a proposito, proviamo a dare uno sguardo alle statistiche sulla percentuale delle conversioni. Facciamoci una domanda: se un seminatore seminasse 4 semi, quanti darebbero frutto? Generalmente la risposta a questa domanda varierà a seconda se a rispondere è un pastore od un evangelista. Il successo della semina, secondo l'evangelista, è del 75%, per cui tre semi su quattro germoglieranno. Secondo il pastore, invece, sarà del 25%, per cui uno solo crescerà; per lui, due hanno iniziato a germogliare, ma solo uno ha prodotto il frutto, e solo questo può considerarsi un convertito. La ragione di tutto questo è che l'evangelista si contenta di avvicinare le persone a Cristo, mentre il pastore vuole vedere dei credenti completi. 

Questa storiella vi mostrerà quale sia la differenza di fondo fra un pastore ed un evangelista. Tre uomini in Canada stavano cacciando orsi, ed a questo scopo avevano affittato una capanna nella foresta. Un giorno, mentre due di loro stavano facendo colazione, guardando dalla finestra videro il loro amico che correva verso la capanna inseguito da un orso. Erano molto preoccupati perché pensavano che non sarebbe riuscito ad arrivare prima di essere raggiunto, quindi, per agevolarlo, si precipitarono ad aprire la porta per richiuderla poi non appena fosse entrato lasciando così l'orso fuori. Ma con grande sorpresa dei due, quando l'inseguito fu vicino, con un balzo si fece da parte, e l'orso in corsa non riuscendo a fermarsi entrò al posto suo; quindi, da fuori, lo chiuse dentro gridando ai due: "Voi intanto pensate a questo, ed io andrò a procurarne altri." 

Questa è sostanzialmente la differenza fra un evangelista ed un pastore: l'evangelista spinge le persone in chiesa, poi è compito dei pastori preparare quelle persone per la vita cristiana. L'evangelista è l'uomo delle quantità, il pastore, invece, è quello della qualità. Gli evangelisti vogliono vedere la chiesa piena di persone, i pastori, invece, ne preferiscono poche ma buone. 

In realtà entrambe le categorie possono fare opera di evangelizzazione; ma l'evangelista pescherà con la rete, mentre il pastore con la canna. Tutte le chiese hanno assolutamente bisogno di entrambi ma la loro coesistenza è generalmente burrascosa, perché hanno un diverso modo di pensare, ed è questa inclinazione che fa di ogni credente un potenziale evangelista o pastore. Comunque anche l'evangelizzazione deve proseguire; dobbiamo fare come contadini, i quali sono ben coscienti che i loro semi non attecchiranno tutti, ma, ugualmente, non cessano di seminare perché sono sicuri che il risultato finale sarà senz'altro positivo. Prendiamo l'esempio citato da Gesù stesso: Egli dice che soltanto un seme su quattro crescerà, e quell'unico seme produrrà in alcuni casi il 30, in altri il 60 ed in altri il 100% del seminato, perciò mediamente il 60%. Quindi ne avremo sempre un vantaggio, ecco perché i contadini continuano a seminare, ne vale la pena, perché ci sarà un guadagno comunque. Questo è molto incoraggiante, poiché se guardassimo solo ai fallimenti smetteremmo di seminare, ma se guardiamo alla messe finale di cui parla Gesù, continueremo a propagandare la parola del Regno, perché ci dà la certezza che il nostro lavoro non è vano. Gesù praticamente ci dice: "Non ti preoccupare di ciò che accadrà ai semi; continua a seminare, perché ci sarà una mietitura che vale il tuo lavoro; continua a seminare e un giorno avrai un grande raccolto." 

Conosco un credente che in Etiopia lavorò duramente come missionario, poi un giorno, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, fu costretto ad abbandonare il paese per tornare in Inghilterra. Egli era molto amareggiato del fatto che tutto il suo lavoro aveva portato alla conversione di un solo mendicante cieco, e benché il posto fosse particolarmente difficile, si propose che, se un giorno fosse stato possibile, egli avrebbe ripreso la sua attività proprio lì. Poi la guerra finì ed egli con alcuni altri missionari tornò e scoprì che quel mendicante cieco era divenuto pastore di una chiesa con 3000 membri. Questa è una prova che non possiamo sapere come Dio userà il nostro lavoro, il nostro compito è solo quello di parlare, al resto penserà Lui. 

Passiamo adesso ad esaminare la seconda parabola contenuta nel brano che abbiamo letto, cioè quella del grano e delle zizzanie. In questa, Gesù parla di un contadino che semina del buon grano e di un nemico che di notte mescola al seme sparso il seme di un'erba velenosa chiamata zizzania. Si tratta di una pratica ancora svolta in alcune parti dell'India per procurare danno a qualcuno, difatti nessuno potrà mai mietere quel grano senza correre il rischio di tagliare insieme a lui anche il veleno contenuto nelle zizzanie. Come dice la parabola, quando le due piante sono piccole sono praticamente uguali, poi man mano che crescono, incominciano a mostrare la loro differenza che diventerà ben chiara al momento del frutto. Gesù spiegò che anche per il Regno sta accadendo la stessa cosa e quando l'erba velenosa sarà cresciuta, ed i contadini riconoscendola vorranno sradicarla, il padrone, per paura di rovinare anche il grano, li fermerà, rassicurandoli che al tempo della mietitura saranno chiamati mietitori altamente specializzati che bruceranno le erbe velenose e raccoglieranno il grano nel granaio. Ancora una volta nessuno comprende il significato, ed ancora una volta soltanto i Suoi discepoli gli chiedono ulteriori spiegazioni, e come sempre Gesù gliele fornisce dicendo: "Il campo è il mondo, io sono il seminatore, il buon grano sono i figli del Regno, l'erba cattiva sono quelli che appartengono al diavolo; lui stesso li ha seminati. Voi però non siate tentati di toglierli di mezzo agli altri, perché potreste sbagliarvi e sradicare anche il buon grano, solo gli angeli lo possono fare con sicurezza, ed è ciò che faranno alla fine del mondo." Cosa significa esattamente tutto ciò? Proviamo a fare un esempio: Ho letto che quando la città di Winnipeg in Canada fu fondata, le prime persone che vi abitarono furono i pionieri; a questi seguirono delle prostitute, poi arrivarono le famiglie dei pionieri, ed in ultimo anche evangelisti e pastori, e non passò molto tempo che quella città aveva chiese di tutte le denominazioni. A questo punto, anche per favorire i buoni rapporti fra le diverse congregazioni, i pastori si incontrarono per decidere come impegnare tutti i credenti in un'unica opera per il bene comune. Uno di essi suggerì di allontanare le prostitute dalla città, e subito tutti furono entusiasti dell'idea. Questa opera ebbe successo, tutte le prostitute furono allontanate ed i credenti si rallegrarono perché ora intorno a loro c'era più pulizia. 

Questo è un esempio di come gli uomini possano togliere le erbacce: tutti pensarono solo a sradicare, nessuno di loro pensò di parlare di Gesù, né a loro né ai loro clienti abituali. Quei cristiani si entusiasmarono perché pensavano di estirpare il male; ma questo non spetta a noi, perché anche in mezzo a quelle prostitute poteva esserci del buon grano, ma fu reciso insieme alle zizzanie. Comprendete questo segreto del Regno? Dio non ci ha affidato il compito di eliminare il male, ma di seminare il bene in vista della mietitura; noi non siamo chiamati a togliere, ma a redimere. La nostra è una missione positiva, non negativa, e questo è un importante segreto del Regno. Non cercare di entusiasmare gli animi dei credenti impegnandoli a sradicare il male, ma fallo per seminare il Regno. La crescita delle erbacce non influirà sulla consistenza del raccolto, ma questo potrà subire un calo se cerchiamo di liberarci dal male; questa è una lezione che dobbiamo sempre tenere presente. 

In alcuni altri passi, Gesù usava ancora lo stesso mezzo delle parabole per dare incoraggiamento. Ne abbiamo degli esempi nella parabola della pecora perduta, in quella del seme di senape, oppure in quella della dramma perduta e quella del lievito. A questo proposito è utile notare che le prime due erano indirizzate più ad un pubblico maschile mentre le altre ad uno femminile, poiché lui era attento anche a particolari di questo tipo, tanto desiderava che tutti potessero comprendere. In una di esse viene detto che il Regno dei Cieli è simile ad un granello di senape; ne avete mai visto uno? In Betania ho visto uno di questi alberi, l'ho scosso e centinaia di semi sono caduti nel palmo della mia mano. Avevo difficoltà a vederli tanto erano piccoli, ma uno di questi, benché così piccolo, può diventare un albero altissimo ed ospitare centinaia di uccelli che si cibano proprio di essi. 

Gesù disse che il Regno dei Cieli era simile a quel granello e che un giorno sarebbe diventato un grande Regno. Aveva 11 uomini in quel tempo ed oggi ne ha circa un miliardo e mezzo; questo dimostra che aveva ragione. Qualcuno a volte mi chiede come ci si senta a lavorare per una organizzazione morente, poiché secondo alcuni la chiesa sta ormai morendo. A questi io rispondo che non è il caso della chiesa a cui appartengo, cioè la chiesa di Gesù. Infatti per ogni minuto in cui parliamo, nel mondo vi si aggiungono 45 nuovi membri, e nonostante quelli che muoiono l'incremento continua. La chiesa è l'unica società esistente che non perde nessuno dei suoi soci a causa della morte, essa non è mai calata, perché ogni credente che muore si trasferisce in un altro settore della chiesa e perciò può solo crescere. Comunque in tutta la sua storia non è mai cresciuta al ritmo di oggi. Tra il 1900 ed il 1982 la popolazione in Africa ed in Asia si è moltiplicata per due, la chiesa, invece, si è moltiplicata per 13. 


Dal 1982 al 2000 la stessa popolazione si moltiplicherà per 3, ma la chiesa si moltiplicherà per 34; e tutto ciò non si era mai verificato da che esiste, quindi dobbiamo essere contenti e stare di buon animo, perché anche se la vostra comunità è piccola, la chiesa di Gesù è grande e cresce continuamente. Quel granello di senape è diventato davvero un grande albero; un pò di lievito ha fatto veramente fermentare tutta la pasta! Una chiesa normale è una chiesa che cresce, perché il Regno si sta ingrandendo. Se vivi solo per la tua comunità puoi restare deluso, ma se vivi per il Regno sarai sempre più entusiasta, perché il Regno di Dio sta andando avanti. Non dovremmo mai essere delusi o amareggiati per come stanno andando le cose, ma dovremmo essere felici e gioiosi; Gesù lo fece capire ai Suoi per mezzo di due parabole che raccontò solo a loro. Egli disse che il Regno è la cosa più grande per la vita dell'uomo ed è degno di qualsiasi sacrificio, e che noi dovremmo sempre sentirci come quell'uomo che trovò per caso un tesoro in un campo. Non appena lo vide lo sotterrò di nuovo e vendé tutto quello che aveva per potersi comprare quel campo, e tenersi solo quel tesoro. In questo caso si trattava di un uomo che non stava cercando niente e si imbatté per caso nel tesoro. Ma poi raccontò anche di un altro uomo, che questa volta stava cercando perle preziose: egli ne trovò una di un valore tale che non pensava nemmeno potesse esistere, allora vendé tutte le altre per potersi comperare solo quella. 

Qui c'è un altro segreto del Regno: la cosa che più di ogni altra vale la pena di ottenere, è una cosa per la quale possiamo dare tutto quello che abbiamo. In sostanza, quando trovi il Regno non chiederti quanto ti costerà, perché tutte le altre cose al cospetto valgono poco, ma afferra il Regno, perché è la cosa più preziosa che tu potrai mai avere, quindi è degna di qualsiasi sacrificio. Dopo questa parabola Gesù ne raccontò ancora un'altra con lo stesso soggetto, ed è l'ultima delle tre che seguono il brano che abbiamo letto. Si tratta della storia che i pastori amano di meno e sulla quale difficilmente predicano: quella della rete. Sapete perché ai pastori non piace questa parabola? Perché a loro non piacciono i pesci poco buoni, e qui Gesù dice che il Regno dei Cieli è simile ad una rete che prende ogni sorta di pesci: buoni e cattivi. La rete di cui ci parla viene portata a riva solo quando è piena, e solo allora i pesci non buoni vengono scartati. Agli evangelisti piace questa parabola; ma non ai pastori. Essi non vogliono che nella loro rete vi siano pesci poco buoni; non vogliono pesce cattivo nella loro comunità e sono tentati di sceglierli prima del tempo. Di ben altro avviso sono, invece, gli evangelisti, per i quali non ha molta importanza ciò che c'è dentro la rete, l'importante è che sia ben piena, e forse hanno ragione. Perché se veramente viviamo per il Regno probabilmente dovremo anche convivere con questi pesci poco buoni. Troppe volte nel mio paese ho visto gente ricominciare daccapo; nell'illusione di poter costruire una chiesa pura essi scelgono i loro pesci per fare la pura ed immacolata sposa di Cristo; ma i pesci verranno selezionati e scartati alla fine del mondo. Avete capito i segreti del Regno? Spero che nessuno perda l'interesse che aveva all'inizio. 


ERA PROPRIO LUI 

Durante le sei settimane che passarono tra la Sua resurrezione e la Sua ascensione, Gesù dette ancora degli insegnamenti ai Suoi discepoli, ma questa volta lo fece in modo diverso; per la prima volta Egli dette loro degli studi biblici, e questo non lo aveva mai fatto prima. In quel tempo avevano a disposizione solo il Vecchio Testamento e Gesù li aveva portati attraverso quello a comprendere ciò che Lo riguardava, perché anche il Vecchio Testamento parla di Gesù, spero che ve ne siate accorti. Quando Gesù diceva: "Investigate le Scritture perché mi rendono testimonianza", ovviamente intendeva il Vecchio Testamento. 

Mi fu chiesto un giorno, durante il periodo di Pasqua, di predicare cinque sermoni sulla croce e decisi di prendere spunto da Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Leggiamo infatti in Genesi che Isacco aveva circa 30 anni quando Abramo stava per offrirlo il sacrificio. Il monte sul quale andò era lo stesso sul quale Gesù sarebbe morto, ma Dio non permise ad Abramo di uccidere suo figlio, ed al suo posto gli diede un agnello che si era intrappolato in un cespuglio. Questa è la croce prefigurata in Genesi. In Esodo leggiamo che l'agnello pasquale doveva essere immolato alle tre del pomeriggio, e Gesù è morto proprio in quell'ora. In Levitico leggiamo dell'usanza del capro espiatorio, il quale porta tutti i peccati del popolo fuori dell'accampamento. Ed anche Gesù soffrì fuori dalla città. In Numeri il serpente di rame venne innalzato per la guarigione del popolo, ed anche Gesù fu innalzato su una croce. In Deuteronomio è scritto: "Maledetto colui che viene appeso al legno, perché è sotto la maledizione di Dio." E questo versetto verrà poi ripreso ed accostato a Gesù anche da Paolo nella sua epistola ai Galati. Anche in molti altri libri del Vecchio Testamento si parla di Gesù, ed Egli lo mostrò ai Suoi discepoli. Noi dobbiamo fare altrettanto, dobbiamo capire che tutta la Bibbia, dal principio alla fine, ci parla di Lui. 

In quel particolare periodo, oltre a questo, ci fu anche un altro importante cambiamento nel Suo modo di insegnare. Per tre anni Egli aveva parlato del Regno come qualcosa di nazionale, aveva spiegato come scoprirlo, come vederlo, come entrarvi; però ne aveva parlato sempre come qualcosa di riservato ed individuale. Ma ora, invece, il Regno diventa internazionale; per tutti fu una cosa nuova pensare di dover ammaestrare gli abitanti di tutte le nazioni e di fare discepoli in tutto il mondo. Ora il Regno doveva essere predicato fino alle estremità della terra. 

Fino ad allora non aveva mai insegnato questo particolare e tutti pensavano che riguardasse solo i Giudei, infatti, quando li aveva mandati a predicare ed a guarire aveva detto di andare solo alle pecore sperdute di Israele. Ma ora dice loro di andare fino alle estremità della terra, e questo è un grande cambiamento. Praticamente stava insegnando loro che il Regno gli era stato tolto, e che il compito che ora li aspettava non era quello di viverci, ma di portarlo a coloro che lo avevano ricevuto. Rimane comunque il fatto che questo compito era affidato a loro, non dimentichiamo mai che Gesù era Giudeo, che i discepoli erano Giudei, che la chiesa primitiva era composta da Giudei e che la nostra Bibbia è giudea. I libri che la compongono sono scritti da quaranta autori, e solo uno di loro non è un Giudeo: il dottor Luca, perciò pensate quanto abbiamo imparato attraverso di loro. 

Noi sapremmo ben poco di Dio senza questo libro e senza Gesù, quindi abbiamo un debito nei loro confronti, ed ecco perché i primi missionari si rivolgevano sempre a loro per primi nei posti dove andavano. Anche noi dovremmo avere la stessa attitudine, così come aveva anche Paolo; infatti diceva: "Io sono debitore verso tutti gli uomini, ai Giudei prima, e poi gli altri. Devo il Vangelo a tutto il mondo, e sarò in debito finché non avrò pagato attraverso la mia predicazione." Anche noi abbiamo la stessa responsabilità; il Vangelo è la verità, e lo dobbiamo proclamare a tutto il mondo. 

Di fronte a questa novità i discepoli sono un pò confusi, e sapendo che Egli li avrebbe lasciati per tornare in cielo definitivamente, approfittarono per rivolgerGli la domanda che più stava loro a cuore. Se voi aveste la possibilità di fare una sola domanda a Gesù che cosa Gli chiedereste? "Quando ritorni?" "Possono predicare le donne?" Quale sarebbe la cosa che più vi sta a cuore? I discepoli sapevano cosa chiedere, infatti si domandavano se forse non si fosse dimenticato qualcosa; aveva parlato fino ad allora del Regno individuale e del Regno internazionale, ma non aveva detto nulla riguardo a ciò che essi avevano di più caro, e cioè il loro Regno nazionale. Perciò la loro ultima domanda fu questa: "Ristabilirai il regno di Israele in questo tempo?" Adesso dobbiamo fare molta attenzione a come affrontiamo la domanda e alla risposta che ne seguì. La maggior parte della Cristianità ha frainteso sia la l'una che l'altra, perciò dobbiamo cercare di capire sia quello che i discepoli intendevano chiedere, sia quello che Gesù intendeva rispondere. Proviamo con un esempio: alcuni di voi mi hanno fatto delle domande, e spesso io ho chiesto a chi le faceva come mai mi chiedesse ciò. Per colui che deve rispondere, sapere il motivo per cui la domanda viene fatta, è importante, poiché ogni domanda ha dietro di sé dei presupposti ben precisi. Quindi, colui che la pone, si aspetta una risposta in base ad idee che aveva già. Ebbene a volte queste idee possono essere sbagliate; ed è bene non rispondere a domande che partono da presupposti errati. 

Supponiamo che voi mi chiediate: "David hai smesso di picchiare tua moglie?" Questa è una domanda che parte da presupposti sbagliati ed alla quale non risponderò. Infatti se rispondessi no, pensereste che ancora la picchio, e se rispondessi sì, pensereste che una volta lo facevo. Questo perché voi presupponete una cosa sbagliata, cioè che io picchio mia moglie. 

Ora proviamo ad applicare questo principio alla domanda fatta a Gesù: "Ristabilirai ora il regno di Israele?" Dietro questa domanda ci sono 4 presupposti. 

Primo: Israele era un Regno. Secondo: Israele aveva perso il suo Regno. Terzo: Israele lo riavrà di nuovo. Quarto: Gesù è colui che lo renderà loro indietro. Perciò ci sono 4 cose di cui erano sicuri, ed una sulla quale volevano un chiarimento: "Sarà adesso o dopo?" Gesù era un ottimo insegnante, quindi non avrebbe certamente accettato la domanda, se fosse partita da presupposti sbagliati; avendola accettata, significa che li riteneva giusti, e quindi rispose: "Non sta a voi saperlo; comunque, la data mio Padre l'ha già stabilita." Vi rendete conto che anche la risposta ha un presupposto? E cioè che il regno di Israele sarà ristabilito di nuovo; anche se non ne conosciamo la data. Questo è molto importante, perché la maggior parte delle chiese crede che Israele sia finito, che essi abbiano perso il Regno per sempre, ma qui Gesù sta dicendo che verrà loro restituito, anche se non in quel tempo. Perciò Israele riavrà il Regno; ma qui c'è un altro segreto. Invece di averlo per primi lo avranno per ultimi; i primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi, Paolo parla di questo nella sua lettera ai Romani nel cap. 11. Il segreto è che quando tutti i gentili vi saranno entrati, allora anche Israele sarà salvato, perciò il nostro futuro è legato a quello del popolo ebraico. 

Spero che tra voi nessuno insegni che la chiesa è il nuovo Israele; la parola Israele viene usata 74 volte nel Nuovo Testamento e solo in una di esse ci può essere qualche perplessità. Israele non è un nome per la chiesa, ma il nome per il popolo che Dio si è scelto. Paolo disse che i Giudei hanno rifiutato Dio, ma Dio ha rifiutato loro? No mai! Questo è il motivo per cui Dio odia il divorzio, infatti Lui ha un rapporto simile al matrimonio con il popolo giudaico. Dio ha semplicemente rimandato la restaurazione di Israele, ha detto loro di portare avanti la predicazione del Vangelo alle nazioni e di lasciare nelle mani del Padre la condizione dei Giudei. Ma quando tutte le nazioni saranno entrate nel Suo piano, allora anche il popolo giudaico riprenderà il suo posto. Trovo tutto questo molto consolante, poiché come potrei sentirmi sicuro se Dio si fosse liberato definitivamente del popolo giudaico, venendo meno al suo patto? Gli uomini vengono meno alle loro promesse, ma Lui non può farlo. Ecco perché Paolo dice che: "Né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né altezze, né profondità e nessun'altra creatura ci separeranno dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù." Ma se niente ci può separare dall'amore di Dio, allora cos'è accaduto ai Giudei? La risposta che Paolo ci dà è che essi sono ancora il Suo popolo; la chiesa non può prendere il posto di Israele. 

Noi per grazia di Dio siamo stati innestati nell'albero buono, e ci sono alcuni rami giudaici in questo innesto, infatti non c'è mai stato un periodo della storia, in tutti questi 2000 anni, nel quale nemmeno un Giudeo non abbia creduto in Gesù. Noi siamo l'olivo selvatico innestato nel loro olivo buono, e loro sicuramente si riprenderanno meglio di noi nella loro propria fede, perché sono i suoi rami naturali. Paolo dice ancora che noi possiamo essere tagliati se non ci dimostriamo degni; poiché se alcuni di loro sono stati potati, a maggior ragione anche noi lo possiamo essere se non restiamo nella grazia di Dio, e questo è il mistero che Egli rivela: "Essi saranno di nuovo innestati, dopo che tutti i gentili saranno stati radunati." Ho speso un pò di tempo su questo argomento perché il Regno è qualcosa che riguarda direttamente i Giudei, e non si può predicare il regno senza menzionarli. 

Ora voglio lasciare Israele e voglio parlare del Regno in mezzo a noi: i gentili. I discepoli di Gesù si trovavano nel tempo in cui Gesù era risorto dai morti, era asceso al cielo, era seduto alla destra del Padre e stava controllando l'intero Universo; quindi la buona notizia poteva essere predicata. Avrebbero potuto dire che il Re sta regnando nel cielo e quindi è possibile vivere nel Suo Regno; ma Gesù disse loro di non farlo, invece di lasciarli operare con le loro forze li esortò ad aspettare finché non avessero ricevuto potenza dall'alto. L'esempio di tale comportamento lo lasciò Gesù stesso, difatti avrebbe potuto dire loro così: "Sono stato un falegname per 18 anni, in questo tempo non ho predicato alcun sermone e non ho fatto nessun miracolo perché stavo aspettando che lo Spirito Santo si unisse a me, e solo quando Egli è venuto ho cominciato." Vi rendete conto che Gesù non ha fatto miracoli come Figlio di Dio, ma come Figlio dell'uomo? Ecco perché ha potuto dire che ciò che ha fatto Lui lo possiamo fare anche noi, però non cerchiamo di farlo senza lo Spirito Santo. 

Ho un amico in Africa che insieme al suo gruppo riesce a stabilire una nuova chiesa ogni giorno; infatti ha fondato circa 1000 chiese in 3 anni e mezzo, operando in Nigeria. Non sto parlando di 1000 conversioni, ma di 1000 chiese. Una volta gli domandai come selezionasse i suoi collaboratori, e rimasi stupito della sua risposta: Non permetto a nessuno di loro di predicare finché non sono in grado di operare miracoli; quando qualcuno dice: "mi sento chiamato a predicare, perciò dammi un pulpito a disposizione"; gli chiedo: "amico mio sei capace di fare miracoli?" Se rispondono non ancora, allora non possono predicare. Ecco come ha fondato una chiesa al giorno. Anche Gesù disse ai Suoi: "Aspettate in Gerusalemme solo alcuni giorni, e riceverete la potenza di cui avete bisogno." I discepoli, probabilmente, sapevano già come e quando ciò sarebbe accaduto, perché Gesù faceva ogni cosa seguendo la linea delle feste Giudaiche. Era facile intuirlo perché appena 10 giorni dopo era Pentecoste, una festa che avrebbe radunato circa 2 milioni di persone, quindi l'occasione era particolarmente propizia. Ma forse sapevano anche come riconoscere quando ciò sarebbe accaduto, perché già a Pasqua aveva dato loro un segno ed un comando: in quella occasione, Gesù andò verso ognuno dei Suoi discepoli e soffiò su di loro dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo"; ma in quel momento non ricevettero niente. La stessa cosa accadde nel giorno di Pentecoste, essi udirono di nuovo quel soffio come di vento e capirono che Gesù stava di nuovo soffiando su di loro; allora si ricordarono del comando di Gesù, e tutti ricevettero la potenza che aveva promesso. Apparve anche una fiamma che si divise in 120 lingue di fuoco toccando ognuno di loro sulla testa. 

In un collegio Inglese una cosa del genere è accaduta di nuovo. Io mi trovavo lì quando alla fine della predicazione ci fu un momento di preghiera, e purtroppo, feci un grosso sbaglio: chiusi gli occhi per pregare. La Bibbia non insegna di chiudere gli occhi, ma di levarli al cielo pregando. In quell'occasione c'erano circa 200 persone nella stanza quando la fiamma scese; molti di loro videro la lingua di fuoco, ma io non la vidi, e mi sentii frustrato. Comunque non cadrò più in quell'errore perché da allora i miei occhi restano sempre ben aperti. 

Un giorno, su un treno, Billy Graham ed il suo gruppo, stavano pregando per la campagna di evangelizzazione che avrebbero avuto in Scozia, dove stavano andando. Sapevano che la Scozia era chiamata la tomba degli evangelisti, tanto era difficile predicarvi, per questo stavano pregando. All'improvviso anche loro udirono quel soffio come di vento; avvolse tutta la loro carrozza ed ebbero un grande successo. Perciò questa cosa non è accaduta solo una volta, il giorno di Pentecoste non è stato l'unico ma è stato il primo. Molti cristiani pensano che questo sia accaduto soltanto le 4 volte che sono narrate nel libro degli Atti, e cioè il giorno della Pentecoste (cap 2), ai Samaritani (cap 8), a Cornelio (cap 10) ed ai i discepoli di Giovanni (cap 19). Ebbene coloro che lo dicono non hanno letto attentamente, perché questo libro dice che ogni singolo credente ebbe l'esperienza della Pentecoste; allora, infatti, era considerata una cosa normale per entrare nel Regno. I Samaritani del capitolo 8 furono i soli credenti che non lo ebbero spontaneamente; ecco perché Pietro e Giovanni andarono a pregare per loro. E questo è logico, poiché se tutti gli altri non avessero avuto la stessa esperienza, nessuno di loro si sarebbe reso conto che esistesse quel bisogno. Prendiamo l'esempio di Cornelio riportato nel cap. 10; quando lo Spirito Santo scese su Cornelio e sulla sua Casa, subito Pietro e gli altri dissero: "Dobbiamo battezzarli in acqua, perché essi hanno ricevuto lo Spirito Santo proprio come noi." Secondo voi a chi si rivolge quando dice "noi?". Ovviamente ai fratelli di Ioppe che l'avevano accompagnato, non stava certamente parlando dei 120 del giorno di Pentecoste. Come se non bastasse, quando Pietro tornò a Gerusalemme, dovendo giustificare il suo comportamento di fronte ai Giudei che non vedevano di buon occhio nemmeno il fatto che avesse mangiato insieme a persone non circoncise, disse: "Se dunque Dio ha dato loro lo stesso dono che abbiamo ricevuto noi, che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?" Anche qui dice "noi", quindi possiamo renderci conto che anche ognuno dei membri della chiesa di Gerusalemme aveva ricevuto la stessa potenza. Perciò la Pentecoste non fu un evento unico, ma è stata un'esperienza per tutti. Molti credenti pensano che la Pentecoste sia qualcosa di speciale, invece è una cosa essenziale ed indispensabile per vivere nel Regno. Il battesimo dello Spirito Santo non è un optional, la Scrittura ci insegna che il Regno di Dio è pace, gioia, allegrezza e giustizia nello Spirito Santo, poiché il Regno di Dio non è fatto di parole, ma di potenza. Paolo scrivendo ai Corinzi dice: "Quando sono venuto a voi, la mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza." La parola dimostrazione, che qui Paolo usa, ci prova che i Corinzi, dovevano pure aver visto qualcosa, quindi, non avevano solo ascoltato il Regno, ma lo avevano anche visto. Questo ci pone un'altra domanda molto importante: dopo la Pentecoste, in quale modo veniva predicato il Vangelo? Ebbene la risposta è che secondo le Scritture veniva comunicato in tre modi: con parole, fatti e segni. Nella sua lettera ai Romani, al cap. 15 Paolo ci dice ancora: "Cristo si è servito di me per condurre i non Ebrei ad ubbidire a Dio. Lo ha fatto con parole e con opere, con la potenza di segni miracolosi e con la forza dello Spirito. Partendo da Gerusalemme e muovendomi in tutte le direzioni sino ai confini dell'Illiria, ho portato Cristo e ho così portato a termine il mio compito." Invece oggigiorno quello che riusciamo a trasmettere sono per lo più parole; parole predicate, stampate, cantate, registrate, ma sempre e soltanto parole. 

Non fraintendetemi; tutto questo è molto importante, senza le parole non si può trasmettere niente, ma soltanto con quelle non lo si può fare pienamente. Le parole dette hanno bisogno di essere confermate da fatti umani e da segni divini, perché coloro che ascoltano hanno bisogno di constatare di persona la verità di quanto si afferma. Un altro passo dove questo tipo di predicazione viene descritto è nella prima lettera ai Tessalonicesi nel capitolo 1, anche qui è facile notare come due tipi di questa predicazione siano per gli occhi ed uno soltanto per l'orecchio. 


Nei nostri giorni Dio si serve ancora dei segni come ai tempi di Paolo, anzi possiamo proprio dire che c'è stata una vera e propria riscoperta di questa dimensione. Grazie a Dio oggi si possono incontrare molti fratelli che insegnano questa importante verità; alcuni di loro però si fermano a due soli aspetti della comunicazione: le parole ed i segni. Paolo però diceva che c'era bisogno anche di fatti, e quando parlava di fatti si riferiva alla maniera in cui conduciamo la nostra vita. Ovviamente questa non è una cosa facile da fare, infatti molti evangelisti si servono solo di parole, Billy Graham e Louis Palau ne sono un esempio, altri usano parole e segni, Bonnke è uno di questi. Nessuno però si serve di tutti questi 3 mezzi, perché è impossibile farlo da un pulpito; nel breve tempo di una predicazione nessuno potrà mai dimostrare di vivere una vita veramente santa. Questo, però può essere fatto nel posto in cui viviamo e lavoriamo; ed è una cosa essenziale per dimostrare che stiamo vivendo nel Regno. 

Un celebre filosofo tedesco, un certo Nietzsche, dalle cui dottrine nacque il nazismo e quindi anche la mente di Hitler, un giorno fece un proclama contro i cristiani. Con il suo proclama egli intendeva dimostrare l'odio che aveva contro la chiesa, perché essa si preoccupava di salvaguardare le persone più deboli, che secondo le sue filosofie andavano eliminate, per poter avere una razza umana più forte, quindi migliore. Ebbene questo signor Nietzsche lanciò una sfida molto dura a tutti i credenti dicendo: "Vorrei anch'io essere salvato; se i cristiani mi dessero l'impressione di essere veramente salvati." In sostanza stava dicendo: "Non vedo fatti!" Le persone che frequentano le chiese le vedo uguali alle altre, l'unica diversità sta nell'andare in chiesa. Vedo che hanno gli stessi problemi di tutti: l'ira, i desideri, l'orgoglio sono presenti in loro come in chiunque; anch'essi si preoccupano delle cose della vita come tutti gli altri." E siccome non riusciva a trovare nessuna diversità in loro, non volle essere cristiano. Anche Maometto conosceva alcuni cristiani, neanche lui li vedeva diversi dagli altri, e da lui iniziò il movimento dell'Islam. Da questo giudicate voi stessi se i fatti siano o meno una cosa importante. 

Quando Billy Graham venne a Londra, la Ford gli mise a disposizione un'auto ed un autista per i suoi spostamenti dall'hôtel al luogo dove teneva le predicazioni. Durante l'ultima delle sue riunioni egli invitò coloro che avevano compreso il messaggio di Cristo ad andare verso di lui per dare pubblica testimonianza della loro conversione. Uno di quelli che si presentarono fu il suo autista che dichiarò: "Non sono venuto avanti per quello che quest'uomo ha detto, ma per ciò che io ho visto durante tutta questa settimana, in macchina." Questi sono fatti! Ed è qui che voi avete un gran vantaggio su qualunque evangelista, perché dove vivete e lavorate potete dare dimostrazioni complete: parole, fatti e segni, due cose che possono essere viste, ed una che può essere udita. Questo è un equilibrio molto importante, perché le due porte verso l'animo umano sono l'occhio e l'orecchio e noi abbiamo bisogno di servirci di entrambe. 

Alcuni anni fa io e mia moglie andammo in un campeggio giovanile, vivevamo sotto una tenda, con una temperatura intorno ai 30 gradi; eravamo in Nuova Zelanda, lontano dalle città. In quel luogo c'erano circa 1500 giovani di età media intorno ai 20 anni, 500 di loro non erano convertiti, erano ragazzi di strada che vivevano in quei luoghi. Erano robusti e coperti di tatuaggi, portavano addosso scritte come: "Fuori legge", "Odio" eccetera. Io non mi sentivo per niente a mio agio e cercavo di non allontanarmi troppo la sera. Vicino a quel campeggio c'era un posto dove si tosavano le pecore, quello era il loro riparo, usavano come sedie le balle di lana e vivevano come potevano. Una volta mi chiesero di parlare loro del Regno di Dio. Ne fui molto felice perché è la cosa di cui amo più parlare, ma sembrava difficile riuscire a farmi capire, perché erano troppo diversi dalle persone a cui parlo di solito. Comunque durante i due giorni in cui predicai, cercai di fare del mio meglio. Ma il terzo giorno quando salii sulla piattaforma, il Signore mi disse: "Quello che tu gli hai detto non lo hai dimostrato, loro non hanno visto il Regno." Allora, gli chiesi che mi indicasse da dove cominciare, perché io non sapevo proprio che pesci prendere. Rispose di iniziare dalla forfora! In quel momento rimasi stupito, era una cosa piuttosto insolita, ma poi decisi di ubbidire. Così guardando quei giovani, dissi loro che Gesù è il Re, e che, come tale, ha il pieno controllo su ogni cosa e adesso vi dimostrerà che ha autorità perfino sulla vostra forfora. Si fece improvvisamente un gran silenzio. Il volto di mia moglie lasciava trasparire la sua preoccupazione, ma chiesi al Signore che continuasse a parlarmi; ed Egli mi disse di continuare ancora con il piede d'atleta. Quindi dissi loro che Gesù ha autorità anche sul piede d'atleta. A questo punto ovviamente la loro attenzione era molto viva, quindi continuai a chiederGli di parlarmi; ed Egli andò avanti con le verruche, ed altre cose ancora. C'era un uomo seduto in prima fila che aveva le mani completamente coperte da verruche. Vicino a lui c'era un medico con il quale aveva già parlato di questo suo problema, e da cui era stato consigliato di andare in ospedale per toglierle. Ebbene, due giorni dopo quel medico mi disse: "David stai forse cercando di umiliarmi?" Chiesi il perché di una tale domanda, e mi rispose che due suoi clienti che erano affetti da quelle verruche erano improvvisamente guariti. A questo punto domandai se vi fosse stata qualche altra guarigione di cui non ero a conoscenza. Mi fu rivelato che una ragazzina di 15 anni, che non aveva mai potuto usare la mano destra, poco dopo stava scrivendo ai suoi genitori con quella mano. Un ragazzo di 16 anni, coinvolto all'età di 2 anni in un incidente da cui rimase impedito al braccio sinistro, ed al quale fu amputato anche un ginocchio a causa di un altro incidente con una motosega, cominciò a correre da una parte all'altra del campo. Egli stava usando tutte e due le gambe ed agitava le braccia dicendo: "Quando sono venuto qui il mio braccio e la mia gamba non erano utilizzabili e come se non bastasse, tutte le notti da diversi anni bagnavo il letto, ma Dio si è preso cura anche di me, ed ora sono completamente guarito." Dopo aver udito tutto ciò, alcuni ragazzi caddero in ginocchio abbaiando come cani e mangiando il fieno sparso sul pavimento; erano demoni che si manifestavano. Abbiamo invitato a pregare per loro nel nome di Gesù ed essi furono liberati e videro il Regno di Dio. Fu una settimana incredibile. Ma nonostante tutto, alcuni giorni dopo, mi trovai ugualmente deluso, perché anche se molte cose erano accadute, mancava ancora la guarigione dalla forfora. Non sapevo più cosa pensare; perciò quella mattina dissi che mancava ancora la testimonianza di una particolare guarigione che non rivelai ed invitai a parlare chiunque avesse avuto qualcosa da dire a proposito. Venne avanti una ragazza e subito mi sentii sollevato, perché disse proprio che i suoi capelli erano guariti dalla forfora; infatti i suoi capelli erano ora bellissimi. Poi venne avanti un giovane con la barba rossa, dicendo che era incredibile, ma la forfora, di cui soffriva da molti anni, era proprio sparita. Era stato guarito ma non poteva crederci. 

Finii di parlare del Regno in quella mattina, e dissi loro che il pomeriggio sarebbero stati liberi di andare sulla spiaggia, ma aggiunsi che alle 16 sarei stato lì, per chi dopo aver sentito parlare del Regno, e dopo averlo visto, avesse anche voluto entrarvi. Ma non volevo che venissero se non avevano seriamente intenzione di farlo. Non sono molto bravo a fare gli appelli; per questo preferisco lasciare andare le persone e chiedere poi di ritornare. Così andarono tutti a nuotare. Tra coloro che avevano ascoltato c'erano anche 15 bagnini, il primo dei quali, nel pomeriggio, si rivolse ad un suo collega per chiedergli se poteva sorvegliare anche la sua zona, dato che gli sarebbe piaciuto ascoltarmi di nuovo. Ma anche il collega aveva la sua stessa voglia, e così entrambi decisero di chiederlo ad un terzo. E così fecero; ma si accorsero ben presto che tutti quanti volevano venire alla riunione. Allora si consultarono su cosa fare per non lasciare la spiaggia incustodita, ed uno di loro consigliò di pregare: "Dio; se ci sei, facci andare alla riunione." Appena finita la preghiera uno di loro scorse tre pescecani che si stavano avvicinando pericolosamente alla baia; perciò dettero subito l'allarme. Così ebbi 1500 giovani alla riunione. 


I QUATTRO PASSI 

Gesù insegnò ai Suoi discepoli a pregare ogni giorno: "Il tuo Regno venga e la tua volontà sia fatta in terra come in cielo." Perciò noi siamo coinvolti personalmente nella sua restaurazione. E quindi è bene che ci poniamo la domanda: "Come e quando verrà questo Regno?" Nella Bibbia troviamo due risposte a questo interrogativo. La prima afferma che avverrà dopo un processo graduale di crescita, attraverso agenti umani. L'altra afferma che verrà improvvisamente dopo una grande crisi, attraverso agenti celesti. Io penso che la verità stia nell'equilibrio fra queste due rivelazioni. Noi adesso ci troviamo nel periodo di crescita graduale, quindi dobbiamo aspettarci una crisi improvvisa come segno del ristabilimento del Regno. Quello sarà il tempo in cui gli angeli agiranno e toglieranno il male, ma fino a quel giorno il compito di far crescere gradualmente il Regno è anche sulle nostre spalle, e non è cosa semplice, perché ci vuole molto tempo per formare un discepolo di Gesù. Un passo di vitale importanza per entrare a far parte del Regno è il battesimo. Purtroppo però ai nostri giorni è considerato sempre meno importante, perfino una parte degli evangelisti lo considerano quasi facoltativo. Però il Nuovo Testamento ci dice che è la sola maniera in cui noi possiamo iniziare a preparare dei sudditi per il Regno. Come possiamo pensare che una persona pretenda di far parte di un regno quando non ubbidisce nemmeno alla prima cosa che il Re le chiede di fare? E' una contraddizione, eppure ci sono molti credenti che non se ne rendono conto. Comunque quando quei 1500 giovani si ritrovarono nel luogo stabilito, non ho forzato nessuna loro decisione, non ho cercato di far loro ripetere nessuna preghiera e neppure di far loro firmare qualcosa. Ho solamente detto loro che ci sono 4 cose da fare, che sono anche le 4 pietre angolari della vita cristiana, cose che spesso l'evangelismo moderno neppure menziona. 

Una volta volli comprare tutti i libri che riuscivo a trovare nei quali fosse trattato l'argomento di come diventare cristiani; ne trovai 35. Forse non mi crederete, ma nessuno di questi libri menziona tutti i 4 passi necessari a questo scopo. 

Il primo ed il più trascurato di tutti, ai nostri giorni, è il ravvedimento per i propri peccati. Eppure è un passo di vitale importanza per coloro che vogliono intraprendere il cammino cristiano, perché se questa fase della conversione non avverrà, o avverrà parzialmente, correremo il rischio di produrre dei cristiani con molti problemi. Occorre tempo ad una persona per ravvedersi totalmente, non è una cosa che può essere ottenuta in pochi minuti, ma stranamente in molte chiese si cerca di ridurre questo importantissimo passo ad un rituale di 5 minuti, ottenendo, forse, soltanto qualcosa di emozionale, che così come è venuto potrà anche sparire. Purtroppo, una parte delle difficoltà che affliggono le nostre chiese è generata proprio dalla pratica di voler far nascere di nuovo una persona nel più breve tempo possibile. Eppure; ovviamente un bambino non nasce in 5 minuti, ma la sua nascita è chiaramente il frutto di un lungo processo. Una volta chiesi ad una ostetrica quale sia il momento in cui un bambino può considerarsi veramente nato. Mi rispose che nessuno può dirlo con precisione: alcuni dicono che è quando escono i piedi, altri, invece, quando si taglia il cordone ombelicale; altri ancora, quando comincia a respirare e piangere. Io le dissi che a volte cominciano a respirare ed a piangere dopo l'imposizione delle mani, e lei si mise a ridere. Nessuno sa in quale momento nasce un bambino, ed in fondo non è nemmeno importante conoscerlo. Quello che invece è molto importante è che sia sano, e che tutto ciò di cui ha bisogno gli sia fatto. Se un parto è difficile il bambino ne risentirà fisicamente o psicologicamente, perciò ci dobbiamo preoccupare che tutto sia fatto nel migliore dei modi. 

La nascita spirituale è simile a quella fisica, la seconda nascita è come la prima: occorre tempo ed un certo numero di cose da fare. Il ravvedimento, in questo caso, è simile al taglio del cordone ombelicale, poiché nella vita di ogni persona ci sono cose che devono essere tagliate per impedire ogni collegamento col passato. Ravvedimento significa portare tutto il passato alla conclusione, pertanto occorre mettere a posto tutti gli errori che abbiamo commesso. L'esempio di Zaccheo è meraviglioso, egli non si è solo ravveduto dai suoi guadagni disonesti; non disse semplicemente: "Da questo giorno sarò onesto." Ma anche: "Ripagherò tutti quelli che ho frodato." Gesù allora disse: "La salvezza è entrata oggi in questa casa." 

Ho un amico che ora è un pastore battista; quando si convertì, si ricordò di tutto ciò che aveva commesso, allora andò al distretto di polizia, confessò i suoi crimini e fu arrestato. Ma poiché aveva confessato la pena fu molto mite: due mesi che spese per parlare di Gesù ai carcerati, tanto che nell'ambiente divenne noto come il Vescovo. Una volta uscito, si ricordò di un'altra malefatta; di nuovo la confessò alla polizia, e di nuovo ritornò in prigione dove continuò a predicare. Fece questo finché non ebbe confessato tutti i suoi peccati, e quando lo conobbi mi disse: "David; sono stato l'unico evangelista in Gran Bretagna, totalmente finanziato dalla Regina!" Nella Bibbia non esiste la confessione generica, ma specifica, per cui dobbiamo citare e nominare ogni nostro singolo peccato. Non è ravvedimento dire: "Signore, mi dispiace di tutti i miei peccati." Perché possiamo fare una preghiera come questa senza neppure ricordare uno solo dei nostri peccati, e questo non è di nessun aiuto. Diverso è invece quando noi possiamo dire: "Confesso di aver commesso adulterio.... Confesso di aver rubato dei soldi." Questo è ravvedimento! 


Una volta predicai in Australia ai membri del Parlamento; poco dopo un ministro di gabinetto mi disse: "Quando tornerò a casa riscriverò la dichiarazione dei redditi." Questo è ravvedimento! Paolo disse: "Io non sono stato disubbidiente alla celeste visione." (Atti 26:19). Tutti voi conoscete questo versetto; ma qual era la visione di Paolo? "A tutti dicevo di cambiare vita volgendosi all'unico Dio e di mostrare con le azioni la sincerità della loro conversione." Questa era la celeste visione. Un versetto veramente importante. Un giovane metallaro un giorno mi chiese di essere battezzato. Domandai se sapeva come si svolge l'operazione; mi rispose che sapeva che avveniva per immersione. Gli chiesi se conosceva il significato della parola ravvedimento; mi rispose di no. Gli dissi allora di andare a casa, e di chiedere a Gesù se qualcosa nella sua vita gli dispiacesse; qualunque cosa gli avesse risposto, avrebbe dovuto eliminarla dalla sua vita. Poi sarebbe potuto tornare. Passarono tre settimane, poi di nuovo lo sentii davanti alla porta; mi disse che aveva smesso di mordersi le unghie, quindi, ora, avrebbe potuto battezzarsi. Per quel che poteva, egli mi diede una dimostrazione del suo ravvedimento, di essersi allontanato dalla vecchia vita con qualcosa di pratico. 

Una volta una ragazza mi confessò di sentirsi frustrata; voleva essere una credente, aveva provato rispondendo all'appello di ogni riunione evangelistica, frequentando seminari ed altro, ma senza che nulla fosse mai cambiato. Cominciò anche a chiedersi se veramente ci fosse qualcosa di vero. Mi resi conto che mi stava chiedendo aiuto, ed allora guardandola negli occhi le chiesi: "Con chi stai vivendo?" "Con un giovane." mi rispose. Domandai se fossero sposati, ma mi disse di no, perché il suo uomo lo riteneva solo un puro atto formale senza nessuna validità, quindi non voleva farlo. Comunque vivevano come se fossero sposati, perché tra loro c'era l'amore che, secondo il loro modo di vedere, era veramente l'unica cosa importante. Le feci notare che in questa situazione, se lui avesse voluto lasciarla, non sarebbe venuto meno a nessuna promessa. Ma lei mi rispose che non l'avrebbe mai lasciata. A questo punto potevo dare la risposta al suo problema, lei doveva prendere una decisione molto difficile: "Con quale uomo deciderai di vivere? Con il tuo attuale, o con Gesù? Non puoi vivere con entrambi, perché a Gesù non piace questo tipo di situazione." Lei si agitò, perché nessuno mai le aveva detto una cosa simile. Era quello il motivo per cui non le era mai accaduto di fare un'esperienza vera. Mi piacerebbe poter dire che lei si è convertita, invece, corse via da quel teatro piangendo e ritornò da quel giovane. In quel momento ho capito come si sia sentito Gesù di fronte al giovane ricco che tornò al suo denaro. Il problema di questa ragazza era che le avevano detto di credere soltanto; nessuno le aveva mai insegnato a ravvedersi. Ecco il problema: ci vuole del tempo. Perciò quei giovani in Nuova Zelanda, in quel momento, avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse a fare il primo passo. E' molto difficile in una sola riunione far avanzare le persone di questi 4 passi. Se cercassimo di farlo saremmo come quelli che vogliono ottenere nascite rapide, anziché essere delle buone ostetriche. 

Molte volte dei credenti mi cercano per espormi i loro problemi. A questi rispondo che prima di parlare di problemi mi raccontino come sono diventati cristiani e come sono nati di nuovo. Ascolto sempre con molta attenzione questi racconti, per capire se questi 4 passi sono realmente avvenuti nella loro vita. Vi posso assicurare che in ogni caso in cui si presentano problemi seri, uno o due di questi passi sono mancanti. Perciò prima di cercare di risolvere i problemi, accertiamoci che la nascita sia avvenuta correttamente, e cioè che ci sia stato il ravvedimento, che ci sia la fede in Cristo, che siano stati battezzati e che abbiano ricevuto lo Spirito Santo. Se qualcuno di questi passi manca, dovremo fare in modo che avvenga e di solito, una volta che queste cose sono avvenute il loro problema non li interessa più, è stato superato, non ne vogliono più parlare perché oramai sanno di poterlo risolvere da soli. 

Il secondo passo, che deve necessariamente avvenire, è credere in Gesù; non ricevere Gesù, ma credere in Lui. Infatti dopo che fu ritornato in cielo, la Bibbia non dice più: "Ricevi Gesù", ma "Credi." Eppure molti evangelisti di oggi lo insegnano, anche se gli apostoli non facevano così. Tu potevi ricevere Gesù solo quando era presente in carne; infatti durante la Sua vita terrena alcuni Lo ricevettero ed altri no. Giovanni 1:11 a questo proposito dice che: "Venne tra la Sua gente, ma i Suoi non Lo hanno accolto. A quanti però Lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel Suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati." Questo passo si riferisce a quando Gesù era sulla terra, a quando tu potevi aprirGli la porta ed invitarLo in casa tua. Ma da quando è tornato al Padre tu non puoi più ricevere Gesù; da allora puoi ricevere solo la persona che è il Suo sostituto qui sulla terra. 

Gli apostoli, dopo quel giorno, non hanno più detto a nessuno di ricevere Gesù, ma hanno parlato di ravvedimento verso Dio, di credere nel Signore Gesù, di essere battezzati in acqua e di ricevere lo Spirito Santo. Ai nuovi credenti veniva presentata subito questa sequenza di passi, quindi da ciò possiamo comprendere che si è cristiani completi quando si riceve lo Spirito Santo (Nel Nuovo Testamento viene detto anche: essere battezzati nello Spirito Santo, riempiti dello Spirito Santo, unti dallo Spirito Santo o anche suggellati dallo Spirito Santo). Tutti e quattro questi passi sono, contemporaneamente, opera dell'uomo ed opera di Dio, perché sono sempre il frutto di collaborazione fra i due. Infatti a noi viene chiesto di ravvedersi; ma è Dio che concede il ravvedimento. Ci viene comandato di credere; ma la fede è un dono di Dio. Ci viene chiesto di farci battezzare in acqua; ma è Dio che lava i nostri peccati. Ci viene chiesto di ricevere lo Spirito Santo; ma è Dio che dà lo Spirito. Quindi si tratta di quattro cose che noi dobbiamo fare per Dio, e di quattro cose che Dio farà in noi: sono le cose che faremo insieme. Ci sono credenti che dicono che è tutta opera di Dio, e si chiamano calvinisti; alcuni altri, che si chiamano arminiani, dicono, che è tutta opera dell'uomo. Ma non è così: è tutto di Dio ed è tutto degli uomini. 

Si tratta di quattro cose diverse l'una dall'altra, nessuna di loro accade automaticamente e non sono affatto legate l'una all'altra. Potremo realizzare una, due, tre, o tutte queste cose; è pertanto importante portare le persone a compiere tutti questi passi. Non abbiamo necessariamente o automaticamente ricevuto lo Spirito Santo perché abbiamo creduto; ci sono numerosi esempi nel Nuovo Testamento di persone che avevano creduto e non avevano ricevuto lo Spirito Santo. Il fatto che siamo stati battezzati in acqua non significa che lo siamo stati nello Spirito, nessuno nel Nuovo Testamento ha ricevuto lo Spirito Santo durante il battesimo; di solito accadeva dopo, qualche volta anche prima. 

E' troppo facile dire che queste 4 fasi accadono contemporaneamente in chi ha creduto. Noi non possiamo presumere che ci sia stato un ravvedimento, o che lo Spirito Santo sia stato ricevuto. Dobbiamo accertarci di tutto, perché in un certo senso siamo responsabili della vita spirituale di quella persona; questo è ciò che Paolo fece quando arrivò a Efeso. Là egli trovò alcune persone che chiamò discepoli; ma perché li chiamò discepoli? Ovviamente perché sapevano di Gesù, infatti prima di lui un uomo di nome Apollo gliene aveva parlato, ed anche perché potevano provare attraverso le Scritture che Gesù era il Cristo. Paolo rimase perplesso; quelle persone sembravano dei credenti, ma come mai non ne avevano la potenza? Questa era la domanda che sembra si ponesse. Infatti di lì a poco chiese loro: "Avete ricevuto lo Spirito Santo quando avete creduto?" Stava indagando sul quarto punto, ed avendo ricevuto risposta negativa, provò ad informarsi sul terzo punto: "Che tipo di battesimo avete ricevuto?" E scoprì che avevano ricevuto solo il battesimo di Giovanni, che non era il battesimo della morte nell'attesa della resurrezione di Gesù. Poi indagò anche sulla loro fede: "Credete voi in Gesù?" E scopri che non credevano in Lui benché sapessero che era il Cristo. E riguardo al ravvedimento? Finalmente scoprì che un passo nella direzione giusta lo avevano compiuto, perché il battesimo di Giovanni era un battesimo di ravvedimento, perciò delle 4 cose ne avevano realizzata solo una. A questo punto Paolo dovette rimboccarsi le maniche e far capire a queste persone ciò che a loro mancava: insegnò a credere in Gesù; e con questo avevano compiuto due passi. Li battezzò nel nome di Gesù, e così erano giunti al terzo passo. Ora ne mancava solo uno: dovevano ricevere lo Spirito Santo. Allora impose loro le mani, pregò per loro; ed ebbero la propria Pentecoste. Adesso erano nel Regno e per due anni rimase lì ad insegnare come vivere in esso. 

In questo racconto vediamo il metodo seguito da Paolo nella sua missione, lo vediamo chiaramente più che in ogni altra lettera, e questo è comprensibile perché scriveva solo a coloro che erano già credenti. Nelle sue epistole, di solito, non troviamo niente su come diventare cristiani, ma se leggiamo attentamente scopriamo che spesso ricorda a quelli a cui scrive come lo sono diventati: ricorda il loro ravvedimento, oppure il giorno in cui hanno creduto, il giorno in cui sono stati battezzati, o quando hanno ricevuto lo Spirito Santo. Ma ogni qualvolta menziona uno di questi 4 punti, presume sempre che i suoi lettori li avessero realizzati tutti. Oggi almeno due di queste 4 cose non sembrano più indispensabili per la salvezza. 

Ma, in effetti, che cos'è la salvezza? Molti pensano che significhi scampare dall'Inferno. Ma non è così, essere salvati significa essere entrati nel Regno e vivere in esso; e per viverci queste 4 cose sono indispensabili. Mi preoccupo perché c'è un cospicuo numero di operai cristiani che dicono che non c'è bisogno di essere battezzati per essere salvati, ed è abbastanza strano; perché nella mia Bibbia, come in tutte, il battesimo fa parte della salvezza. In essa io leggo: "Chi sarà stato battezzato sarà salvato." Ed ancora da Pietro: "Ravvedetevi e siate battezzati per il perdono dei vostri peccati." Ancora Anania disse a Paolo: "Che cosa stai aspettando; alzati e sii battezzato, così che i tuoi peccati siano lavati quando invocherai il suo nome"; Paolo dice: "Egli ha purificato la sua chiesa attraverso l'acqua e la parola." Gesù dice che dobbiamo nascere di nuovo per mezzo dell'acqua e dello Spirito. Ho ascoltato molti sermoni su come nascere di nuovo, ma nessuno di essi menzionava l'acqua, eppure la lettera agli Ebrei dice: "Accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura." (Ebrei 10:22) Pietro dice: "Il battesimo adesso vi salva, non lavando lo sporco dei vostri corpi, ma con la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio, attraverso la resurrezione di Gesù dai morti." 

Potrei andare avanti con moltissimi altri versi, perché nel Nuovo Testamento il battesimo è parte integrale della salvezza; è essenziale per poter entrare nel Regno; è il primo atto di ubbidienza al Re per poter diventare Suoi sudditi. A chi mi dice che non ne ha bisogno, io rispondo che Gesù ne ebbe bisogno, anche se era l'unico che avrebbe veramente potuto farne a meno, invece Gli servì per adempiere ad ogni giustizia. 

Quello che sto cercando di dire è che dobbiamo tornare all'evangelismo del Nuovo Testamento dove queste 4 cose venivano chiaramente illustrate. Ebbene tutto questo è indispensabile per introdurre le persone nel Regno; ma dobbiamo tener ben presente che la chiesa è solo l'assemblea di coloro che sono i sudditi del Regno. La chiesa che Gesù sta edificando non è il Regno ed il Regno non è la chiesa, ed avere questo concetto poco chiaro è senz'altro pericoloso. Leggete la storia d'Italia: una parte di questa terra era dominio del regno Pontificio, ma la chiesa ed il regno non erano la stessa cosa. Anche i testimoni di Geova hanno fatto questo sbaglio; chiamano i luoghi dove si radunano "Sala del Regno." Ho notato che quando i credenti non hanno ben chiaro questo concetto, cominciano ad usare la parola regno come aggettivo, e non come sostantivo. Invece di parlare del Regno di Dio, parlano del regno della fede, delle sale del regno, o degli affari del regno; ed hanno ridotto il regno ad un'etichetta per valorizzare ciò che stanno facendo. Grammaticalmente un aggettivo ha valore inferiore ad un sostantivo, ma ci sono moltissimi libri in circolazione che continuano ad usare il Regno come un aggettivo, facendolo diventare quasi un marchio denominazionale. Ma il regno è la cosa più grande che possa esistere; è molto più grande della chiesa, perché il Regno di Dio è sovrano sopra ogni cosa; nessuno di noi può costruirlo, nessuno di noi può allargarlo, perché è già esistente. Gesù sta edificando la Sua chiesa, ma non sta edificando il Regno, lo sta condividendo con noi, ma non stiamo costruendo il Regno e neppure lo stiamo estendendo, ciò non viene mai detto nella Bibbia; noi stiamo semplicemente conquistando delle colonie per il Regno. 

La ragione di tutto questo è molto semplice: quando lo Spirito Santo discende sopra di noi con potenza, non solo diventiamo sudditi del Regno, ma ne diventiamo anche figli. Adesso ne siamo figli, pertanto siamo una famiglia reale, siamo principi e principesse; il Re è tuo padre, ed il Figlio del Re è tuo fratello, e non si vergogna affatto di chiamarci fratelli, e se siamo fratelli dobbiamo imparare a vivere insieme, perché con tutto ciò è assurdo poter dire: "Sono un buon suddito ma non un buon fratello." In questo modo puoi facilmente scoprire se uno ama veramente Dio, perché basterà che ami i suoi fratelli per dimostrarlo; infatti questi due rapporti sono strettamente collegati tra loro. Gesù praticamente diceva: "I miei sudditi sono quelli che mi amano, ma che hanno anche amore l'uno per l'altro, e si sottomettono l'uno a l'altro non per mezzo di una gerarchia umana, ma nel nome del Regno." 

Mi è stato più volte chiesto chi è che ci protegge e a chi ci sottomettiamo perché, purtroppo, esiste ancora, in alcune chiese, un sistema gerarchico, dove un fratello si sottomette ad un altro fratello, il quale, a sua volta, si sottomette ad un altro fratello, e questo ancora ad un altro; e così via. Questo tipo di governo, fa sì che alcune persone che compongono la chiesa, siano in effetti, maggiori di altri, quindi più in alto di un altro. Quando mi capita di parlare di questo argomento, dico che Gesù non ha insegnato una gerarchia verso l'alto; bensì verso il basso. Gesù ha detto che se vogliamo essere i maggiori dobbiamo essere come schiavi dei nostri fratelli, perché è ciò che Lui ha fatto. Perciò umiliatevi se volete essere innalzati; perché questo è lo spirito del servizio. Ho notato che quando le persone confondono il Regno con la chiesa, di solito, accadono due cose: i conduttori di quelle comunità cominciano a comportarsi come dei piccoli Re; pensano di avere le redini del governo e cominciano ad ordinare agli altri quello che, secondo loro, deve essere fatto. "Noi regneremo con Cristo." E' il loro motto, ma nel Nuovo Testamento questa affermazione è sempre rivolta al futuro, noi non dobbiamo regnare adesso, perché, come Gesù, adesso dobbiamo servire, solo più tardi regneremo. I conduttori non sono Re, né, a maggior ragione, lo sono gli altri fedeli; l'unico Re è Gesù, né i pastori né il gregge possono esserlo. L'altra cosa che ho notato è che l'evangelismo viene spesso soppiantato dall'imperialismo, e questo purtroppo sta accadendo ovunque nel mondo. Alcuni cercano solo di ramificare quanto più sia possibile il proprio regno; per essi l'evangelizzazione diventa quasi un mezzo per raggiungere il loro scopo. E' questa la tendenza che dà luogo al proliferare di nuove chiese con tanti nomi diversi; perché molte delle denominazioni che oggi esistono sono nate proprio da questo modo di operare. Cerchiamo di non lasciarci prendere dalla tendenza umana ad imperare, perché la chiesa è chiamata solo ad evangelizzare. Non dobbiamo costruirci dei piccoli regni, ma dobbiamo servire il Re. Tutto ciò riveste un'estrema importanza, infatti questo è il Regno al quale ora dobbiamo appartenere; dopo regneremo. Ogni pastore è il servo della sua gente, così come anche gli altri sono chiamati a servire. La conduzione è indispensabile nella chiesa, ma va bene solo quando permette a Gesù di essere Re, non è affatto buona se qualcun'altro prende il Suo posto. 

Nel Regno di Dio ci sono due Re: Padre e Figlio, entrambi hanno una corona ed un trono; ma lo Spirito Santo non è un Re, Lui non ha né corona né trono, e nemmeno vuole tenerci sotto il Suo dominio. Lo Spirito guida e conduce, noi Lo possiamo rattristare se non Lo seguiamo; ma il Suo obbiettivo non è quello di farci obbedire a Lui, ma di farci obbedienti al Padre ed al Figlio. La conduzione della chiesa dovrebbe funzionare secondo questo esempio, il compito dei pastori non è quello di far ubbidire i credenti alle loro richieste, ma di portarli ad ubbidire al Re. Se noi pastori stiamo facendo un buon lavoro, questo sarà reso evidente dal fatto che le "pecore" saranno sempre meno dipendenti da noi e sempre più dipendenti dal Signore. Due cose occorrono per vivere e lavorare assieme: autorità e potere, ma queste due parole, quando vengono usate nella Bibbia, hanno sempre il significato che avevano nella lingua greca di allora (e che vi invito a riscoprire). Il senso moderno di questi due termini è stato deformato. 

Il giorno della Pentecoste il Capo della chiesa diede potenza alla chiesa; ma Lui mantenne la propria autorità. Si è venuta così a creare la situazione in cui abbiamo la chiesa con il Capo in cielo ed il corpo in terra. Ogni struttura ecclesiastica deve sempre fare i conti con questa realtà, poiché noi non siamo il Regno ma siamo solo una sua colonia, il nostro governo non è qui sulla terra, ma da un'altra parte. Il Regno Unito ha avuto molte colonie, ma il loro governo non era nelle colonie; bensì in Gran Bretagna, ed a causa di questa situazione occorreva una continua comunicazione fra il governo centrale e le sue colonie sparse un pò in tutto il mondo. Similmente, occorre che questo avvenga anche tra il Capo della chiesa che è nel cielo ed il Suo corpo che si trova sulla terra. A questo scopo esiste un rappresentante del Capo qui sulla terra, cioè uno che rappresenta l'autorità centrale qui da noi, ed è lo Spirito Santo. Il Capo comunica con il Suo corpo attraverso lo Spirito Santo ed ogni pastore, o chiunque altro abbia mansioni di responsabilità in ogni chiesa, può governarla, solo se lui stesso viene condotto dallo Spirito Santo. Nessuno di noi ha alcuna autorità sui fratelli se non lo Spirito Santo. Questo significa che anche il resto dei membri che compongono la chiesa devono essere disposti a seguire lo Spirito. E lo saranno solo se lo hanno ricevuto. E' molto difficile condurre una chiesa i cui membri non siano ripieni dello Spirito Santo; ma se lo sono riconoscono con facilità quando lo Spirito opera nei loro conduttori, ed allora seguiranno istintivamente lo Spirito che procede dal Capo. 

Nel corpo di Cristo c'è una unica struttura ma vi sono anche molte funzioni da svolgere. Anche se tutti i suoi membri sono ripieni di Spirito, questo non significa che ogni membro sappia fare ogni cosa; ma significa certamente che ogni membro può fare qualche cosa. E' un corpo con molte membra, ed ogni membro ha una funzione specifica, ma tutta la struttura funzionerà bene solo se i fra i vari componenti vi sarà coordinazione. C'è una condizione particolare del corpo umano, detta spastica, nella quale il cervello non riesce a controllare i movimenti del resto corpo, che rimane così scoordinato. Spesso purtroppo la chiesa soffre questa malattia, i suoi membri si muovono disordinatamente e Gesù qualche volta deve vivere con un corpo che non riceve più i Suoi comandi. Questa situazione può anche provocare il desiderio di avere un capo umano della chiesa; può essere un papa o un pastore, ma non sarà mai rispondente al disegno originale che Cristo aveva. Non c'è un solo esempio in tutto il Nuovo Testamento di un uomo che guida la chiesa; mai un solo uomo ha costruito una chiesa, perché quando ciò avviene c'è il pericolo che questa rispecchi l'immagine del suo fondatore, portandone i pregi ed anche i difetti. In tale caso sarà veramente difficile il compito di colui che un giorno dovrà prendere il suo posto. 

Consideriamo ora i vari ministeri che Dio ha dato alla chiesa: per funzionare a dovere, la chiesa, ha la necessità che vi siano svolti tutti i ministeri che il Signore ha dato, non solo alcuni. C'è bisogno di molti ministeri, e c'è bisogno anche che ogni membro abbia un ministero. Essere membro della chiesa nel Nuovo Testamento non significava semplicemente fare parte di un gruppo, ma era trovare la propria funzionalità nel corpo. Quando un corpo viene tagliato a pezzi, si dice che viene smembrato; ed un corpo in queste condizioni non può certo funzionare. 

A questo proposito voglio raccontarvi una storiella: immaginatevi un piccolo dito con una grande crisi di identità, che si chiede continuamente: "Chi sono?" Un giorno incontra un altro dito come lui; i due si riconoscono, e dopo aver fatto amicizia, decidono di fondare un "Club per dita." Poco tempo dopo, incontrano un terzo dito, con il quale si mettono a parlare del loro club, ed anche lui decide di farne parte, così ora i membri sono tre. Comunque, anche se ora sono in tre, continuano a non sapere chi sono; hanno degli incontri, cantano insieme degli inni molto belli che parlano della loro crisi, le cui parole sono più o meno queste: "Chi siamo, chi siamo? Gloria a Dio ma chi siamo noi?" Ben presto diventano quattro ma ancora non riescono a comprendere cosa mai possano essere. Un giorno incontrano un pollice che chiede anch'esso di far parte del loro Club. Essi lo guardano e gli dicono: "Tu somigli a noi, ma sei più corto." Comunque decidono ugualmente di accettarlo tra loro. Scoprono così che ora hanno un movimento migliore, e possono perfino toccarsi. Incontrano poi una mano, che anch'essa si aggiunge al club, ed a questo punto il movimento aumenta ancora. Incontrano poi un braccio e scoprono che così possono fare molto di più; fino a quando, un giorno, diventeranno un corpo completo. Tutto questo era iniziato come un club per dita ed ora sono qualcosa di veramente grande, ora gli manca solo la testa e così possono essere perfetti. 

Questa è solo una parabola, non per nascondere la verità a tutti voi, ma per scoprire un mistero del Regno. Essere membro significa funzionare, ed il capo della chiesa dà modo di funzionare a tutti noi, anche se in modo diverso. Non è importante tanto il frequentare una chiesa, quanto lo scoprire chi sei nel corpo; qual è la tua parte che devi sviluppare e far funzionare. Ritornando alla nostra storiella, il piccolo dito ha iniziato con il gridare: "Chi sono, chi sono?" Ma poi riesce a dire "Sono un dito ed appartengo ad un corpo, ora so chi sono e che posso fare una cosa che nessun'altra parte del corpo può fare, e se vengo tagliato, tanto io quanto il corpo perdiamo entrambi qualcosa." Un cristiano che si muove per conto suo perde qualcosa ed anche tutto il corpo perde qualcosa. Noi abbiamo bisogno di appartenere ad un corpo affinché possiamo funzionare. 

APOSTOLI 

I 5 maggiori ministeri menzionati nella Bibbia sono: apostolo, profeta, evangelista, pastore, insegnante. Ci sono anche altre funzioni che devono essere svolte, ma questi sono i 5 ministeri indispensabili. Alcuni dicono che nel ministero di pastore è compreso anche l'insegnamento, per cui praticamente i due sono la stessa cosa. Io personalmente sono convinto di no, perché ho incontrato buoni pastori che non sanno insegnare, e buoni insegnati che non hanno cura delle loro anime. Conosco però anche chi sa svolgere entrambi i ministeri, e chi non è all'altezza di nessuno dei due. 

Spesso ho incontrato anche fratelli aventi una di queste funzioni ma con una spiccata tendenza ad una delle altre. Ad esempio: conosco chi ha un ministero di evangelista, con una spiccata attitudine al pastorato, e questi è giusto che lavorino in un unico posto; ma conosco anche evangelisti che hanno caratteristiche di apostolo, e loro fanno bene a spostarsi in diversi luoghi. Anche il dono che Dio mi ha dato, pur non avendo subito cambiamenti, ha preso un altro indirizzo; infatti, sono un insegnante che per molti anni ha lavorato insegnando la parola di Dio, ed anche oggi continuo ad essere insegnante; ma ora il mio insegnamento si sta concentrando su cose che Dio sta rivelando oggi. Il Signore spesso mi fa sentire la necessità di trattare un particolare argomento, e così durante i miei viaggi parlo di quell'argomento specifico. Forse fra voi c'è qualche pastore-insegnante, o qualche insegnante-evangelista, perché può esserci una certa combinazione fra due ministeri, ma quello che dovrete svolgere sarà sempre qualcosa di specifico. 

Proviamo ora ad analizzare questi 5 ministeri: cosa significa essere apostoli? Possono esserci ancora oggi degli apostoli? Si fa un gran discutere su quest'argomento. Si chiama apostolo qualcuno che è stato mandato, e nel Nuovo Testamento possiamo distinguere 5 tipi di "inviati", ma solo due di questi possiamo ritrovarli oggi. Gesù è il primo tipo di apostolo che sia apparso, per cui viene chiamato Capo Apostolo; Egli è stato inviato direttamente dal Padre qui sulla terra per salvare l'umanità. Quanti apostoli di questo tipo possiamo trovare oggi? Nessuno. Quanti ce ne sono stati? Non troverete mai un apostolo da solo, perché sono sempre inviati in due, Gesù stesso non ha iniziato il Suo ministero apostolico fino a quando non c'è stato un altro "inviato" al Suo fianco, e questo era lo Spirito Santo. Questo è un punto molto importante da tenere presente: un ministero apostolico è svolto sempre da due persone insieme; un uomo che opera da solo e dice che il Signore lo ha inviato, suscita in me seri sospetti, perché mi chiedo dove mai sia l'altro. Un altro tipo di apostolato è stato svolto dai 12 discepoli; essi furono mandati da Gesù nel mondo per testimoniare la Sua resurrezione, e per poterlo fare avevano bisogno di soddisfare l'importante caratteristica di essere stati insieme a Lui prima e dopo la Sua morte. Essi dovevano poter dimostrare sopra ogni dubbio che quello che era morto e quello che era risorto erano la stessa persona. Gesù si scelse 12 apostoli, uno però non era buono, aveva un problema finanziario. Così ne restarono solo undici, ma come si possono inviare undici persone due a due? Si stava delineando un problema, e prima della Pentecoste doveva essere risolto perché quel giorno avrebbe segnato l'inizio del loro ministero, ed osservate bene ciò che il libro degli Atti ci narra verso la fine del primo capitolo: "Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui in Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della Sua resurrezione." Alcune persone mi hanno detto che ciò che fu fatto in quella occasione fu un errore, perché di Mattia non si sente più parlare in tutto il resto del Nuovo Testamento; a me non sembra una critica valida, perché dobbiamo riconoscere che si continua a parlare solo di pochi anche nel gruppo dei dodici. Ci sono poi anche quelli che dicono che avrebbero dovuto aspettare fino a quando si fosse presentato Paolo, perché, secondo loro, lui avrebbe dovuto essere il nuovo dodicesimo. Anche questi si sbagliano! Perché Paolo non conosceva Gesù prima della Sua morte, quindi non poteva essere uno dei dodici, Paolo stesso non si riconosce uno di loro. 

Ora vi domando: quanti apostoli di questo tipo potranno essere ancora in circolazione? Nessuno! Non ce ne possono essere! La chiesa Cattolica Apostolica (si chiama così ma non è quella Romana, penso che la maggior parte di loro sia ancora in Olanda), un movimento carismatico iniziato nel diciannovesimo secolo, crede nella profezia; ma si è lasciata trascinare da una profezia falsa: questa diceva che Dio voleva che dividessero il mondo in dodici zone dove avrebbero poi inviato altrettanti apostoli per portarvi il Vangelo, e che prima che essi fossero morti Gesù sarebbe tornato per instaurare il Suo Regno. Così hanno diviso il mondo in dodici parti, e sono partiti per il loro scopo, ma sono ormai morti tutti e Gesù ancora non è tornato. Il risultato è che la loro grande cattedrale che si trova in Inghilterra è ormai vuota, e tutto quello che rimane di quella chiesa è solo in Olanda. Con questo, volevo dirvi ancora una volta che non dobbiamo cercare di ristabilire o riordinare i dodici apostoli, perché erano unici e tali resteranno per sempre. 

Vediamo ora un tipo di apostolato che è stato anch'esso unico nel suo genere, quello di un uomo che ha detto di essere nato fuori tempo, il tredicesimo: Paolo. Lui ha occupato un posto speciale nell'apostolato, ha avuto una commissione speciale da parte del Signore risorto. Il suo incarico è iniziato dopo che il Signore aveva già inviato gli altri, dopo che Gesù era stato glorificato. Quando gli undici videro Gesù risorto non successe niente ai loro occhi, ma quando Paolo vide Gesù nella Sua gloria ne rimase accecato perché gli apparve più luminoso del sole a mezzogiorno. Questo fu l'avvenimento che lo mise nella condizione di poter scrivere tutto ciò che ha scritto e che oggi è di grande importanza anche per noi. Tutto questo ha fatto sì che egli sia di fatto allo stesso livello dei dodici, pur non facendo parte di loro. Per questo anche il suo apostolato è stato unico, e nemmeno questo si può ripetere; difatti nessuno oggi può scrivere le cose che lui ha scritto, perché egli è l'unico "nato fuori tempo." Paolo fu unico, ma non ha mai agito da solo, ha sempre avuto un altro apostolo al suo fianco, che certamente non apparteneva alla sua categoria, bensì alla quarta, e tra questi troviamo: Barnaba, Sila, Timoteo, Luca. Paolo non ha mai tentato di fare un'opera apostolica da solo, la maggioranza delle sue lettere le ha sempre scritte insieme a qualcun'altro, perché egli conosceva bene il pericolo a cui si va incontro lavorando da soli. Tutti quelli con cui egli ha lavorato erano appartenenti alla quarta categoria, cioè non erano apostoli di rivelazione, ma erano apostoli il cui compito era quello di esportare la chiesa. Paolo appartiene alla terza categoria, ma lo troviamo operante anche nella quarta categoria, ed in un certo senso egli unisce questi due tipi di apostolato. Oggi non ci sono più apostoli di rivelazione, ma ci sono ancora coloro che instaurano chiese, e questo è lo stesso tipo di ministero che troviamo negli scritti del Nuovo Testamento. La quarta categoria aveva questo obbiettivo, ed il loro lavoro consisteva nel fondare e rendere autonome le chiese per poi lasciarle in mano a persone fidate ed andare in un altro posto per continuare la loro opera. Anche l'opera di Paolo consisteva nel cercare sempre nuovi terreni da conquistare per il Re Gesù; egli era sempre alla ricerca di territori in cui ancora non aveva messo piede nessun evangelista, si muoveva dall'Asia alla Grecia fino in Italia, ed aveva anche in progetto di andare in Spagna ed oltre... Diceva che la sua ambizione era quella di non costruire sul fondamento di nessun altro, infatti egli fondava chiese solo con coloro che si erano convertiti per mezzo del suo ministero. Questo per me è un punto molto importante e non mi stancherò mai di sottolinearlo: Paolo non ha mai fondato chiese prendendo credenti da altre congregazioni. Ci sono centinaia di nuove chiese in Inghilterra, io ho predicato in 300 città e paesi negli ultimi anni, ed in ogni città ho trovato anche più di una nuova comunità. Ma molte volte sono rimasto sconcertato perché alcune di esse si sono formate con credenti presi da altre chiese, e questo non è un lavoro apostolico. Perché un vero apostolo vuole costruire con nuovi credenti, non costruisce sul fondamento di qualcun'altro ma si procura le proprie conversioni. Vorrei dimostrarvi che la vostra comunità soffrirà molti meno problemi se sarà composta soltanto da convertiti che voi stessi avrete portato al Signore. Il pastore di una nuova comunità, un giorno, mi chiese aiuto perché la sua comunità andava veramente male; egli aveva quaranta persone da ormai cinque anni, alcuni di loro erano di provenienza pentecostale, altri anglicana, altri battista ed alcuni metodisti. Lui si lamentava dicendo: "Ognuno di essi cerca di tirarmi nello loro direzione, i pentecostali mi accusano di essere troppo spento, i battisti dicono che faccio troppo chiasso, tutti vogliono un metodo personale per lodare il Signore ed io sto diventando matto, puoi aiutarmi in qualche modo?" Gli risposi: "Si posso; lasciali tutti e trova te stesso i tuoi convertiti; vedrai che non avrai più questi grattacapi; perché i nuovi credenti ti seguiranno." Potete rendervi conto di questo quando qualcuno di coloro che passano da una comunità all'altra arrivano alla vostra; in quel caso non vi sarà difficile constatare che non riescono ad essere di aiuto a nessuno. Perciò se vuoi costruire una chiesa fallo con mattoni nuovi, non usare mattoni di seconda mano ed il tuo sarà un vero ministero apostolico. 

Io penso che l'Italia abbia bisogno di apostoli che inizino nuove chiese, ma con credenti nuovi, non prendendo gente da altre chiese o altri contesti. Ci sono moltissime persone che non frequentano nessuna chiesa, ed anche nei posti dove queste sono ben frequentate, dobbiamo considerare che la società in cui viviamo non è piatta, ma ha diversi strati sociali. Le varie chiese che potete trovate in una città, non è detto che rappresentino tutti gli strati sociali che ci sono in quel luogo, ma quasi certamente ce ne saranno alcuni che non hanno chiesa, ed in quel contesto potrete muovervi. 

Tempo fa in Nuova Zelanda notai che c'erano molti giovani per le strade che formavano delle bande, e la chiesa locale non riusciva a far presa su nessuno di loro; per questo mi rivolsi ad un giovane del posto, chiedendogli di unirsi ad un altro apostolo come lui per formare una chiesa adatta ad accogliere questi teppisti. Questo è successo alcuni anni fa, ed ho appena ricevuto la notizia che ora loro hanno due chiese frequentate da circa settanta persone di quel tipo. Nessuna delle altre chiese si sente turbata da questo fatto, perché non hanno rubato alcuna delle loro anime. Voglio però ancora ribadire l'importanza del lavoro in coppia, anche perché è molto brutto quando sentiamo parlare di Mister "X" e della "sua" chiesa. Non è affatto la sua chiesa, ma la chiesa di Dio; non ci dovremmo mai esprimere così. 

Non mi piace nemmeno quando le persone parlano della "nostra chiesa", e sarà davvero rivoluzionario per la nostra mente quando avremo imparato a parlare solo dalla "SUA CHIESA", infatti Gesù ha detto: "Io costruirò la mia chiesa!" Voglio condividere con voi due esperienze che ho avuto a questo riguardo, perché ho imparato tutto ciò in maniera piuttosto dura, in un modo che mi ha fatto male. Sono diventato un giorno un pastore orgoglioso, mi trovavo in una città con 60.000 abitanti, 1000 dei quali frequentavano la nostra comunità. Eravamo la più grande chiesa della città, avevamo 45 gruppi familiari. Se volevi trovare un posto per assistere ai culti dovevi arrivare anche 40 minuti prima che iniziasse; ma il Signore non permise che io continuassi a predicare in quella chiesa; e fu così che per 6 mesi mi dovetti sedere nell'ultima fila, non per predicare, ma per assistere come tutti gli altri. Era molto duro; le cassette con i miei messaggi registrati circolavano in 120 nazioni, ed ogni domenica alle 100 persone circa che venivano fin lì per ascoltarmi veniva detto che ero seduto in ultima fila. Questo fu veramente duro per me, ma il Signore non permetteva ancora che riprendessi il mio posto, ed ero molto depresso. Finalmente però alcune cose meravigliose cominciarono ad accadere: dopo sei mesi alcuni membri della chiesa mi dissero: "David noi ti preferiamo in questo modo, perché così sentiamo che possiamo avere un ministero verso di te; non potevamo averlo prima perché tu eri il pastore, ed eri tu che avevi un ministero verso di noi." Ma sono a volte i pastori che hanno bisogno di un ministero verso di loro; infatti sapete che cosa è successo in quei sei mesi? Il ministro diventò un membro, ed i membri diventarono ministri e così potemmo scoprire sedici nuovi pastori all'interno della nostra stessa comunità. 

C'è stato un periodo in cui mi sono domandato se veramente Dio mi avesse mai dato quel posto; ero veramente in ansia per i miei fedeli. Ma un giorno una persona mi disse di avere un versetto della Bibbia per me, se lo era scritto su un pezzetto di carta e me lo lesse: "Non farti del male, siamo tutti qui." (Atti 16) Ricordate le parole di Paolo al carceriere? Non toglierti la vita, siamo tutti qua! La chiesa era cresciuta anche senza di me, e questo faceva male al mio orgoglio. Quando imparai quella lezione il Signore mi permise di riprendere il mio posto, ma non avrei dovuto più fare tutto da solo. Questo fu per me una grande liberazione, perché imparai che nessuno di noi è indispensabile, la chiesa funziona anche senza me e te. L'altra esperienza risale al 1979; ad un tempo in cui stavo pregando perché il Signore mi rivelasse quello che avrebbe fatto della sua chiesa negli anni '80. Ad un tratto ebbi una visione, era molto chiara ed ero eccitato per tutto ciò che il Signore avrebbe fatto; ma in quel momento mi sorse un dubbio: "Signore prenderò parte anch'io a questi avvenimenti o no? Sarò ancora io a prendermi cura della nostra comunità o dovrà farlo qualcun'altro?" Sul momento non ebbi nessuna risposta. Poco tempo dopo, però, fui invitato ad una conferenza a cui prendevano parte 120 pastori, uno dei quali era anche profeta e disse: "Ho 4 messaggi da parte del Signore per 4 pastori che sono qui, non so chi sono, ma voi vi riconoscerete nel messaggio." Io avevo ancora in mente la domanda a cui il Signore non aveva risposto, ed il fatto è che tre di quelle profezie le ho del tutto dimenticate, ma la quarta posso ripeterla parola per parola, e diceva così: "Figlio mio, tu hai dato tutto quello che potevi nel posto in cui ti ho messo per cui tu non sei più legato a quel posto. Io ti libero ed aprirò il paese davanti a te, ma una cosa ti chiedo: che ti arrenda nelle mie mani, che lasci nelle mie mani tutto quello che dovrà essere fatto in quel posto; perché è la mia chiesa non la tua, ed io voglio che tu mi serva in un altro modo, affinché un giorno tu possa guardarmi in faccia e dire: Signore ce l'abbiamo fatta." Io vi dico che ognuna di quelle parole entrò nel mio cuore e non ne uscirà più; ho poi chiesto al profeta se sapeva per chi erano quelle parole, e mi rispose che in principio non lo sapeva, ma che verso la fine capì che erano per me. Meno male che tutto il convegno fu registrato, così potei far ascoltare la profezia anche agli anziani della chiesa, chiedendo loro che pregassero per sapere se veramente fosse quella la volontà di Dio. Dopo tre mesi mi risposero che la profezia era sicuramente da parte di Dio e che mi avrebbero lasciato al mio nuovo incarico; da quel momento ho vissuto con una valigia e per questo oggi sono qua; perché il Signore mi ha detto: "E' la mia chiesa, non la tua." Tutto questo per poter comprendere quanto possiamo diventare gelosi del nostro lavoro. Dio può stabilire il Suo Regno anche senza di noi, perché è il Suo Regno, ed è la Sua chiesa, e può prendersi cura di ogni cosa. E' solo un privilegio se ci permette di esserne coinvolti. 

Abbiamo parlato di apostoli ma non ancora del quinto tipo di apostolato, del quale troviamo un esempio nella lettera "Ai Filippesi" in un uomo chiamato Epafrodito. Paolo ringrazia i Filippesi per il dono che gli è stato mandato, ed in quel contesto lui si trovava a Roma, agli "arresti domiciliari"; in quelle occasioni i prigionieri erano costantemente legati ad un soldato; ed io provo pietà per quei soldati romani. Deve essere stato tremendo per loro trovarsi sei ore al giorno legati all'apostolo Paolo. Non avevano scampo, dovevano per forza ascoltarlo, e per questo molti di loro sono diventati credenti. Paolo doveva provvedere alle sue necessità e la chiesa di Filippi, per aiutarlo, mandò uno dei suoi membri, Epafrodito, con l'unico compito di prendersi cura di lui nella sua casa. Paolo ringraziò la chiesa dicendo: "Grazie per l'apostolo che mi avete mandato." Epafrodito era stato inviato con un compito piuttosto umile; ma anche lui viene chiamato apostolo perché apostolo è chiunque è stato mandato a svolgere un particolare compito in qualsiasi posto; e la chiesa ha bisogno di molte di queste persone. Ad esempio, noi avevamo un uomo che si prendeva cura dell'edificio per i nostri culti, era un falegname abilissimo che riusciva a fare cose straordinarie anche con pochissimo materiale. Gli chiedemmo di andare a Nazaret per prendere parte alla costruzione di un nuovo ospedale per la comunità del luogo; egli lo fece molto volentieri e fu l'avventura più grande della sua vita, infatti continua ancor oggi a raccontare del suo lavoro con molto entusiasmo. In quella occasione anche lui era un apostolo, ed un apostolo di questo tipo può essere inviato anche da solo, così come fu fatto per Epafrodito. In questo caso egli potrebbe portare con sé anche la moglie, come avveniva nei tempi del Nuovo Testamento, dove troviamo spesso dei veri e propri "gruppi apostolici" composti da donne e uomini al lavoro, per iniziare una nuova chiesa. Paolo ha menzionato diverse donne che lavoravano con lui, ma al centro del gruppo c'erano sempre due uomini su cui ricadeva tutta la responsabilità. 

Una volta incontrai una donna missionaria che lavorava da sola in una tribù della foresta Amazzonica, viveva nella casa dello stregone perché quello era l'unico posto dove aveva potuto trovare un letto. Io, anche se ammiravo il suo coraggio, ero ugualmente molto preoccupato, perché sia fisicamente che emotivamente ella era ridotta ormai a pezzi. Fu così che decisi di andare all'ufficio della missione che l'aveva inviata per chiedere come avessero potuto fare una cosa del genere. Ai tempi del Nuovo Testamento non avrebbero mai mandato in missione una donna senza alcun uomo che potesse prendersi cura di lei. Io penso che dobbiamo imparare il nostro lavoro dall'opera missionaria narrata nella Bibbia, e possibilmente lavorare in gruppo; ma sempre dove vi siano almeno due uomini che prendono su di sé la responsabilità di tutto l'operato. Credo veramente che faremmo molto di più se anziché disperdere le persone in vari luoghi, iniziassimo già con la potenzialità del corpo di Cristo e dei Suoi ministeri già consolidati. Molto importante in questo caso sarebbe certamente un ministero profetico per avere la direzione direttamente da Dio in ogni situazione. 

FINANZIAMENTI 

Adesso vorrei parlare un pò di soldi, anche perché questo fu un argomento molto discusso anche da Gesù stesso, e vorrei porvi una domanda: Secondo voi i ministeri itineranti narrati nel Nuovo Testamento, come erano finanziati? A questo riguardo ho fatto una scoperta direttamente sulla Bibbia: coloro che partivano non ricevevano nessuna sovvenzione dalle chiese che li inviavano, e nemmeno mendicavano per vivere. Ad esempio: Paolo e Barnaba furono inviati ad Antiochia ma non ricevettero soldi per questo. L'unica chiesa che una volta dette soldi a Paolo fu la chiesa di Filippi, ma lui fu molto imbarazzato nel riceverli perché non voleva assolutamente essere di peso a nessuno. I missionari, in quei tempi, venivano sostenuti in due modi: innanzitutto coloro che partivano per una missione dovevano essere in grado di lavorare per provvedere a se stessi, e per questo dovevano conoscere un mestiere. Paolo, per esempio, era un tessitore di tende, ed alternava, nel corso della giornata, il lavoro all'insegnamento del Regno di Dio. L'altro modo per avere di che vivere, secondo l'insegnamento biblico per cui il lavoratore è degno della sua mercede, è che coloro che lavorano per il Vangelo vivano anche di esso; cioè coloro che insegnano cose spirituali dovrebbero ricevere cose materiali da coloro che usufruiscono del loro servizio. Leggete la Prima Lettera Ai Corinzi, capitolo 9, e la lettera ai Galati capitolo 6. 

Quando Gesù mandò i Suoi discepoli in coppia per annunciare il Regno, disse loro che avrebbero potuto accettare tutto quello che offrivano loro, perché un operaio è degno del suo salario. In altre parole ricevevano soldi da chi credeva nella loro parola, ed insegnavano che dare per l'opera di Dio faceva parte dell'essere discepoli. 

C'è molta confusione su tutto ciò che riguarda il lato finanziario di chi lavora per il Vangelo, ma questi due sono i soli modi ammessi dal Nuovo Testamento per avere di che vivere. Certe volte alla fine dei miei incontri il responsabile invita i presenti dicendo: "Ora noi faremo un'offerta d'amore a David." Io oso correggere questi inviti per dire che non dovrebbe essere un'offerta d'amore, bensì la mia paga! Qualche volta ovviamente c'è chi si spaventa, ma non dico così pensando a me stesso, ma a quanti fratelli sono impegnati nel mio stesso ministero e si trovano in condizioni finanziarie peggiori della mia; per questo ho a cuore che imparino a dare. Voglio essere sincero con voi: io non ho né credenti né chiese che mi diano un contributo finanziario; l'unico salario che accetto viene da coloro che hanno avuto un beneficio dal mio ministero, perché sento di meritare questo. Ma tutto ciò non mi permetterebbe di vivere, così a fianco del ministero svolgo un lavoro di architetto: disegno edifici ecclesiastici. I miei non assomigliano molto alle tradizionali chiese, ma sono ugualmente case per il corpo di Cristo, e sono disegnate in modo da aiutare i credenti ad essere uniti. In questo momento sono quattro le chiese che ho disegnato, e così non ho bisogno di mendicare da nessuno. Io penso che si debba ritornare al sistema finanziario del Nuovo Testamento; dobbiamo smettere di accettare soldi da coloro che non hanno ricevuto nessun beneficio dal nostro lavoro, ed insegnare a dare a coloro che invece ne hanno un utile. Mi trovai una volta a Ginevra, che forse è la città più ricca del mondo, là si trovava un pastore americano che era interamente sovvenzionato da credenti della sua nazione. Questa era per me una situazione paradossale, ed il Signore mi dette una parola molto dura per quella chiesa: "perché non pagate voi stessi il vostro pastore, non potete accettare soldi dagli altri per un servizio che ricevete voi. Quei soldi potrebbero essere usati per i poveri." Non mi hanno più invitato. Quella fu una delle mie doppie visite: la prima e l'ultima tutto insieme. Ci sono troppe chiacchiere sul vivere per fede che poi vengono sempre tradotte nel vivere mendicando; vivere per fede ha un significato diverso, noi cristiani per primi dobbiamo dare l'esempio che bisogna lavorare per vivere. Se poi il lavoro coincida, o meno, con il nostro ministero poco importa; se faremo un buon lavoro avremo un buon salario, ma se il nostro ministero non vale niente le persone non dovrebbero sostenerci; e credo che tutto ciò sia in armonia con la Bibbia. Ma spesso non è questo il modo in cui gli operai del Regno ricevono le loro finanze; comunque io penso, molto praticamente, che se il nostro ministero viene onorato da Dio e se abbiamo insegnato alle persone a dare, ben presto un ministero dovrebbe essere autosufficiente. 

Molti pastori non osano chiedere alla chiesa di sostenerli, ma credo che si possa insegnare anche ad usare i propri soldi così come si insegna ad usare il tempo libero, il matrimonio o il lavoro. Ci sono alcune persone che mi chiedono se vivo per fede; a queste io rispondo di aver vissuto per fede, o almeno tentato, fin dal momento della mia conversione, ma quando precisano che si riferiscono al salario per il lavoro di pastore che svolgevo, e che per il ministero che attualmente svolgo non mi viene corrisposto, io sostengo di vivere ancora per fede, ma non per questo non lavoro. Noi non dobbiamo dividere i cristiani in due categorie: quelli che lavorano e guadagnano, e quelli che vivono per fede, perché sarebbe un errore. 

Ogni credente dovrebbe vivere per fede e guadagnarsi la giornata indipendentemente dal fatto che sia pastore o tassista. Paolo dice: "La vita che ho vissuta l'ho vissuta per fede nel Figlio di Dio che ha dato la Sua vita per me, e se ho bisogno di qualcosa o di soldi, faccio le tende." Non ha detto "mi metto a pregare", ma "faccio le tende." Io ho una piccola regola che seguo scrupolosamente: non voglio ricevere nemmeno una lira per il mio ministero finché tutte le spese della chiesa non siano pagate; ed il Signore onorerà questa mia decisione, perché non voglio che si dica che ho lasciato dei debiti. 

Gesù dà dei ministeri alla Sua chiesa, e questi sono svolti da: apostoli, profeti evangelisti, pastori e dottori; Egli dà tutto ciò per poter lavorare insieme alla chiesa, per poter equipaggiare e preparare i santi al lavoro del ministero. Quindi Gesù dà gli apostoli per aiutare la chiesa ad essere apostolica, dà i profeti per aiutare la chiesa ad essere profetica, dà evangelisti per aiutare la chiesa ad essere evangelistica, dà pastori perché tutta la chiesa impari a prendersi cura l'uno dell'altro e dà gli insegnanti affinché tutta la chiesa possa, a sua volta, insegnare. Non dobbiamo mantenere il ministero rinchiuso in noi stessi, ma dobbiamo farlo funzionare per il bene di tutta la chiesa. Ancora una volta posso dire che sto imparando a farlo. Due mesi fa il Signore mi ha detto: "Incomincia ad insegnare agli altri, affinché anch'essi possano a loro volta insegnare; moltiplica il tuo ministero e fà che il tuo dono possa essere a disposizione di molti." Io ho accettato tutto ciò, e due settimane fa abbiamo impegnato un intero sabato per insegnare alle persone ad essere buoni insegnanti. In principio non sapevo se vi sarebbe stata partecipazione, ma poi 140 persone sono intervenute ed è stata una gioia insegnare loro ad insegnare. Quindi se Dio ti da un ministero, questo non è per te, ma è perché tu lo condivida con gli altri. Sapete come la maggioranza delle persone scoprono il ministero che il Signore gli ha dato? Voglio farvi un esempio musicale: se suonate una nota, questa nota farà vibrare alcuni oggetti attorno a voi; una buona soprano italiana può addirittura far scoppiare le lampadine quando emette una nota alta. Ed è così che anche voi potete scoprire il vostro ministero, perché anche voi risuonerete alla presenza di qualcuno che sta usando ciò che avete anche voi. 

Un giorno venne da noi Billy Graham per evangelizzare e molti giovani furono scossi dalle sue parole, perché nacque dentro di loro il desiderio di fare altrettanto. E' in questa maniera che il ministero si moltiplica; solo non lasciate che poi vi renda presuntuosi, condividetelo, istruite gli altri e incoraggiateli. Spesso ministri molto dotati sbagliano proprio su questo punto. Se per esempio hanno il dono della predicazione si trincerano dietro il pulpito e non lo condividono con nessuno, perché dicono che quello è il loro dono, il loro ministero; ma il principale ministero che tutti abbiamo è anche condividere ciò che ci è dato. 

In Australia un giovane venne verso di me e mi chiese se poteva seguirmi. Gli chiesi allora cosa stesse facendo e mi disse che studiava all'Università ed era a metà corso. Gli risposi che prima avrebbe dovuto finire i suoi studi, ma che certamente se, dopo avermi sentito parlare, qualcosa dentro di lui era accaduto, significava che aveva il mio stesso ministero, ed un giorno avrebbe attraversato l'Australia annunziando Gesù. Questo accadde otto anni fa, ed ora sta facendo proprio questo. Perciò cerca le persone che hanno lo stesso tuo dono e condividilo con loro, cioè stimola, incoraggia e moltiplica il tuo dono. 

SPROPORZIONE 

Vorrei ora affrontare un argomento particolare venuto a galla in questi giorni parlando con voi, e cioè quello della sproporzione fra uomini e donne all'interno delle nostre chiese, sproporzione che è tutta a favore delle donne. Le donne sono più avanti degli uomini, spiritualmente parlando, e questo, se è buono per le donne, non lo è certamente per gli uomini, e sicuramente non è la volontà di Dio; per quanto possibile vorrei aiutarvi in questo problema. E' certo che le persone che più facilmente vengono portate alla fede sono i bambini e dopo di essi vengono le donne. Le persone, invece, che più difficilmente arrivano alla fede sono gli uomini. Perciò la chiesa ha preso la strada più facile: incoraggia i bambini e le donne, ma non si avvicina abbastanza agli uomini. 

In altre parole non vogliamo affrontare grosse difficoltà e prendiamo ciò che ci è più comodo. Dovremmo invece cercare di capire come mai avviene tutto ciò, per imparare a guadagnare anche gli uomini. Personalmente penso che tutto questo avvenga perché in un certo senso è naturale per una donna voler conoscere Gesù; infatti nel profondo di sé stessa ogni donna cerca un uomo che si prenda cura di lei, la protegga e l'aiuti nelle decisioni importanti. Ogni donna sposata ha fatto tale ricerca, ed una volta che ha trovato un uomo che meritava la sua fiducia, se ne è innamorata. Ma ben presto, purtroppo, si rende conto che colui che ha incontrato non è perfetto. In tale condizione, ovviamente, se sente parlare di Gesù, capisce subito che è quello l'uomo che cercava, che Lui è un marito certamente migliore di quello che ha già. Per questo decide di essere sposa di Cristo, perché solo Lui viene incontro a suoi desideri più profondi, in quanto solo Lui è perfetto. 

Ma noi uomini non siamo così; noi siamo indipendenti, non ci piace essere aiutati, non vogliamo che qualcuno pensi a noi, perché vogliamo risolvere da soli i nostri problemi anche se questo dovesse costarci la vita. Un uomo in età compresa tra 25 e 45 anni si sente nel pieno della sua forza fisica e mentale, ed è molto difficile che voglia affidare la sua vita a qualcun'altro, a meno che non gli accada qualcosa di tragico che gli faccia cambiare idea. Solo in quel caso sarà disposto a farsi aiutare, perciò è difficile che siano portati a Cristo, e noi dobbiamo comprendere questa loro difficoltà. Ma c'è qualcos'altro ancora che complica le cose, infatti quando un uomo diventa credente, in un certo senso prende il posto di una donna nella sua relazione con Gesù, perché anche lui diventa sposa di Cristo, e questo psicologicamente è un aggiustamento molto grave per un uomo. Ma ancora non basta, perché dopo che ci si è arrangiati per diventare sposa di Cristo, dobbiamo ricordarci di continuare ad essere veri uomini, perché purtroppo molti dopo la conversione diventano effeminati; penso che anche voi lo abbiate visto accadere. La chiesa ha bisogno di uomini maschi forti, che allo stesso tempo siano sottomessi a Cristo; voi sorelle cercate di comprendere gli uomini, perché il loro è un ruolo più difficile del vostro. Quando Dio contò i figli di Israele, non considerò le donne ed i bambini. Leggete il libro dei Numeri, Lui contava solo gli uomini sopra i 20 anni di età, quelli cioè che erano in grado di combattere, perché questa era la forza su cui quel popolo poteva contare. 

In Inghilterra spesso mi viene chiesto di visitare alcune comunità e di parlare con i loro conduttori, in questi casi la prima cosa che faccio è quella di contare di quanti uomini è composta. Nelle ultime due comunità che ho visitato c'era un rapporto di 5 donne per ogni uomo, per cui mi sono chiesto come mai ci siano sempre meno uomini e le donne siano anche spiritualmente le più forti, per cui la forza del popolo di Dio non è più nei suoi uomini. Ebbene sono arrivato ad alcune conclusioni diverse: credo che uno dei motivi sia che queste due ultime guerre mondiali hanno tolto all'umanità molti padri; in Germania, per esempio, ai nostri giorni c'è una generazione che non ha mai provato la gioia di avere un padre. Non hanno mai avuto un modello di uomo quando erano ragazzi, perciò oggi non sanno a loro volta ad essere padri. Per questo motivo noi cerchiamo di tenere molte conferenze per uomini; alcune di queste sono rivolte a padri e figli, per insegnare agli uomini ad essere padri, cosicché anche i loro figli, a loro volta, possano diventare buoni padri. Ma sono giunto anche ad un'altra conclusione, e cioè che troppi pastori di oggi non sono più uomini forti, perché sono oramai talmente abituati a predicare a donne e bambini che non sanno più parlare agli uomini. 

Quattro anni fa sono pervenuto anche alla conclusione che è impossibile discepolare gli uomini in presenza delle loro mogli e dei loro figli. Gli uomini non parlano spontaneamente delle loro debolezze e delle tentazioni davanti alle loro donne, perciò non possiamo essere loro di aiuto in riunioni miste. Quindi se tutte le riunioni nella vostra comunità sono per entrambi i sessi, sarà inevitabile che gli uomini calino rispetto alle donne, perché non hanno l'opportunità di essere discepolati. 

Quando Gesù incominciò a costruire la Sua chiesa lo fece iniziando a discepolare 12 uomini, e se Lui fece così, il suggerimento che ne possiamo ricavare è che ogni chiesa ha bisogno di un programma di discepolato di questo tipo. C'è bisogno di un incontro per soli uomini almeno una volta al mese; meglio se ogni 2 settimane, ma come minimo dovrebbe essere mensile, e dovrebbe durare almeno 2 ore. In queste riunioni ci sono tre cose che devono essere fatte insieme: la prima è l'adorazione, perché gli uomini sembrano molto più liberi di farlo quando sono tra loro; ed un gruppo di uomini che canta lodi è di grande ispirazione. Ovviamente ci sarà bisogno di cori adatti a dei maschi, poiché molti di quelli che adesso abbiamo sono per il canto misto. Per meglio fare ciò vi suggerisco di procurarvi strumenti musicali maschili, non chitarre, ma ottoni. Sabato scorso, ad esempio, abbiamo avuto una riunione con 1200 persone, nella quale gli strumenti erano solo trombe e tromboni. Vi assicuro che non avete mai ascoltato nulla di questo genere, ci potevano sentire dall'altra parte della città. Gli uomini hanno bisogno di questo tipo di adorazione. In secondo luogo c'è bisogno di insegnamenti particolari, che tocchino argomenti che di solito non vengono trattati in gruppi misti, ed uno di questi dovrebbe essere sul lavoro, perché questa è la cosa principale nella vita di un uomo. Poi dovrebbe essergli mostrato che il suo è un servizio a tempo pieno nell'attività cristiana, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. 


Un altro argomento molto importante potrebbe essere l'economia, il sesso, e molte altre cose ancora. Perciò si tratta di un programma di discepolato ed insegnamento, ma lo scopo più importante di tutto ciò dovrà essere quello di condividere la vita dell'uno con l'altro, affinché possiamo diventare una vera confraternita; una comunità molto più forte di quella dei massoni. Dovremmo essere fratelli che liberamente possano confessare i loro peccati e possano pregare gli uni per gli altri ed aiutarsi, anziché parlare gli uni degli altri. Se inizierete questo tipo di programma, l'intera chiesa ne sarà rafforzata e presto vi accorgerete di avere molti conduttori. Ai pastori che si lamentano di non avere abbastanza persone da poter usare come conduttori dico: "Discepola i tuoi uomini e ti accorgerai che ne hai fin troppi." E' ciò che è accaduto nelle chiese che hanno attuato questo programma. E non è finita qui, accadrà anche un'altra cosa: le donne saranno entusiaste di questo cambiamento, perché esse bramano vedere uomini forti, che prendono le loro responsabilità in casa, nella chiesa e nel mondo. Per loro è importante perché non vogliono mettersi al posto degli uomini, ma vogliono che conduzione e disciplina, nelle famiglie come nella chiesa, siano a carico degli uomini, e quando ciò accade le donne si sentono più sicure e libere. Forse non ci crederete, ma le donne hanno molte più opportunità degli uomini di crescere spiritualmente, specialmente se sono casalinghe, perché possono riunirsi in piccoli gruppi e stare insieme. Nel mio paese ci sono 28 conferenze per donne credenti contro una sola per uomini; adesso stiamo cercando di porre rimedio a tutto ciò incrementando le riunioni per soli uomini, per questo ogni quindici giorni ho una conferenza per soli uomini, e nella prossima avremo 100 uomini per 3 giorni. 

Ho tenuto una conferenza per 400 uomini in Germania, l'ultima mattina cercammo di condividere l'uno con l'altro quello che Dio aveva fatto in quei 4 giorni, quando un uomo si alzò e disse: "Ho appena telefonato a mia moglie, ed è rimasta molto sorpresa, in quanto ha notato cose diverse in me; mi ha detto che la mia voce è cambiata, che le stavo parlando in una maniera completamente diversa, c'è un nuovo suono nella mia voce e le piace molto di più." Era accaduta una cosa molto semplice: Dio aveva fatto quell'uomo molto più uomo, ed ora poteva parlare diversamente a sua moglie. Quindi vi prego di considerare la possibilità di avere un corso di discepolato per uomini nella vostra comunità, così che anche i vostri incontri misti ne saranno molto arricchiti, e la chiesa ne sarà rafforzata. 

Credo che gli uomini debbano portare avanti la conduzione della chiesa, e Dio ha bisogno di uomini forti, ma se non avete un programma per produrre questi uomini, da dove pensate che arriveranno? Pensate che cadranno dal cielo? I discepoli debbono essere formati, per questo gli uomini hanno bisogno di essere discepolati. Conoscete il significato della parola discepolo? Non è proprio l'equivalente di studente, ma è molto più vicina al significato di apprendista, quanti di voi sono stati apprendisti? Come siete diventati apprendisti? Vi è stato dato un libro da leggere o un questionario da riempire? Io, per Esempio, sono stato apprendista da un contadino dove accudivo alle mucche; allora dovevo alzarmi alle 4 per mungerne 90. Poi andai a fare l'apprendista da un pastore, che mi insegnò come prendermi cura delle pecore, egli mi stava vicino insegnandomi il mestiere, ed invitandomi ad operare da solo, sotto la sua sorveglianza, finché non sono stato in grado di fare senza di lui. Questo significa essere apprendisti; qualcuno che è in grado di fare una cosa ti mostra come fare, poi ti incoraggia a farlo da solo mentre ti osserva, tutto ciò fino a quando sarai completamente autonomo. E' stato così che voi avete imparato ad essere discepoli? Eppure fu questo il modo in cui Gesù insegnò ai Suoi uomini; guardate me e poi fatelo anche voi. Praticamente egli diceva loro: "Mi avete visto guarire i malati, adesso andate e guarite anche voi, mi avete visto cacciare i demoni; adesso andate e fate lo stesso." Questo è discepolare. Di solito noi facciamo le cose più sbagliate nei confronti dei nuovi credenti; li mettiamo in gruppo insieme ad altri credenti come loro, e creiamo una scuola speciale per queste nuove persone; poi il pastore gli parla e dà loro uno studio. Ma questo non è discepolato, non è fare l'apprendista. Quello che dobbiamo fare, invece, è prendere un nuovo credente e farlo diventare l'apprendista di un vecchio credente, mi raccomando che sia dello stesso sesso, per non permettere al diavolo di entrare nella chiesa e perché gli uomini discepolino uomini, e le donne altre donne. 

Questo modo di fare è quello che veniva usato anche nel Nuovo Testamento, Paolo stesso dice: "Le donne anziane insegnino alle giovani donne." Paolo non voleva che le donne insegnassero la Bibbia agli uomini, ma voleva che insegnassero ad altre donne come amare i loro mariti, perché è questo il tipo di insegnamento di cui hanno bisogno. 

Sono divenuto credente all'età di 17 anni; mio padre non era pastore, ma professore universitario ed evangelista, lui portava le persone alla fede in Cristo e conservava i loro nomi in una agenda, così poteva pregare per loro. Quando mio padre è morto c'erano 12000 nomi in quel libro, ed era un lavoro che svolgeva soltanto nel suo tempo libero; ogni martedì sera, per 40 anni egli ha discepolato 12 uomini passando con loro 2 ore. Ebbene da quei gruppi sono nati un centinaio di pastori. 

Dopo la mia conversione frequentai anch'io quei gruppi, ed anche se ero almeno dieci anni più giovane degli altri, mi accettarono ugualmente come fratello condividendo con me tutta la loro vita, i loro problemi, il loro matrimonio; fu così che mi discepolarono. Uno di questi uomini era uno scommettitore di professione che si era convertito, un giorno mi chiese di prendere il tè insieme a lui, sapevo che quella sera stessa avrebbe predicato, così dopo pranzo, andando verso la chiesa, gli domandai su cosa lo avesse fatto. Mi rispose che non avrebbe predicato lui, bensì sarei stato proprio io a farlo. Così del tutto inaspettatamente mi ritrovai dietro il pulpito, dal quale diedi la mia testimonianza, citai ogni versetto che mi ricordavo e tutto ciò che mi passava per la mente riguardo a Dio e a Gesù; ed in soli 7 minuti avevo dato fondo a tutte le mie risorse. In quel momento pensai che ormai non sarei stato mai più in grado di predicare, perché quello che sapevo lo avevo già detto tutto. Invece, con mia gran sorpresa, quell'uomo mi disse che il mio era stato davvero un buon inizio; ma soltanto un inizio. Poi, un giorno, mi portò giù nelle miniere di carbone per predicare ai minatori, e quando finimmo, verso le 22, entrammo in un bar, ed anche lì dovetti prendere la parola. Egli mi fece fare questo lavoro di apprendista, lui ormai è col Signore, ed io mi chiedo se oggi sarei quel che sono se lui non mi avesse discepolato come ha fatto. Perciò non mettete i nuovi credenti insieme ad altri nuovi credenti; ma accoppiate credenti nuovi con credenti anziani, e giovani donne con donne anziane. Chiedete alle persone più anziane di vivere insieme ai meno anziani; non semplicemente di frequentare le stesse riunioni, ma vivere concretamente con loro, perché mostrino, per esempio, come un credente si comporta durante una partita di pallone, o cose simili, le più semplici, le cose di tutti i giorni. 

Un mio amico australiano fa per mestiere l'onesto venditore di auto usate.......avete mai sentito una cosa del genere? Eppure lui lo è davvero; 12 anni fa si convertì ascoltando delle registrazioni di alcune predicazioni. Egli durante una mia visita in Australia, mi ha portato, con una grossa auto, nei posti dove dovevo predicare, senza mai superare neanche una volta i limiti di velocità; che in quella nazione sono di 50 Km/h in città ed 80 Km/h fuori. Durante i percorsi in città quella macchina non ha mai superato i 49 Km/h, per cui non poteva neppure innestare la marcia più veloce, e fuori città non ha mai superato i 79 Km orari, nemmeno una volta negli oltre 10.000 Km che abbiamo percorso insieme. Eppure io sapevo cosa lui fosse stato nel passato: era un bevitore, un bestemmiatore ed un istruttore di piloti da corsa. Alla fine non potei fare a meno di dirgli: "Non posso non notare la velocità che mantieni quando viaggiamo; anche se ci sono 500 Km di distanza dal più vicino distretto di polizia tu continui ad andare a 79 Km/h, come mai?" Lui mi guardò e disse: "Ma non è anche questa santità? E poi, come potrei aspettarmi che gli angeli mi proteggano, se vengo meno alle leggi che sono state fatte per la mia sicurezza?" Io pensai subito che quest'uomo poteva discepolare dei giovani, avrei potuto mandare alcuni nuovi convertiti in auto con lui, per fargli vedere come praticamente un cristiano si comporta in strada. Questo è discepolare! Infatti si tratta in primo luogo di mostrare ai nuovi come i cristiani si comportano nelle cose della vita, ad esempio: come amano le loro mogli, come fanno il loro lavoro, come guidano le auto, come lavano i piatti, eccetera; questo è il modo di discepolare di cui abbiamo bisogno. Perciò vi incoraggio a praticare tutto ciò. 


LE GUIDE 

Ora vorrei dire ancora qualcosa sulla conduzione. Sappiamo tutti che la chiesa ha bisogno di una conduzione; ma in quale modo dovrebbe essere svolta? Ebbene: primo; la chiesa ha bisogno di una conduzione locale, non deve essere guidata da qualcuno che abita lontano, ma da chi abita vicino ai componenti di quella comunità. Alcune chiese sono organizzate da persone che risiedono lontane, e questo è un errore perché la chiesa ha bisogno di conduzione locale. Secondo: la chiesa ha bisogno di una conduzione plurale, non solo un conduttore, ma un gruppo di conduttori, perché una sola persona non può disciplinare la chiesa correttamente, poiché sarà sempre accusato di favoritismo o di pregiudizio. Quando c'è un caso da disciplinare nella chiesa, c'è sempre bisogno di un gruppo di conduttori che operino insieme; in modo che non ci sia una sola persona ad avere la responsabilità delle decisioni. 

Io credo che la conduzione appartenga agli uomini; la parola anziano, nella scrittura, è di genere maschile, per questo occorre disciplinare gli uomini e farsi carico di questa responsabilità. Poi credo che la conduzione debba essere riconosciuta, e non imposta; intendo dire che le persone possano poter dire quello che pensano sulla scelta delle loro guide; perché le pecore seguiranno solo il pastore che è da loro riconosciuto. Troppi pastori ed anziani si sono designati da soli senza curarsi del pensiero delle pecore. Adesso voglio dirvi come facciamo noi. Quando ci troviamo nel bisogno di anziani, diamo uno sguardo agli uomini della chiesa, per vedere se c'è chi sta già funzionando come tale, cioè chi già si sta preoccupando o si prende cura degli altri e sia anche in grado di riprendere qualcuno; questa è una caratteristica molto importante, perché un uomo che ha paura del confronto non sarà mai un buon conduttore, in quanto deve anche essere in grado di riprendere. Quando si pensa di aver trovato gli uomini adatti, allora si riunisce tutta la chiesa e lo si comunica ai fedeli, facendo notare che la decisione definitiva avverrà dopo tre mesi. Dopo un mese ci incontriamo di nuovo per parlare di questi uomini in loro assenza, ed insieme decidere se riconoscerli, o meno come pastori. In seguito andiamo a parlare anche con le persone che lavorano con loro, perché nel capitolo 3 della prima epistola a Timoteo è scritto che devono godere di buona testimonianza anche da parte dei non credenti. La nostra più grande soddisfazione l'abbiamo quando alcune delle migliori raccomandazioni le riceviamo proprio da essi. A ciò segue ancora un mese di preghiera, affinché chiunque abbia qualcosa di brutto da dire su loro abbia modo di farlo privatamente. Poi l'ultimo mese ci incontriamo di nuovo, ma non è mai stata una elezione, non è mai stata una competizione, non ci sono mai stati due nomi per un solo posto a disposizione. In quella occasione chiediamo a tutti: "Riconoscete questi uomini come dono di Dio per voi? Pastori che voi seguirete?" E' bellissimo vedere la risposta dei fedeli, essi si auto dedicano sempre a questi conduttori per seguirli, quindi non potranno poi scusarsi dicendo che non li hanno voluti, pertanto questo significa che hanno grande fiducia in loro. Ho visto molti problemi e molti guai nei posti dove gli anziani si auto nominano, vengono inviati da un'altra località o vengono imposti. Mosè quando ebbe bisogno di anziani si rivolse così al popolo di Israele: "Cercateli! Trovate uomini saggi in mezzo a voi!" Nel libro degli Atti al cap. 6 si racconta che la chiesa di quel tempo si trovò di fronte alla necessità di avere altri uomini nel servizio; anche in quel caso non furono scelti dagli apostoli, ma da tutti i fedeli, infatti gli apostoli stessi dissero alla chiesa: "Trovateli voi sette uomini ripieni di Spirito Santo e con una buona testimonianza!" Come si può notare la chiesa fu coinvolta nell'aver fiducia nei conduttori, e questo è ciò che io chiamo governo aperto. Anche quando si tratta di disciplina dovrebbe venir coinvolta tutta la chiesa, come accadde, ad esempio, a Corinto per quell'uomo che aveva rapporti sessuali con la matrigna, e che faceva parlare di sé anche fuori dalla chiesa. In questo caso Paolo scrisse alla comunità in questione che avrebbero dovuto disciplinare quell'uomo, scomunicarlo, metterlo fuori dalla chiesa, tutti quanti avrebbero dovuto farlo, e non solo gli anziani, perché se gli anziani disciplinano una persona, ed i fedeli non sono d'accordo su quanto viene fatto, state certi che in quel luogo si attraverserà un periodo di grande crisi. Perciò, per il bene della comunità, bisogna che ogni sanzione disciplinare debba sempre essere condivisa da tutti quanti assieme, pastori, anziani e fedeli. Dalla seconda epistola Ai Corinzi comprendiamo che solo con la maggioranza si può escludere dalla comunione fraterna una persona; e per quanto riguarda l'uomo di cui si parla, egli arrivò a ravvedersi, ed allora anche se la maggioranza lo aveva estromesso, adesso tutti quanti insieme avrebbero dovuto rendergli di nuovo il benvenuto in chiesa. 

Se voi metterete in pratica questo tipo di governo, dovrete avere anche degli incontri riservati ai membri della chiesa soltanto. Parlando con voi riscontro che in alcune chiese non vengono mai separati fedeli effettivi e visitatori occasionali; che tutte le riunioni che vi si tengono sono riunioni pubbliche. Una piccola chiesa che cerca di crescere, sarà certo tentata di far intervenire quante più persone sia possibile ad ogni riunione; ma una chiesa che vuol crescere sana ha bisogno di due tipi di riunioni: le riunioni pubbliche, a cui possono partecipare tutti coloro che sono invitati; e riunioni private, per coloro che sono membri consacrati, dedicati; membri che hanno deciso di seguire gli anziani, di sostenerli e di condividere con loro le responsabilità. Membri verso i quali anche gli anziani sono dedicati come pastori. In questo caso si può far uso della disciplina neotestametaria del governo aperto. 

Se avete a disposizione solo riunioni pubbliche in cui c'è miscuglio di persone credenti e non credenti, non potete mettere in pratica le attività della chiesa neo testamentaria. Perciò prendete in seria considerazione la possibilità di poter avere due tipi di riunioni. Noi abbiamo la riunione per soli membri una volta al mese, ad essa nessun visitatore è ammesso. Con ciò i visitatori si rendono anche ben conto di non essere membri riconosciuti della chiesa, e se in essa c'è una dedicazione chiara e completa fra fedeli ed anziani, allora potremo comportarci come una vera comunità del N.T.; potremo disciplinarci a vicenda, amarci e cercare insieme la guida dello Spirito Santo. Queste riunioni venivano chiamate "riunioni di affari della chiesa" ma in realtà erano gli interessi del Re che noi curavamo. Ormai sono 10 anni che non sono più pastore e mia moglie, ovviamente, è da 10 anni che non è più moglie di un pastore. Questa nuova situazione è stata molto più difficile per lei che per me, anche se lei era una semplice sorella come molte altre. Infatti un pò di tempo fa chiedendole cosa le mancasse di più, mi ha risposto che viaggiando continuamente ormai non si sentiva più al centro della vita della chiesa, e la cosa che più le mancava era appunto la riunione mensile in cui si trattavano gli affari della chiesa. Questa era qualcosa di veramente stimolante nella quale tutti i membri erano desiderosi di sentire ciò che lo Spirito aveva da rivelare ad una famiglia di fratelli e sorelle in Cristo che si riuniscono insieme, ed è la cosa che più manca anche a me; le riunioni di famiglia della chiesa. Quando impariamo ad amarci, a riprenderci a disciplinarci, piangiamo e ci rallegriamo insieme, facciamo qualcosa di indispensabile alla vita della chiesa, pertanto quello che vorrei darvi è l'incoraggiamento e l'aiuto per quanto voi farete per soli uomini e per soli membri affinché quando vi rivedrò, se il Signore vorrà, possiamo condividere la gioia di un risveglio. 


IL NUOVO MONDO 

Affronteremo ora la parte più entusiasmante del Regno: il futuro! Ma prima di affrontare tutto ciò, vorrei dedicare un pò di tempo ad un'altra cosa. Poco tempo fa, mentre stavo leggendo la storia dei Valdesi, e del gruppo fedele a Dio che esisteva già centinaia di anni fa, proprio qui a Rimini, ho trovato una dichiarazione del 1669 circa il pastorato; questo scritto parla di pastori buoni e pastori cattivi; e dice che un buon pastore predica al suo popolo, loda il Signore insieme al suo popolo e lo ciba del cibo celeste. 

Un cattivo pastore, invece, non ama le pecore, ma solo la lana, cioè, tutti i vantaggi che riesce a trarre dalle pecore. Questo è molto interessante, e viene ripetuto più volte insieme all'esortazione a vegliare perché il mondo si avvicina alla fine. Di questo noi ne vediamo i segni ogni giorno, nessuno sa esattamente quando ciò avverrà, ma la fine è vicina! Dio ha un programma di riconquista mondiale, perché riavrà indietro ciò che ha creato, ma chi sarà a restituirglielo? Agenti umani o agenti divini? Accadrà improvvisamente o gradualmente? Ebbene possiamo sicuramente affermare che tutto ciò avverrà in entrambi i modi. Ci sarà una crescita graduale del Regno di Dio, anche attraverso la nostra predicazione e la nostra evangelizzazione, affinché il Vangelo del Regno possa arrivare fino ai popoli che abitano gli angoli più remoti della terra. Questo programma sarà portato a termine prima che Gesù torni, poiché lui stesso ci ha assicurato che il suo Vangelo del Regno sarà predicato in tutte le nazioni, e solo allora verrà la fine. Ma non saremo noi che conquisteremo il mondo; noi non stabiliremo il Regno, perché ciò avvenga c'è bisogno del ritorno del Re e di una crisi improvvisa, solo allora ogni male sarà estirpato ed il Regno di Dio universalmente stabilito; e non saranno esseri umani a fare tutto ciò, ma esseri celesti, angeli! Noi dobbiamo fare la nostra parte, cercando sudditi per questo Regno, così che egli possa avere una famiglia su scala mondiale che comprenda persone di ogni nazione, popolo, tribù e lingua; cioè un Regno veramente universale. 

La crisi di cui stiamo parlando, nel Nuovo Testamento, viene identificata con "L'ereditare il Regno." Infatti, noi credenti, siamo entrati nel Regno, ma non lo abbiamo ancora ereditato; da nessuna parte nel Nuovo Testamento viene detto che sia possibile ereditarlo adesso, poiché una eredità è qualcosa che appartiene al futuro. Se voi aveste un nonno milionario avreste la speranza di una eredità, ma dovreste aspettare che egli muoia per poterne godere, perché non sarebbe ancora vostra. Così è per noi che stiamo vivendo nel Regno adesso, ma nello stesso tempo stiamo aspettando che esso si manifesti, perciò i credenti sono in tensione, una tensione che i non credenti non conoscono perché vivono in questo mondo e devono cercare di ottenere il meglio da esso, loro non ne aspettano un altro; per questo spendono il loro tempo ed il loro denaro per avere il meglio da questa vita. 

Ma noi siamo il popolo del domani e ciò può essere frustrante, perché viviamo per un altro tempo. Quando si vive per questo mondo, la salute del corpo diventa un'ossessione; non so se qui in Italia è come nel mio paese, là si spendono milioni per i cibi dietetici, per lo sport e tutto quanto si pensa possa favorire la salute del corpo, è diventata una vera mania per chi ha solo questo mondo per cui vivere. Certo anche noi dobbiamo preoccuparci del nostro fisico, anche se sappiamo che stiamo per ereditare un nuovo corpo e siamo impazienti di riceverlo. Voglio avere un corpo di 33 anni, sono stanco di questo corpo, ne voglio uno nuovo! Paolo dice che sospiriamo in attesa di ciò, ma non è tutto perché avremo anche una nuova terra. Quanti di voi hanno mai parlato della nuova terra? Pochi predicano su questo argomento, eppure noi non stiamo semplicemente per andare in cielo, ma torneremo anche su una nuova terra. Ho predicato su questo tema in Australia, dicendo loro che allora non ci sarà più né sole né mare né sesso. Mi hanno guardato a bocca aperta ed erano costernati, perché queste sono le tre cose per cui gli Australiani vivono. Comunque la nuova terra sarà molto più bella di questa, poiché anche il nostro pianeta sta sospirando nell'attesa di questo grande cambiamento, e questo sospiro lo si può percepire prima di un terremoto. Paolo dice che l'intero pianeta sta aspettando che riceviamo il corpo nuovo, perché solo allora anche il pianeta terra cambierà, ed i cristiani sono gli unici a conoscere queste cose. Avete notato qual è l'ultima religione nata in Europa? E' il movimento dei verdi; il loro motto è: "Salvate gli alberi! Salvate il pianeta! Salvate la natura! Questo è l'unico pianeta che abbiamo ed è stato distrutto." In tutti c'è un gran timore per il problema dell'ozono e per l'effetto serra, ma io non provo panico per questo, perché sto aspettando una nuova terra. Anche se il mio corpo sta invecchiando non mi preoccupo, perché avrò un corpo nuovo, così anche se il nostro pianeta sta invecchiando non dobbiamo preoccuparci perché ne avremo uno nuovo. Tutto questo fa parte del futuro del Regno, ed i cristiani sono gli unici sulla terra a saperlo. Noi dobbiamo raccontare questa buona notizia alla gente, perché ci sarà davvero un nuovo pianeta, ed avremo davvero un corpo nuovo di 33 anni per sempre. Vivremo in perfetta salute e goderemo dell'intero Universo, che non sarà più contaminato né da sporcizia fisica né morale. 

L'ATTESA DELLA CHIESA 

Ora vorrei parlarvi del ritorno di Cristo; questo sarà l'evento più grandioso di tutta la storia, ed ormai i tempi sono maturi perché possa accadere abbastanza presto. Oggi ottobre 1990, circa 20 cose soltanto devono ancora accadere prima che Lui ritorni, perciò, anche se certamente non avverrà stanotte o in settimana, spero vivamente che accada prima della mia morte. Tutto questo perché se il Re ritornerà mentre siamo ancora in vita, per noi non ci sarà né funerale, né bara, né tomba, né spese per addobbi. E' vero che ogni generazione di credenti ha avuto questa speranza, ma alla velocità con cui gli eventi si susseguono ai giorni nostri, ci sono serie probabilità per noi di assistervi prima di morire. Comunque sia, non ha importanza se non ritornerà durante la nostra vita, anzi, potrebbe essere addirittura un vantaggio per noi se saremo già trapassati, perché quando Egli tornerà solo coloro che sono morti da credenti avranno l'occasione di vederLo stando seduti nei primi posti durante l'avvenimento. La prima epistola ai Tessalonicesi ci parla proprio di questo nel capitolo 5. Paolo con questa prospettiva consolava i cristiani che si lamentavano pensando che quelli che erano già morti non sarebbero stati presenti all'appuntamento con Gesù quando tornerà. Egli dice loro che questo è ben lontano dall'essere la verità, perché i morti in Cristo risusciteranno per primi, e solo dopo, quelli che sono ancora viventi vi si uniranno. Consolatevi dunque con questo insegnamento e siate di buon animo. Se Gesù non torna durante la mia vita, questo significa che io sarò con Lui prima di voi che siete rimasti qui sulla terra. Sulla tomba di mio nonno ci sono tre parole che non sono state prese dalla Bibbia ma vengono direttamente da un inno scritto da Wesley: "Che incontro sarà!" Sarà infatti la più grande delle riunioni che i cristiani abbiano mai tenuto. Oggi ci sono riunioni anche di tre milioni di credenti, ci sono conferenze con tremila adesioni; ma quanti saranno i partecipanti a quel raduno? Nessun luogo del mondo sarà grande abbastanza per contenerli, perciò la Bibbia dice che avverrà nell'aria, ed in quella occasione tutti i partecipanti potranno godere di un viaggio in Israele senza bisogno dell'aereo. Ma ora veniamo al punto: dove tornerà? Come tornerà? Quando tornerà? Perché tornerà? Qual è secondo voi la domanda più importante? Io personalmente credo che sia il perché. 

Troppi credenti vogliono scoprire quando, mentre dovrebbero invece scoprire prima il perché. Ma analizziamo ora una ad una le domande che ci siamo posti, incominciando dal dove. Se ritornerà sulla terra, dove accadrà? Ho già detto che non sarà a Roma, perciò se il Papa è un credente dovrà lasciare il Vaticano; ma non sarà neanche a Mosca o a Pechino; non avverrà in nessuna delle capitali né delle grandi città religiose del mondo, ma sarà a Gerusalemme, nella città del gran Re, e non potrebbe essere altrimenti, perché Egli ritornerà nei Suoi luoghi, al Suo popolo. Ma come tornerà? Anche questa risposta è facile, perché tornerà esattamente nella stessa maniera in cui se n'è andato, per cui sappiamo che in quel giorno il vento procederà dall'ovest. La Bibbia dice che il vento soffiava da ovest quando salì al cielo, e quindi così sarà anche quando ritornerà. Avete mai notato questo nel primo capitolo del libro degli Atti? Lì è scritto che quello era un giorno nuvoloso, ed in Israele il cielo è coperto solo quando il vento soffia da ovest. Quando invece soffia da altre direzioni è sempre sereno, infatti Egli tornerà proprio con le nuvole del cielo. Avete mai visto il sole splendere sopra le nubi dal finestrino di un aereo? Ebbene posso assicurarvi che questa visione esprime fisicamente la gloria di Dio, vedendola è spontaneo pensare a quando Gesù tornerà sulle nuvole del cielo. Comunque fra l'ascensione ed il Suo ritorno c'è una ugualmente una grande diversità, ed è nel fatto che quando se n'è andato in quel luogo c'erano solo due angeli, invece, quando tornerà ce ne saranno decine e decine di migliaia, perché verranno a stabilire il Regno ed eliminare il problema delle zizzanie del campo, elimineranno i pesci cattivi, puliranno e purificheranno il mondo. Purtroppo quelli che stanno ancora vivendo vite sporche scopriranno che ormai è troppo tardi per cambiare. 

Cerchiamo ora di focalizzare quando tornerà; io posso dirvi con certezza quale sarà il periodo dell'anno in cui ciò accadrà: sarà fra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, ma nessuno sa di quale anno si tratta. Posso essere sicuro sul mese perché Gesù fa ogni cosa con puntualità. Nel calendario di Dio ci sono tre feste che non sono sul calendario della chiesa, perché sono feste giudaiche. Sono comunque ancora attuali per il popolo ebreo. In ognuna di queste feste è accaduto qualcosa che ha a che fare con il ministero di Gesù e con la chiesa, infatti Egli è morto in croce durante la festa di Pasqua ed ha mandato il Suo Spirito durante la festa di Pentecoste. Ma c'è un'altra festa ancora più importante in questo calendario, una festa che il Nuovo Testamento nomina come "la grande festa", ed è la festa dei Tabernacoli, festa che segue immediatamente quella delle trombe. 

Se poniamo attenzione a quando vengono menzionate le trombe nel Nuovo Testamento, scopriremo che questo accade sempre in relazione al ritorno di Gesù. Quando Gesù tornerà sarà un giorno rumorosissimo; se vi piace l'adorazione silenziosa non venite in quel giorno, perché ci saranno trombe che suoneranno, arcangeli che grideranno; ci sarà un tale rumore che sveglierà anche i morti. Alcuni profeti del Vecchio Testamento hanno detto che il Re sarebbe venuto durante la festa dei Tabernacoli, ed il libro di Zaccaria al capitolo 14 contiene proprio una di queste profezie, vi invito a leggerla. Gesù nacque durante la festa dei Tabernacoli; sapevate che non era nato a Dicembre vero? Ma vi è stato insegnato quando è nato? Ebbene, ancora fine settembre inizio di ottobre, nel giusto tempo, e non è venuto durante la festa dei Tabernacoli solo la prima volta; ma anche la seconda volta tornerà durante questa festa. 

Quando Gesù aveva 31 anni, i Suoi fratelli che ancora non credevano in Lui cercarono di stuzzicarLo dicendoGli: "E' la festa dei Tabernacoli, perché non vai a Gerusalemme a mostrare chi veramente sei? Essi stanno aspettando il Re, perché non vai?" Ma Gesù rispose: "Il mio tempo non è ancora venuto." Però poi andò proprio nel bel mezzo della festa, segretamente, durante l'ultimo giorno. Fu in quella occasione che disse: "Se qualcuno ha sete venga a me e beva." E cominciò a parlare dello Spirito Santo. Perciò studiamoci la festa dei Tabernacoli, perché Gesù ritornerà proprio in essa; l'anno in cui ritornerà però nessuno può saperlo, potremmo anche cercare di indovinarlo, ma Gesù non ci ha detto di farlo, ci ha detto solo di vegliare e di pregare. Ma certo non intendeva dire che dobbiamo continuamente guardarci intorno o camminare per le strade con gli occhi al cielo, perché se anche così fosse, in ogni caso, dovremmo andare in Israele per vederLo; perciò qual è il motivo per cui dobbiamo vegliare? 

Poco prima di morire Gesù, mentre era seduto sul Monte degli Ulivi, ricevette alcune domande a questo proposito proprio dai Suoi discepoli; essi Gli chiesero: "Dicci quando sarà la fine del mondo e quali saranno i segni della Tua venuta; da cosa capiremo che Tu stai per tornare?" Egli rispose alle domande molto chiaramente, e diede loro 4 segni ai quali avrebbero dovuto stare attenti affinché il Suo ritorno non fosse una sorpresa anche per essi; infatti Egli verrà come ladro nella notte solo per quelli che non stanno vegliando, e per loro sarà un ladro che porta via tutto. Ma non sarà una sorpresa per i credenti che stanno svegli e riconoscono i segni. 


I SEGNI DEI TEMPI 

Quando ero piccolo andavo spesso alla stazione per vedere arrivare i treni; in quella stazione c'era un antico meccanismo che indicava l'approssimarsi dei convogli per mezzo di 4 diverse indicazioni. Quando si spostava il primo segnale, tutti sapevamo che il treno era ancora ad alcuni chilometri di distanza da noi; quando poi si muoveva il secondo, significava che il treno era abbastanza vicino; quando era la volta del terzo, allora sapevamo che era quasi visibile, e quando il quarto segnale si muoveva, il treno era arrivato. Chi doveva prendere il treno stava attento a quei segnali poiché lo interessavano direttamente. Questo è anche ciò che, in sostanza, Gesù ci ha detto di fare anche con i Suoi segnali, affinché possiamo comprendere il tempo del Suo ritorno. Oltre a ciò Gesù ci ha anche messi in guardia, rivelandoci che ogni segno avrebbe portato con sé alcuni pericoli per i credenti, per cui ha dato indicazione sul cosa fare per evitare il peggio. 

Il primo di questi segni apparirà nel mondo, il secondo nella chiesa, il terzo in Gerusalemme e il quarto sarà nel cielo. E' tutto chiaro e semplicissimo, non capisco perché le persone fanno così tanta confusione, forse perché cercano di formulare i loro propri segni, pensano ora una cosa ora l'altra e riescono a complicare tutto quanto. Io, però, voglio semplicemente seguire quello che Gesù ha detto, ed i segni di cui parlava sono questi quattro. Primo: grandi disastri nel mondo; carestie, guerre e terremoti; quando vedrete queste cose, diceva, sappiate che non vi trovate davanti ai dolori della morte, ma a quelli della nascita, a quelli di una donna in travaglio. Perciò non vi sgomentate, non è la fine ma l'inizio, perché un mondo tutto nuovo sta per nascere. Molte persone saranno scosse e prese dal panico, ma Gesù ci ha avvertiti. Il pericolo in quel tempo sarà che molti falsi Messia si manifesteranno. e quando le persone sono prese dalla paura, seguono i falsi Messia. Questo è ciò che sta accadendo oggi, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, ottobre 1990, ci sono state altre 36 guerre internazionali, il numero dei terremoti sta raddoppiando ogni 10 anni e le carestie sono enormemente estese. Per questo Gesù ha detto di non lasciarsi prendere dal panico e di non credere alle promesse dei falsi cristi. 

Io personalmente, tempo fa, ho ricevuto questa lettera: "Caro Mr. Pawson, ho comprato un suo nastro pensando di ascoltare un cantante; su quel nastro invece non c'era nessuna canzone, ma solo parole. Comunque l'ho ascoltato e voglio dirle che sono io quello di cui parla in quel nastro; io sono il cristo, io sono il Messia, e sono venuto per salvare l'Inghilterra." Mi ha scritto 14 pagine per spiegarmi tutto quello che lo concerneva; e lui è solo uno dei tanti, ce ne sono altri, ed alcuni anche molto famosi. Purtroppo quando avvengono i disastri, il mondo, non sapendo più da che parte voltarsi, ascolta anche i falsi cristi. Gesù ha detto che questo sarebbe stato il primo segno. 

Il secondo, invece, si manifesterà nella chiesa, e porterà persecuzioni in ogni singolo paese; questo non è ancora accaduto, ma è più vicino di quanto non lo sia mai stato. Infatti su 240 nazioni la chiesa oggi è perseguitata in circa 200 di esse, e questo significa la perdita di molti membri. Infatti la persecuzione elimina tutti gli pseudo-cristiani. 

Alcuni anni fa c'era una riunione di preghiera presso una famiglia Russa, ed in quella occasione due soldati fecero irruzione in quella casa con i fucili spianati, dicendo di voler uccidere tutti i credenti, perciò, dissero, che chi non credeva uscisse immediatamente; il risultato fu che un certo numero di persone si precipitarono fuori. Ma allora misero giù i fucili e chiesero a chi rimase come fare per diventare credenti; tutto questo perché volevano essere ben sicuri di parlare con fedeli autentici. Quale sarebbe l'effetto che ciò produrrebbe in una nostra riunione di preghiera? La persecuzione rivela i veri credenti; Gesù ha detto che quando la chiesa sarà odiata da tutte le nazioni allora l'amore di molti si raffredderà; ma quello completerà l'evangelizzazione mondiale. Perché quando la chiesa sarà sotto pressione, ed i credenti nominali se ne andranno, allora solo il rimanente proseguirà il lavoro di evangelizzazione e il Vangelo sarà predicato a tutte le nazioni. Un'altra cosa che Gesù ha detto che accadrà in questo periodo, e che sarà pericolosa per i cristiani, sarà l'apparizione dei falsi profeti. I falsi cristi non creano grossi problemi nella chiesa, ma non è così per i falsi profeti. Essi sono quelli che dicono: "Pace, Pace!" Quando la pace non c'è. Dicono: "Ogni cosa andrà bene!" Quando è chiaro che non sarà così. Dicono: "Il peccato non ha una grande importanza!" Mentre invece è importante; perciò state in guardia. 

Il terzo segno avverrà nel Medio Oriente: apparirà un dittatore a livello mondiale, che pretenderà addirittura di essere dio, e si installerà proprio nello stesso posto in cui una volta era il tempio di Dio. Daniele definisce questo avvenimento come "l'abominazione della desolazione"; e Gesù avallò la sua profezia. A causa di ciò i credenti che vivono in Gerusalemme, e nelle immediate vicinanze, dovranno fuggire, senza perdere un minuto di tempo nemmeno per prendere le cose indispensabili. Gesù disse di pregare perché tutto questo non accada di sabato, perché di sabato in Israele non ci sono né autobus, né treni, né aerei. Gesù ha detto anche di pregare per le donne che saranno incinta, perché per loro sarà un tempo molto difficile; comunque dovranno ugualmente allontanarsi da Gerusalemme. In quei momenti il pericolo sarà rappresentato dai falsi cristi ed i falsi profeti. Gesù ha detto che circoleranno anche notizie sul Suo ritorno; la gente dirà eccolo qui, eccolo là e molti correranno qua e là, dando ascolto a ciò che si dice; ma resteranno ingannati, perché non si dovrà mai ascoltare ciò che verrà detto, ma fidarsi solo di ciò che si vede durante quei giorni. Egli dice anche di non fuggire, perché le persone che dovranno farlo, in quei giorni, saranno solo quelle che abitano in Gerusalemme e nei suoi dintorni, ma il resto dovrà rimanere dove si trova. 

Quarto segno: il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore e le stelle spariranno, così tutta la terra sarà coperta di tenebre. Quando mi portarono per la prima volta a teatro, vidi che poco prima che lo spettacolo iniziasse, piano tutte le luci si spensero fino a farci rimanere tutti al buio più completo. Allora si aprì il sipario, si accese una luce abbagliante ed incominciò la serata. Io ho sempre pensato che il quarto segno sarebbe avvenuto così; sarà Dio a spegnere ad una ad una tutte le luci, perché quando Gesù verrà farà risplendere tutto il cielo con la Sua gloria. Quando venne per la prima volta vi fu solo una piccola luce nel cielo, ma quando ritornerà ci sarà un grande luce che si vedrà da levante fino a ponente. Voglio specificare che questo non sta a significare che l'azione si svolgerà dal sorgere al tramontare del sole, in un tempo limitato a 12 ore, bensì da est a ovest. Queste indicazioni non sono riferite al tempo, ma allo spazio, perciò dal luogo dove sorge il sole fino al luogo dove tramonta, o dall'est all'ovest. Tutto il cielo risplenderà della Sua gloria, e quale sarà il pericolo in questo periodo? Nessuno! Perché Gesù ormai sarà con noi. Egli disse: "Quando vedrete avvenire tutte queste cose, sappiate che io sono alla porta; proprio sulla soglia del mio ingresso nella storia." Perciò io sono attento ai segni dei tempi, ne ho già visti avvenire uno e mezzo; due devono ancora avverarsi, ma i tempi sono ormai maturi, e l'ultimo di essi avverrà improvvisamente. Quando vedrete tutte le luci naturali spengersi, allora potrete iniziare il conto alla rovescia per lo squillo di tromba e quando udrete quel suono, allora sarete pronti ad incontrarLo! Ma potreste chiedervi: "Perché sta tornando?" Questa, a mio avviso, è la domanda più importante di tutte, ed alla quale credo poter dare avere almeno due risposte. 

La prima di esse è che sta tornando per noi. Permettete che vi faccia una domanda; forse una di quelle a cui non avete mai pensato: immaginatevi che il progetto di Gesù non sia di ritornare sulla terra, per cui quando moriremo andremo in cielo e resteremo per sempre con Lui. Questo tipo di progetto cambierebbe il vostro modo di pensare o di comportarvi? E' una domanda molto importante, perché ci permette di scoprire che significato ha per noi la Sua seconda venuta 

Voglio provare a porre la questione in altri termini: se Gesù tornerà sulla terra, questo ovviamente significa che con Lui torneremo anche noi, poiché è scritto che noi saremo sempre con Lui. Vi meraviglia questo? Preferireste restare tranquillamente in cielo, o ritornare con Gesù qui sulla terra? Penso che ci sono molte cose che non vengono insegnate nel modo giusto, per cui in effetti stiamo limitando grandemente il Vangelo. Dio ha un futuro anche per la terra, anzi, possiamo sicuramente dire per l'intero Universo; Egli non salva solo le persone ma redimerà tutta quanta la creazione, questo è il Vangelo del Regno. Salverà oceani e montagne; l'intero Universo verrà ricreato, e questa nuova creazione è già iniziata nella tomba di Gesù, quando ha ricevuto un corpo nuovo, cioè l'ottavo giorno. I primi cristiani non lo chiamavano giorno del sole come in Inghilterra, e nemmeno domenica, che significa giorno del Signore, come si usa fare in Italia. 

Ma anche se gli antichi romani chiamavano la domenica "giorno del dio Sole", sapete come la chiamavano i cristiani? Ebbene per loro era semplicemente l'ottavo giorno! Noi adoriamo Dio nell'ottavo giorno, nel giorno in cui ebbe inizio la nuova creazione con il nuovo corpo di Gesù, e come Lui anche noi non avremo un nuovo corpo nel cielo, ma lo otterremo qui sulla terra. I morti lo avranno dalla polvere della terra, e noi i viventi saremo trasformati in un attimo; e questo dovrebbe veramente entusiasmarci. 

Ma oltre a queste ci sono anche altre ragioni per cui Lui ritornerà fra noi, ed una di queste sarà salvare il popolo Giudeo. Sapete che tutto quello di cui hanno bisogno i Giudei per essere salvati è conoscere che Egli è vivente? Questa è stata anche l'unica cosa di cui ha avuto bisogno Paolo sulla via di Damasco, e se anche noi riuscissimo a dimostrare ad un qualsiasi Giudeo che Gesù è vivente Egli lo accetterebbe immediatamente. Una volta mentre predicavo c'era tra la gente una giovane Ebrea che poco dopo venne a chiedermi se per caso intendessi dire che Gesù è ancora vivo, al che comprese che se le cose stanno così Egli doveva essere sicuramente il suo Messia! Notate bene che non ha detto il "nostro Messia" e neanche il "tuo Messia." Era molto eccitata e mi chiese come potesse scoprire se Lui fosse realmente ancora vivo, le risposi di parlarGli semplicemente; dieci minuti dopo era una credente, e dopo altri dieci minuti mi stava insegnando la Bibbia, perché la conosceva davvero molto bene! Ora finalmente aveva compreso che Gesù è vivente; il velo era tolto dalla sua mente e poteva fare le sue scoperte chiedendosi come mai non lo aveva capito prima. Se volete veramente conoscere la Bibbia cercate un ebreo, fatevelo amico e chiedetegli di insegnarvela; resterete stupiti di quanto poco conosciamo. Purtroppo essi non riescono a capirne il significato fino a quando il velo non viene tolto dalla loro mente, solo allora la comprenderanno totalmente. Se l'unica cosa di cui hanno bisogno è di sapere che Gesù vive, potete immaginare cosa accadrà quando Gesù tornerà a Gerusalemme, una intera nazione nascerà in un giorno, la Bibbia dice che guarderanno colui che hanno trafitto e piangeranno come per un figlio unigenito. Sarà davvero un grande colpo per loro, quel Giudeo era la persona che loro stavano aspettando ed era venuto, ma loro non lo avevano capito. Avrebbero potuto essere la guida del mondo nella giustizia e nella pace da Gerusalemme, ma hanno mancato. Però ciò che accadde a Paolo sulla via di Damasco accadrà ad ogni Israelita in quel giorno, perché Gesù tornerà per la Sua propria gente, non solo per i credenti, ma anche per i Giudei. 

Ma il Suo compito non è ancora esaurito: Egli giudicherà anche il mondo; ed ogni essere umano Gli passerà davanti. Ecco perché noi dobbiamo parlare di Lui, perché non sarà il Padre a giudicare il mondo, ma lo farà Lui. Vi rendete conto del significato di tutto questo? Se Dio ci giudicasse potremmo sempre dire: "Ma Dio tu non comprendi, non sai cosa vuol dire vivere quaggiù, non sai cosa significa nascere figlio illegittimo, non sai cosa vuol dire subire, non sai cosa vuol dire morire da giovane, non sai cosa vuol dire essere accusato di un crimine che non hai commesso, non sai cosa sia la tentazione." In effetti per noi potrebbe essere svantaggioso se fosse il Padre a giudicarci; ma Lui ha stabilito un uomo come noi per giudice, e nessuno potrà mai avere alcuna recriminazione da fare nei confronti di Gesù, perché sarà veramente giusto ed imparziale; per questo avremo molte sorprese nel giorno del giudizio, molte persone saranno stupite da ciò che verrà loro detto. Egli separerà l'umanità in due gruppi: pecore e capri, grano e zizzanie, pesci buoni e cattivi. 

Ma c'è ancora qualcos'altro che farà: Egli governerà il mondo; diventerà il Capo di ogni nazione, ed allora comprenderemo cosa significhi per l'umanità avere un governo giusto. Molti cristiani oggi discutono fra loro su come si realizzeranno i piani di Dio; dibattono su dettagli e formulano programmi che spesso divergono su alcuni punti fino a divenire anche causa di attriti. Io, invece, preferisco aspettare e vedere; non voglio separarmi da chi pensa che il piano di Dio si realizzerà in modo diverso da come lo vedo io personalmente, perché il fatto centrale è chiarissimo, ed io voglio predicare ciò che è indiscutibile, e non cavillare intorno a questioni di poca importanza. Cristo sta per tornare e noi torneremo insieme a Lui per incontrarci di nuovo qui su questo pianeta, e se lo abbiamo servito fedelmente regneremo con Lui in quel tempo. Già da adesso stiamo decidendo quale posto avremo in quel regno dal modo in cui svolgiamo i compiti che ci ha affidato. 

La terra conoscerà finalmente quello che Dio aveva preparato per gli uomini, e quando la giustizia regnerà su ogni cosa, Gesù stesso lascerà tutto il dominio nelle mani del Padre perché Egli non vuole tutto questo per sé, ma renderà tutto al Padre. Satana disse che Gli avrebbe dato tutti i regni del mondo in cambio del Suo servizio, e Gesù avrà tutti i regni del mondo, ma non per sé, bensì per il Padre, e il Regno di Dio avrà la Sua continuità nell'eternità come Regno del Padre. Questa e la parola che Gesù usava quando parlava di tempi lontani, non diceva che il Regno sarebbe stato Suo in eterno, ma sarebbe stato di nuovo del Padre. 

Gesù ci ha parlato del Suo ritorno perché potessimo prepararci ad incontrarLo di nuovo; a questo proposito molti predicatori pensano che il modo migliore di preparare le persone sia quello di spaventarle, dicendo loro che potrebbe accadere anche stanotte o fra qualche giorno. Questo, però, produce solo del panico. Molti bambini sono stati fatti crescere con questo timore. Ho udito evangelisti dire ai bambini che avrebbero potuto svegliarsi una mattina e non trovare più né loro padre né la madre perché Gesù li ha portati via. Anche se questa è una cosa molto comune tra alcuni fratelli, non si trova niente di simile nella Scrittura, perché non è il modo per preparare le persone. Gesù è stato molto chiaro in questo, e dopo aver dato i segni di cui abbiamo già parlato raccontò le parabole del Regno dove rivela una cosa molto importante: in esse, pur dicendo che colui che è partito ritornerà, dice anche che si è allontanato per un tempo più lungo di quanto la gente si aspettasse; ed è proprio il tempo che impiega a far trovare le persone pronte, perché è proprio questo che permetterà loro di prepararsi. Infatti non saranno coloro che pensano che torni presto i meglio preparati, ma quelli che continueranno ad operare nel compito che è stato loro affidato. 

Quando Gesù tornerà non ci chiederà cosa abbiamo fatto nelle ultime 48 ore, bensì cosa abbiamo fatto durante tutto il tempo in cui è stato lontano, perché Egli cerca dei servi fedeli. Anche se non dovesse tornare per i prossimi mille anni, coloro che Gli sono fedeli passeranno la loro vita facendo ciò che è stato detto loro di fare. Questa è una cosa molto importante: se volete che le persone siano pronte per il Suo ritorno, non cercate di incutere timore, ma piuttosto di chiedergli: "Saresti pronto se tornasse fra cinquanta anni e ti chiedesse di rendere conto di ciò che hai fatto negli ultimi venti?" Egli vuole persone che abbiano fatto fedelmente uso dei propri talenti e che abbiano la volontà di continuare a vivere secondo i Suoi insegnamenti, anche se dovessero aspettare molto tempo, restando sempre fedeli. Per tali persone non è il timore la motivazione della loro condotta, ma la fedeltà e l'amore per il Signore. E' vero, la prospettiva del ritorno è molto entusiasmante, ma noi ci prepariamo a questo evento quando facciamo quello che ci è stato comandato di fare, continuando a preparare sudditi per il Regno fino al giorno in cui ci dirà: "Venite benedetti dal Padre mio ed ereditate il Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo." 

Il Regno di Dio è un grosso tema, è il soggetto di cui parla tutta la Bibbia, perciò predichiamolo come faceva Paolo alla fine del libro degli Atti. Anche se si trovava in catene, non si perdeva d'animo, ma continuava a parlare ai soldati perfino nel palazzo di Cesare, illustrando il Regno di Dio ed il nome di Gesù. E' questa la buona novella: il Regno di Dio sta arrivando, ed il nome del suo Re è Gesù. 

Amen.

Mission

Questa è l'immagine che ho di quanti, iniziando a volare nel cielo della vita, si spingono come aquile al di sopra delle maestose immense montagne, oltre le nuvole, quasi a toccare l'infinito che blu diventa dove l'azzurro finisce.

Location

Chiesa Cristiana Evangelica

Via Galati, 85

95126 Catania (CT)

Italia

Contatti

(+39) 095 000 000 000

(+39) 340 68 64 045

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.ilvolodelleaquile.it

Staff

Direttore: Elisa Romeo

Fotografia: Enzo Carrubba

Video: Elisa Romeo

Webmaster: VinX.org

Copyright Il Volo delle Aquile 2002-2012. All rights reserved.

Design by VinX.org